Giorno: 7 Aprile 2012

"Vado in “paternità” perché voglio crescere con mia figlia", di Federico Cella

Mi chiedono: “Perché il congedo?” Non sono un eroe né uno originale. Voglio solo stare con mia figlia «Quand’è che inizi ad allattare?». La domanda che mi ha fatto un collega qualche giorno fa riassume in modo più colorito il dato che mi relega a una minoranza tanto piccola da farmi credere di non aver mai fatto parte di un gruppo così ristretto. Sarà che sono sempre stato poco originale. Ora non più: tra pochi giorni sarò tra il 6,9% dei padri che in Italia, secondo l’Istat, si prendono un congedo parentale di almeno un mese per stare a casa con i propri figli. Insomma, vado in paternità. E ci starò per poco meno di cinque mesi. Le reazioni alla «notizia» si dividono usualmente in due, a seconda del genere dell’interlocutore: «Bravo!», dicono le donne; «E perché?!», mi chiedono gli uomini. Perché la mia scelta, ragionata e condivisa in famiglia, è così originale pur non essendo per nulla eccezionale? Perché in Italia, per i padri, pensare di stare a casa con i figli è così …

"L´Aquila, la pompei del XXI secolo", di Salvatore Settis

Tre sono le cause del degrado che affligge non solo il centro storico dell´Aquila (tra i più preziosi d´Italia), ma anche la società, l´economia e la vita stessa della città. La prima, e la meno grave, è il terremoto di cui ricorre il terzo anniversario. La seconda, peggiore del terremoto, è la pessima gestione dell´emergenza, dovuta a scelte irresponsabili del governo Berlusconi. Più allarmante è la terza causa: la nostra cecità, la riluttanza ad ammettere che in tre anni si sono risolti ben pochi problemi, anzi se ne sono creati dei nuovi. Molti italiani credono in buona fede che nella città martoriata ferva la ricostruzione. Altri, pur sospettando quanto grave sia la paralisi, si consolano con qualche buona notizia, come il restauro Fai della simbolica Fontana delle 99 cannelle, o si accontentano degli annunci che piovono ogni tanto. Onna, per esempio è un cumulo di rovine, non una casa è stata ricostruita (nemmeno la chiesa): la Germania, nel ricordo dell´eccidio nazista che vi avvenne nel 1944, ha costruito solo una “sala multifunzionale” accanto ai baraccamenti …

Intervista a Pier Luigi Bersani «Vinta la battaglia dell’articolo 18, nessuno ora tenti colpi di mano», di Simone Collini

Nei mesi scorsi molti hanno pensato che davanti a un tema di questo genere si potesse frantumare il Pd. E invece mi pare che le cose siano andate in modo molto diverso…». Pier Luigi Bersani in queste ore evita di infierire sulla Lega (e anzi alla domanda sulla crisi del Carroccio risponde con un ragionamento sulla possibilità di recuperare le tradite «ragioni originarie» che hanno portato alla nascita di quella forza politica), mentre nota che la riforma del mercato del lavoro sta creando problemi «in casa d’altri», non nel suo partito: «Questo dovrebbe dire qualcosa a chi ha sottovalutato l’unità, l’autonomia e la forza del pensiero e delle proposte del Pd». Nel disegno di legge sul lavoro è stata inserita la possibilità del reintegro per i licenziamenti economici illegittimi, ma ora il Pdl chiede “nuove intese” al governo, se vuole i loro voti: c’è il rischio che il testo esca stravolto dalla discussione parlamentare? «Serve un dibattito rapido ma serio, che faccia emergere gli elementi da rafforzare sia dal lato delle esigenze poste dalle imprese …

"Apprendisti stregoni in salsa padana", di Filippo Ceccarelli

La magia ha questo di bello, o di brutto, dipende: che sfugge al dominio della realtà e quasi sempre si fa beffe della ragione, per cui adesso tutta l´avventura della Lega rischia di potersi rileggere. E di potersi riscrivere alla luce della lanterna che rischiarava la notte padana da lassù, nella mansarda della villetta di Gemonio, tra le pagine di tutti quei libri che Umberto e la Manuela sfogliavano con segreto ardore. “Magia nera, cartomanzia, astrologia…” rivela golosamente all´amico tesoriere e dovutamente sempliciotto la segretaria-portinaia di via Bellerio – e ce ne sarebbe già quanto basta per innescare una caccia alle streghe. Sennonché, come si può notare in questi giorni, il Cerchio Magico logora chi ce l´ha, con il che si rende fortunosamente superfluo ogni eventuale rogo della bibliotechina esoterica della famiglia Bossi, o peggio della Manuela, di quei testi occulti divenuta lettrice così esclusiva da tenerli ammonticchiati sul pavimento. Non che proprio si sentisse il bisogno, con tutto quello che sta emergendo in termini di quattrini, della negromanzia padana, forse però inevitabile in un …

"Se un liceo abolisce i voti bassi. Umiliazione o insegnamento?", di Annachiara Sacchi

Martedì 27 marzo, seduta pomeridiana, il collegio docenti è quasi concluso. Dopo le solite discussioni, il piano di offerta formativa, i programmi e i precari, il preside — siamo al liceo classico Berchet, storico istituto milanese con decine di diplomati eccellenti, da Luchino Visconti ad Andrea De Carlo fino a Giuliano Pisapia — lancia la proposta: «Vorrei escludere, in sede di scrutinio, i voti inferiori al 4. I due e i tre creano troppa frustrazione nei ragazzi. Che cosa ne pensate?». I professori ammutoliscono. Poi, superato lo choc, cominciano a discutere. Ma è troppo difficile dire sì o no subito. «Ne riparliamo dopo Pasqua». Punire con un due chi non termina la versione di latino o dare un quattro che non lasci troppe ferite? Rimandare con un tre (quasi una condanna a ripetere l’anno) o limitarsi a un’insufficienza più digeribile? Il votaccio fa solo male o fa crescere? Dibattito che divide. E divisi sono gli insegnanti del liceo di via Commenda — il primo dei classici statali nella classifica milanese della Fondazione Agnelli — dopo …

"La bancarotta della politica", di Guido Crainz

I nodi sono giunti al pettine. I due partiti fondativi della “seconda Repubblica” sono attraversati da una crisi probabilmente irreversibile, e i punti di somiglianza sembrano prendere il sopravvento sulle diversità. Non solo e non tanto per gli aspetti più superficiali ed evidenti: la crisi di entrambi è stata progressivamente scandita dal pur differente tracollo dei due padri-padroni che li hanno forgiati e dominati, assolutamente incapaci di porsi il problema del ricambio. Portati a far crollare con sé le colonne del tempio, in un cupio dissolvi che si è arrestato solo sulla soglia della dissoluzione. Erosi da quella stessa antipolitica che ne aveva costituito il discutibile punto di forza e che rivela ora per intero i suoi esiti: l´assenza di democrazia interna, le cricche elevate a sistema, lo strapotere di tesorieri-avventurieri, il familismo da Basso Impero delineano in realtà percorsi paralleli e analoghi. Danno il segnale più visibile di un´involuzione della politica e del Paese, ci costringono a fare i conti con il ventennio di questa sciagurata “seconda Repubblica” e con le sue radici. Ci …

"Oscurata e sconfitta quell'idea del partito del Nord", di Oreste Pivetta

Il futuro della Lega sarà nelle mani dei suoi elettori. È ovvio. Ci si può spingere più in là: è nelle mani di Dio. Non sembra infatti che il triumvirato in corso Maroni – Calderoli – Dal Lago sia in grado di esprimere svolte radicali: non c’è la secessione alle porte, non c’è la Padania e non compare neppure l’eventualità di una colorita scampagnata lungo le rive del Po. Anche i riti consolidati, tipo il giuramento di Pontida, perdono smalto. Dopo vent’anni, dopo aver appoggiato tutte le leggi possibili salva-Berlusconi, la Lega non ha conquistato neppure uno straccio di federalismo e non c’è più nulla su cui giurare e su cui sperare. In quel bilancio tra lo zero e lo sconforto suona la campana a morto. La resa si conta così, prima che di fronte a presunti i traffici illeciti dal cerchio magico ai figlioli. Il più politico dei leghisti, dopo il Senatur naturalmente, Roberto Maroni, osannato soltanto tre mesi fa, è stato salutato come «Giuda» e si può immaginare la violenza dell’insulto per i …