Giorno: 27 Aprile 2012

"Dura polemica fra il comico genovese e i partiti che lo sfidano al confronto sul terreno della politica", di M.Ze.

Mentre Beppe Grillo spopola nei Tg e conquista spazio nel giorno della Liberazione attaccando direttamente il presidente della Repubblica ed evocando a sproposito i partigiani, i partiti, dal Pd, all’Udc all’Idv (con moderazione), prendono le distanze dal comico prestato al Movimento a Cinque Stelle. «Ieri il presidente Napolitano dice il segretario del Pd Bersani durante una conferenza stampa a Como ha detto cose puntuali e serissime. Grillo ha risposto con insulti: non si permetta, e non si azzardi a dire cosa direbbero se tornassero i partigiani, che saprebbero cosa dire dell’uomo qualunque». Il comico genovese aveva tirato in ballo i partigiani affermando che oggi, davanti all’attuale crisi politica, «forse riprenderebbero in mano la mitraglia», frase pronunciata durante le celebrazioni del 25 aprile, in coerenza con lo stile oratorio a cui ha abituato il suo popolo. I PARTIGIANI E LA POLITICA «I partigiani replica Bersani ci hanno dato una democrazia, una Costituzione che comprende l’articolo 49, quindi i partiti, che devono ripulirsi perché così non va, ma che sono un’ossatura della democrazia». «Attenzione: aggiungenon cederemo a …

"Rilancio dell'Unione, un gioco a tre Occasione per Italia, Francia e Germania", di Antonio Puri Purini

È giunto il momento dell’azione. Esistono anche i capricci della fortuna nei percorsi della storia. Vanno colti al volo. Oggi si profila per l’Europa la possibilità di arrivare a una sintesi fra rigore e crescita. Per merito di François Hollande, la questione è piombata nel dibattito europeo dopo il primo turno delle elezioni presidenziali francesi. È un’occasione insperata perché l’Europa ritrovi se stessa, l’opinione pubblica capisca che l’unione politica è senza alternative, la politica respinga le soluzioni nazionali (il controllo esterno delle frontiere deve restare responsabilità comune). L’opportunità dischiusasi vale in particolare per Francia, Germania e Italia, Paesi fondatori delle Comunità europee non nello spirito di un rimescolamento delle alleanze ma di un duraturo rapporto a tre. Potrebbero diventare protagonisti di un rilancio dell’Unione capace d’integrare rigore e crescita e, successivamente (ma ogni cosa a suo tempo), riordinare un assetto istituzionale molto confuso. L’Italia che, dal primo incontro di Mario Monti con Angela Merkel e Nicolas Sarkozy nel dicembre scorso a Strasburgo, ha fatto un cavallo di battaglia del binomio austerità-crescita, può ritrovare in Europa …

"L'argine del Quirinale", di Michele Prospero

C’è un fenomeno scivoloso, e ciclicamente ricorrente in Italia: quello di chi, usando una ideologia regressiva e devastante, intende travolgere i partiti e le rappresentanze. E lo fa in nome di assoluti e indeterminati nuovi inizi da affidare agli scaltri professionisti dell’antipolitica, a digiuno di ogni senso dello Stato. Bene ha fatto, quindi, il Presidente della Repubblica, a coronamento di una riflessione meditata e supportata da una veduta storica ampia, a porsi in esplicita controtendenza rispetto all’oscuro spirito del tempo, che è ormai rigonfio di una brutta antipolitica trionfante anche grazie al cedimento di molti chierici. Il discorso di Pesaro ha posto degli argini robusti. Tutti i pittoreschi personaggi emersi nel ventennio trascorso prima scagliano velenose frecce contro il partito, raffigurato quale simbolo del male assoluto, e poi però ne creano uno del tutto nuovo e lo pongono alle loro esclusive dipendenze personali e familiari, facendone così una creatura davvero bestiale, che si rivela ancora più degenerata e mostruosa di quegli antichi organismi che con sprezzo hanno demolito. Giornali come Il Fatto non l’hanno presa …

"Astensionisti sì, ma solo a parole", di Paolo Natale

Come diceva l’altroieri Napolitano, gli imprenditori dell’anti-politica e del qualunquismo, dal Giannini dell’Uomo Qualunque all’Albanese del Cetto Laqualunque, sono sempre in agguato. Pronti a gettare un seme che sperano germogli nelle coscienze dei cittadini. E quindi dichiarare terminata l’esperienza della democrazia elettorale. Complici gli stessi sondaggi di voto, che a più riprese sottolineano come poco meno della metà degli elettori si dichiarano astensionisti, o quanto meno dubbiosi sulla partecipazione attiva o sulla forza politica da appoggiare. C’è ovviamente del vero in quanto viene veicolato dalle indagini demoscopiche: gli antichi adepti dei principali partiti italiani vivono oggi un momento di forte confusione, di incapacità di formulare il loro appoggio a questo o quel movimento politico. Se ne avvantaggiano, fino a renderli particolarmente visibili, con percentuali di consensi che sfiorano il 10 per cento, tutte quelle aree che si nutrono di anti-politica, o di alterità complessiva al sistema, o di feroce critica alle pratiche dei partiti istituzionalizzati. I grillini, i partiti della sinistra più radicale, i movimentisti più o meno legati alla rete vengono molto gettonati, in …

Turco: "L'ora delle donne per rinnovare la politica"

Siamo nel pieno di una grave crisi economica e sociale, immersi nel degrado della politica, e assistiamo a una profonda crisi di autorità maschile. Tutto ciò non consente scorciatoie. Le donne devono sentire la determinazione e l’umiltà di esserci e di misurarsi con le sfide difficili del governo del Paese. Senza questo scatto di determinazione e anche di umiltà arretreremo ulteriormente nella minorità politica, sociale e culturale. Uso la parola umiltà perché governare per promuovere il bene comune è molto difficile e richiede la capacità reale di mettersi a servizio. Di questo, de «le donne e il governo del Paese» ha discusso il convegno organizzato dalla Fondazione Nilde Ioni, con il contributo di studiose, giornaliste, donne delle associazioni e della politica. Bisogna ridare autorevolezza alla politica, fermare il degrado. Non si governano le sfide del Paese solo con buone competenze tecniche. Bisogna rifondere la rappresentanza politica attraverso la ricostruzione dei soggetti collettivi che siano capaci di promuovere la partecipazione attiva. Bisogna risalire la china facendoci guidare dalla nostra Costituzione, in particolare gli articoli 1, 2, …

"Ricongiunzioni ingiustizia per migliaia", di Walter Passerini

Un salasso per le casse dello Stato, che rischia però di venir trasferito nelle tasche degli interessati. Emblematica la storia di Paolo Mannucci. Nato il 29 agosto 1951, mezza carriera nel pubblico e mezza nel privato: 19 anni di contributi versati all’Inps, come dipendente di aziende private, e 21 anni di contributi all’Inpdap come dirigente pubblico alla regione Marche. Qualche anno fa fece domanda di ricongiunzione dall’Inps all’Inpdap: rinunciò perché gli chiesero 83 mila euro. Allora gli dissero che avrebbe ottenuto il suo scopo portando i contributi dall’Inpdap all’Inps, del tutto gratuitamente. Ma Mannucci non poteva prevedere il futuro e non fece i conti con il cambio delle regole in corsa: la legge 122 del 2010 (governo Berlusconi), accelerata dalla riforma delle pensioni del dicembre 2011 (governo Monti). «Questa legge mi ha sconvolto la vita – spiega Mannucci -. Sarei potuto andare in pensione a luglio 2011. Con la legge la ricongiunzione all’Inps da gratuita è diventata onerosa: mi hanno chiesto 202 mila euro se pago in unica soluzione, 300 mila euro se rateizzo. Se …

"Vivere con mille euro al mese ecco come affronta la crisi la metà dei pensionati italiani", di Valentina Conte

Il 45,4% dei pensionati italiani arriva a stento a fine mese con un assegno inferiore ai mille euro. Secondo i nuovi dati Istat-Inps diffusi ieri – ma riferiti al 2010 – quasi 8 milioni di italiani, per lo più anziani, sono costretti a tirare la cinghia, e di questi 2,4 milioni sono sotto i 500 euro mensili. Una situazione preoccupante, destinata allo stallo per via delle misure di austerità. La spesa italiana per le pensioni, intanto, sfiora i 260 miliardi, assorbita per il 71 per cento da assegni di vecchiaia e anzianità. Una spesa che cresce dell’1,9 per cento rispetto al 2009, in attesa dei risparmi innescati dalla riforma Fornero, mentre la sua incidenza sul Pil cala (di poco) al 16,64 per cento. Due ritirati su tre possono contare su una sola pensione e la metà dei 16,7 milioni di pensionati ha tra i 65 e i 79 anni. Ma 234 mila persone intascano più di 4 assegni e 584.500 sono under 40. QUASI la metà dei pensionati italiani vive con meno di mille euro …