Giorno: 19 Aprile 2012

"Belsito-Maroni, scontro d’intelligence", di Francesco Lo Sardo

La pochade Lega continua a sorprendere coi suoi clamorosi colpi di scena. L’ultimo: il malvagio ex tesoriere leghista Francesco Belsito aveva assoldato un detective privato genovese per spiare le mosse dell’ex ministro dell’interno Roberto Maroni. Lo Sherlock Holmes dei carruggi, coadiuvato da altri investigatori, si sarebbe occupato di un’indagine sulla vita privata e sui presunti affari di Bobo raccogliendo velenosi materiali per un dossier. Un incarico ottenuto dopo aver brillantemente risolto per il suo cliente e concittadino leghista, si dice, il misterioso caso di una biografia denigratoria di Belsito apparsa su Internet, individuandone gli autori: indagine pagata coi quattrini della cassa della Lega. Lo scoop è del settimanale berlusconiano Panorama, lo stesso che mesi fa “infilzò” la moglie di Bossi, Manuela Marrone, descrivendone il ruolo di potente zarina del Carroccio. «Non appena ho capito chi fossero i miei nemici in Lega, ho deciso di fare un po’ di ricerche su quelli che sostengono di essere “trasparenti”, “puliti” e “corretti”. Presto ognuno dovrà assumersi le proprie responsabilità», conferma minaccioso Belsito. Maroni, fuori di sé, sospetta coperture …

"Contro politica. La sfiducia nei partiti e i rischi del qualunquismo" di Guido Crainz

Alla fine dell’Ottocento lo scrittore Vamba, futuro inventore di Giamburrasca, creava l’onorevole Qualunquo Qualunqui del partito dei Purchessisti, propugnatore del programma Qualsivoglia e sostenitore del gabinetto Qualsiasi: sembrerebbe anticipare Guglielmo Gianninie Cetto Laqualunque ma sono radicali le differenze fra i diversi momenti, e ancor più con i dilaganti fermenti attuali contro i partiti. Alla fine dell’Ottocento, ad esempio, vi era sullo sfondo una retorica antiparlamentare conservatrice e una critica al sistema rappresentativo in sé fortemente presenti nel dibattito colto. E nel successo dell’”Uomo Qualunque” alla caduta del fascismo vi erano umori e veleni di lungo periodo assieme a paure e diffidenze per una democrazia ancora sconosciuta, dopo il lungo ventennio. Il movimento di Giannini scomparve rapidamente e l’Italia repubblicana è stata caratterizzataa lungo, invece, da una altissima e viva partecipazione alla politica: le denunce della “partitocrazia” che iniziarono a serpeggiare negli anni Settanta coglievano precocemente la fine di una stagione. Una fine avvertita anche “dall’interno”: nel 1981 la critica di Enrico Berlinguer alla degenerazione dei partiti di governo («federazioni di correnti, di camarille, ciascuna con …

"Gli editori: niente fondi per i giornali politici", di Roberto Monteforte

Il sottosegretario all’Editoria Peluffo annuncia i nuovi criteri per il finanziamento pubblico. Plaude il presidente della Fieg, Anselmi che però vuole esclusi i quotidiani «politici» come l’Unità. La Fnsi: non vanno chiusi. È questione di giorni perché il governo presenti regole nuove e più rigorose per accedere al finanziamento pubblico. L’obiettivo è quello di moralizzare il settore e disboscarlo dai giornali e dalle redazioni finte. Ma il presidente della Fieg, Giulio Anselmi, vuole altro, i giornali politici «si cerchino altri canali più propri di finanziamento». Nei fatti vuole cancellarli, anche se sono giornali veri. Una presa di posizione inaccettabile per Federstampa. Le intenzioni del governo le ha confermate ieri, a margine della sua audizione alla commissione Affari Costituzionali al Senato, il sottosegretario all’Editoria Paolo Peluffo. «Spero a giorni di portare in Consiglio dei ministri tutto l’insieme degli interventi sull’editoria», compresa ha affermato «una legge delega per creare un nuovo sistema con dei criteri molto selettivi nella scelta delle testate meritevoli di sostegno». LA RICETTA PELUFFO L’obiettivo dell’esecutivo è quello di mettere in campo «un intervento …

"Per il governo il rapporto con il Pdl si fa più delicato", di Marcello Sorgi

Anche se nessuno martedì sera aveva creduto troppo alle promesse di solidarietà pronunciate anche da Alfano all’uscita dal vertice di maggioranza, da ieri Monti è di nuovo alle prese con il Pdl a causa della decisione, annunciata dal ministro Passera, e confermata dal presidente del Consiglio, di mettere all’asta le frequenze televisive che il precedente governo aveva deciso di assegnare con la discussa procedura del «beauty contest». La notizia s’era già diffusa due sere fa subito dopo l’incontro, mentre i partecipanti alla cena di Palazzo Chigi negavano che se ne fosse parlato e insistevano sui lati positivi della discussione appena finita. Ma la successiva decisione di Berlusconi di far saltare l’appuntamento di oggi a colazione con Monti è suonata come conferma che un nuovo caso è aperto. Il Cavaliere ha detto che aveva deciso di non andare proprio per evitare polemiche. Ma il problema rimane. Passera ha infatti spiegato che il testo preparatorio dell’asta delle frequenze era stato messo a disposizione dei partiti di maggioranza, da cui non era venuto alcun rilievo formale. Durissime sono …

"Flessibilità in entrata: le imprese all’offensiva. La mediazione del Pd", di Massimo Franchi

Confindustria e imprese chiedono modifiche sulla flessibilità in ingresso e ottengono attenzione dal Pd. La Cgil, guardinga sull’iter della riforma del lavoro, mantiene le 16 ore di sciopero indette e, allo stesso tempo, prepara la manifestazione unitaria con Cisl e Uil che, a loro volta, si dicono favorevoli a una strategia comune su fisco e crescita. Nonostante i tempi stretti per l’approvazione, la riforma del mercato del lavoro continua a essere una partita apertissima in cui tutti gli attori in gioco si attivano per ottenere miglioramenti. Ieri è stata un’altra giornata piena di incontri e decisioni. E così sarà oggi. Ieri Emma Marcegaglia ha incontrato Pier Luigi Bersani e il gotha economico del Pd. Il tema è quello della flessibilità in entrata con Confindustria che chiede modifiche non piccole. «Abbiamo trovato un accordo su tre punti fondamentali – spiega Stefano Fassina, responsabile Economia del Pd -. Il primo è quello di evitare che veri lavoratori autonomi rischino di rientrare nelle maglie del contrasto alle false partite Iva, la seconda è l’esenzione dall’aumento dell’1,4% del costo …

"Scotch sulla bocca agli immigrati rimpatriati in aereo. La compassione e le regole", di Michela Marzano

La sicurezza innanzitutto. E poi le regole da rispettare e gli ordini da seguire. Ma fin dove? Dove comincia e dove finisce la “normalità”? Imbavagliare con nastro da pacchi due cittadini tunisini che vengono rimpatriati non dovrebbe essere qualcosa di “normale”. Anche quando si ritiene “normale” metterli su un aereo per rispedirli nel loro paese. Perché, nonostante tutto, il viso di una persona ha sempre un valore simbolico. È attraverso il viso e la bocca che ognuno di noi esprime la propria soggettività. È attraverso il proprio sguardo che si entra in relazione con gli altri. E la soggettività di un essere umano, anche quando si è commesso un crimine o un delitto, non dovrebbe mai essere negata o cancellata come accade quando, per applicare le procedure ed evitare di creare scompiglio e confusione, si cede alla tentazione di far tacere a tutti i costi, anche con del nastro adesivo. Per garantire il buon funzionamento della società, ciascuno di noi è chiamato a fare il proprio dovere e ad assumersi le responsabilità che gli competono. …

"Pressing di Bersani sul governo: al più presto misure per la crescita", di Maria Zegarelli

Le richieste del leader Pd al vertice con Monti: allentare il Patto di stabilità. Il premier: per ora il tesoretto non sarà utilizzato per diminuire le tasse. Sei ore di vertice, due delle quali riservate alle slide proiettate da Corrado Passera sul piano nazionale per le riforme, ma il vero braccio di ferro seppur sobrio e discreto si è consumato tra il leader Pd, Pier Luigi Bersani, e il governo sulle misure urgenti per fronteggiare la recessione. All’indomani della full immersion il segretario traccia un bilancio positivo ma, aggiunge, «il lavoro deve continuare» perché di fronte ai dati drammatici diffusi ancora ieri dall’Istat e da Confindustria non c’è tempo da perdere e se il piano per le riforme del governo contiene proposte «valide e interessanti» i cui frutti sono destinati ad arrivare nell’arco di nove anni, il Paese ha bisogno di una «boccata d’ossigeno oggi, subito». Di questo l’altra sera ha parlato a lungo Bersani, «è necessario sbloccare gli investimenti dei Comuni, gli unici a poter fare adesso investimenti rapidi» e per questo è tornato …