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"La disoccupazione tocca livelli record", di Marco Ventimiglia

Ci sono vari dati statistici che evidenziano giorno per giorno l’aggravarsi della crisi. Ma quello probabilmente più allarmante, con i suoi evidenti contraccolpi sociali, è il numero che segnala la crescita inesorabile della disoccupazione. E quanto comunicato ieri dall’Istat, con le cifre relative ai senza lavoro nel mese di aprile e nel complesso del primo trimestre, equivale ad un autentico segnale d’allarme, specie per quanto riguarda l’occupazione giovanile. Infatti, ad aprile la disoccupazione è volata al livello massimo dal 2004 mentre tra gli under 24 uno su tre è senza un lavoro. Per quanto riguarda i dati percentuali, la rilevazione dell’Istat indica un Paese nel quale il tasso di disoccupazione è salito al 10,9% nei primi tre mesi dell’anno. In aprile il dato è invece del 10,2%, ma anche in questo caso si tratta di una crescita rispetto a marzo (+0,1%) e soprattutto su base annua (+2,2%). Come detto, si tratta del livello più alto dal gennaio 1999 (se si considerano le rilevazioni trimestrali). Nel dettaglio, ad aprile il numero dei disoccupati è risultato pari a 2 milioni 615mila persone, crescendo dell’1,5% (38mila unità) rispetto a marzo e del 31,1% su base annua (621mila unità). Ma è soprattutto emergenza per i giovani: tra i 15-24enni le persone in cerca di lavoro sono 611 mila. Il tasso di disoccupazione in questa fascia è pari al 35,2%, in diminuzione di 0,8 punti percentuali rispetto a marzo ma in aumento addirittura di 7,9 punti su base annua. Nel primo trimestre, invece, il tasso di disoccupazione tra 15 e 24 anni raggiunge il 35,9% (era il 29,6% un anno prima). Alla cupa fotografia dell’Istat si è aggiunta quella analoga scattata da Eurostat per il Vecchio continente. Ed anche qui c’è ben poco da sorridere poiché la mancanza di lavoro è ormai una criticità in tutta Europa. In particolare, la disoc-nell’Eurozona mentre è in leggero aumento nell’Ue a 27, dove raggiunge il 10,3% contro il 10,2% di marzo. I disoccupati europei sono 24,667 milioni di cui 17,4 nell’Eurozona, in crescita di oltre 100 mila in un mese e di 1,9 milioni in un anno (1,797 milioni nella sola Eurozona). Forte aumento della disoccupazione giovanile, che supera il 22%, dato comunque distante da quello italiano. «OCCORREUNASVOLTA» «Quella dell’Istat è una fotografia drammatica – ha dichiarato Cesare Damiano, capogruppo Pd in Commissione lavoro alla Camera -. Abbiamo sfondato la soglia del 10% per quanto riguarda il tasso di disoccupazione, il peggior risultato dal 1999. Il trend del peggioramento della recessione, del calo della produzione industriale e dei consumi non accenna ad attenuarsi. È chiaro che occorre una svolta nelle scelte del governo a sostegno dello sviluppo. Questo deve essere l’obiettivo prioritario». Susanna Camusso, leader della Cgil, sottolinea che «non ci si può limitare a delle politiche di rigore che continuano ad alimentare la recessione. Bisogna cominciare a creare lavoro, sennò i dati saranno, mese dopo mese, sempre peggiori». Molto critico anche il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro: «I dati dimostrano il fallimento del governo Monti, un governo tecnico che pensa solo a far quadrare i conti facendoli pagare ai più deboli». Infine, per la serie meglio tardi che mai, c’è da registrare una qualche presa di coscienza all’interno del Pdl, dopo anni passati a sottolineare la minor gravità della disoccupazione in Italia rispetto ad altri Paesi europei. «I dati sono angoscianti per la dimensione e soprattutto per la velocità del trend negativo – ha dichiarato l’ex ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi -. Essi indicano che è in atto qualcosa di più di una recessione, una profonda depressione ». ILDECRETOPERGLIESODATI Com’è noto c’è poi chi il lavoro lo ha lasciato (o perso) confidando di andare in pensione. Ma la riforma della previdenza ha allontanato anche quella: parliamo degli esodati. Ieri il premier Monti e la ministra Fornero hanno firmato il decreto che trova una soluzione solo per 65mila di loro. Gli altri, e sono decine di migliaia, restano nel limbo, senza stipendio e senza pensione. La nota di Palazzo Chigi che dà notizia della firma, comunica «l’impegno del governo» a trovare una soluzione per tutti, in particolare per chi è uscito dal lavoro a seguito di accordi collettivi (insomma chi si trova in mobilità). Un impegno, un annuncio accolto con disincanto dal sindacato: «Il problema resta intatto», taglia corto la Cgil , che invita a «non fomentare guerre tra proveri». La Cisl: «Ora il governo sia realmente disponibile al dialogo.

L’Unità 02.06.12

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