Giorno: 21 Aprile 2012

"Oltre sei elettori su 10 non sanno per chi votare. Scende la fiducia a Monti, ma il 30% dice sì a una sua lista" di Roberto D'Alimonte

In questo quadro confuso di fine legislatura una sola cosa è certa: il disorientamento di gran parte degli elettori. Nel sondaggio Cise-Il Sole 24 Ore diversi dati lo evidenziano. Uno è l’affluenza alle urne, un altro le intenzioni di voto. Nel 2008 hanno votato circa 38 milioni di elettori, l’80,5% degli aventi diritto; il 19,5% è rimasto a casa. Se si andasse alle urne domani resterebbe a casa il 35%: una cifra che potrebbe salire addirittura al 42% tenendo conto di quelli che sono incerti se votare o meno. Questo vuol dire che almeno 7 milioni e mezzo di italiani che nel 2008 votarono oggi si asterrebbero. Cifra che da sola dà la misura del distacco nei confronti della attuale classe politica. Dodici mesi fa non era così: nell’aprile dello scorso anno nel primo dei sondaggi Cise-Il Sole 24 Ore gli astenuti erano il 18,6%. Oggi siamo potenzialmente al 42,1%: solo il 58% è certo di votare. E solo 4 elettori su dieci sanno per che partito votare. Ma fortunatamente non si voterà domani. Nella …

«Italia ha pagato più della Grecia». I dati che Berlusconi ha nascosto

I grafici hanno questo: raccontano la realtà in maniera piuttosto brutale. Specie se questa realtà, nel tempo, è stata edulcorata, piegata, infine stravolta. Specie se questa realtà riguarda tutti noi. Il nostro Paese, le sue casse e la vita dei suoi cittadini. Lo pubblica l’Economist, e dice (brutalmente, appunto) che il paese che dal 2008 ha pagato più di tutti la crisi è l’Italia. Più della Grecia. Più dell’Irlanda e della Spagna. Ed eccola la fotografia scattata dalla rivista inglese. qui il grafico «Italia ha pagato più della Grecia» I dati che Berlusconi ha nascosto Tutti gli articoli della sezione 21 aprile 2012 listen this page A – A I grafici hanno questo: raccontano la realtà in maniera piuttosto brutale. Specie se questa realtà, nel tempo, è stata edulcorata, piegata, infine stravolta. Specie se questa realtà riguarda tutti noi. Il nostro Paese, le sue casse e la vita dei suoi cittadini. Lo pubblica l’Economist, e dice (brutalmente, appunto) che il paese che dal 2008 ha pagato più di tutti la crisi è l’Italia. Più della …

"Pensioni, enormi risparmi. Ecco perché si possono eliminare certe ingiustizie" di Cesare Damiano

Sul tema dello stato sociale si gioca l’identità dei partiti progressisti europei. Le ricorrenti dichiarazioni di Mario Draghi a proposito della presunta fine del welfare del vecchio continente ci costringono a misurarci con una dura realtà ma, al tempo stesso, ci spingono a non arrenderci di fronte all’esigenza di tutelare la parte più debole della popolazione, soprattutto nell’attuale situazione di crisi. Lo stato sociale europeo, nella sua ispirazione di fondo, non può essere semplicemente cancellato. Il problema è quello di una sua revisione e di una capacità di innovazione che sappia far recuperare alla politica una visione strategica e un progetto di futuro. Per il Partito democratico si tratta di un elemento essenziale di identità politica e culturale, in molti casi percepita dai lavoratori e dai pensionati eccessivamente incerta. Nel dibattito politico più recente comincia finalmente a farsi strada una esplicita critica al liberismo economico e si comincia a mettere in discussione l’eccesso di rigorismo di cui, in Europa, è interprete Angela Merkel insieme alla Banca centrale europea e, a livello globale, il Fondo monetario …

Bersani: "Se l'Europa cambia", di Mario Lavia

Metti che domani sera François Hollande conquista saldamente la pole position per l’Eliseo (ballottaggio il 6 maggio). Metti che domani sera Nicolas Sarkozy porta a casa un risultato che si farebbe presto a chiamare: batosta. Insomma, allo stato delle cose sembra ben possibile, se non probabile, che le changement francese da slogan diventi realtà. Hollande, l’antileader che diventa le président, da Mitterrand è stato tutto un dominio gollista, ora la Francia forse torna a sinistra. Soprattutto, l’Europa nel mezzo della peggiore temperie economica della sua storia che volta pagina. E l’Italia? L’Italia c’entra. Non c’è un effetto meccanico ma il nesso esiste. Ci ragiona su Pier Luigi Bersani che pensa sia giunta l’ora di uscire da un’impasse europea «anche psicologica». Però deve essere chiaro un punto: «Se Hollande vince cambia la situazione. La nostra idea si rafforzerebbe. Ma il Pd è chiaro: nessuna scorciatoia, da noi si vota alla scadenza naturale della legislatura». Segretario, tutti i sondaggi, le voci, i mass media, dicono che si profila una disfatta di Sarkozy. Sarà difficile capire quanto avrà …

"La sfida democratica è uscire dal leaderismo", di Stefano Rodotà

La caduta di Berlusconi e Bossi segnala il fallimento della forzatura bipolarista, dove l’enfasi sulla decisione legittima l’eclisse dei controlli. Caro direttore, con l’abituale sua nettezza, di cui sempre dobbiamo essergli grati, Alfredo Reichlin solleva la questione dell’attacco ai partiti e, in sostanza, della stessa sopravvivenza della democrazia in Italia (e non solo, visto che giustamente volge lo sguardo ad una crisi assai più generale). E scrive che «non si può sfuggire alla necessità di tornare a dare alla sinistra quella ragione storica che è la sua e che non può che consistere in una critica di fondo degli assetti attuali del mondo». Proprio da qui bisogna partire, e proprio qui è la difficoltà, perché questo indispensabile rinnovamento culturale e politico deve avvenire in un tempo che pone scadenze così pressanti da schiacciare tutti sul brevissimo periodo. Vivo con la sua stessa angoscia lo stillicidio quotidiano delle notizie sui fatti di corruzione, un terribile bollettino di una guerra che rischia d’essere perduta non da corrotti e corruttori, ma proprio da chi è rimasto estraneo a …

"Le ricevute buttate ultimo alibi di Formigoni", di Massimo Giannini

Nel labirinto di una «Vacanzopoli» nella quale si è cacciato con l´ambiguità delle parole e dalla quale non riesce ad uscire con la verità dei fatti, Roberto Formigoni azzarda l´ennesimo tentativo di chiudere il caso. Per la prima volta, abbozza qualche timida spiegazione, per giustificare l´ingiustificabile. Cioè la famosa vacanza di Capodanno del 2009 che, documenti contabili e istruttori alla mano, si sospetta gli sia stata pagata da uno storico amico del giro di Comunione e Liberazione: Pierangelo Daccò, faccendiere arrestato, e non incidentalmente vicino alle imprese sanitarie appaltatrici della Regione Lombardia. Il governatore scrive una lettera al sito online della rivista «Tempi» diretta da un altro suo sodale di Cl, cioè Luigi Amicone. Interviene in una «zona sicura» e in qualche modo protetta, come ha imparato dal suo non più leader Berlusconi, abituato a trasmettere i suoi «messaggi speciali» attraverso i libri o il salotto di Bruno Vespa. Ma per la prima volta, ormai da una settimana esatta, Formigoni è costretto suo malgrado a compiere un passo, ad arrischiare un´autodifesa che vada oltre l´insulto …

"Donne, denuncia Cgil: lavorano la terra con paghe più basse", di Jolanda Buffalini

Donne che lavorano in un mondo di uomini è il quadro che emerge dalla ricerca commissionata dalla Flai-Cgil (federazione del lavoro agro-alimentare) alla fondazione Metes per l’ Assemblea annuale delledonne in agricoltura che si è svolta ieri negli Studios di Cinecittà, ricerca coordinata da Irene Figà Talamanca (Roma-La Sapienza). È un segmento piccolo del mondo del lavoro, circa il 5 per cento con 250mila addette su nove milioni di donne che lavorano. Dove si concentrano, però, molti problemi: dal fenomeno del caporalato, alla condizione delle donne spesso invisibili e sottoposte allo stress del doppio lavoro. È la fotografia di un mondo rurale in cui spesso non c’è consapevolezza dei rischi, non si usano le mascherine e i guanti per difendersi dagli antiparassitari, con conseguenze gravi sulla fecondità, sull’aumento degli aborti spontanei, sulle malformazioni dei bambini che, spesso, sono sottopeso alla nascita. Un quadroalla “Novecento” di Bernardo Bertolucci che contrasta con le potenzialità che il settore dovrebbe avere. «Sappiamo da numerosi studi – dice Stefania Crogi segretario della Flai – che se cresce l’occupazione femminile cresce …