Giorno: 9 Giugno 2012

La sfida di Bersani «Patto di governo e primarie aperte entro l’anno», di Simone Collini

Mandato pieno per cambiare legge elettorale. Il segretario del Pd pensa a cessioni di sovranità tra alleati per garantire l’intesa e saldo ancoraggio istituzionale. Si candida a premier, annuncia primarie aperte, propone un patto di legislatura a tutte le forze democratiche e lancia un aut aut a Di Pietro. Bersani delinea il percorso che dovrà portare alle elezioni del 2013 e incassa un voto all’unanimità da parte della Direzione del suo partito. Al centro del ragionamento che fa il leader del Pd di fronte al resto del gruppo dirigente c’è la necessità di lavorare per una «ricucitura tra politica e cittadini». Il che vuol dire cambiare la legge elettorale, costruire un’alleanza che non sia un’«ammucchiata» e anzi garantisca governabilità, chiamare gli elettori a decidere chi dovrà essere il candidato premier alle prossime politiche. Che dovranno svolgersi la prossima primavera perché il Pd, come ribadisce il segretario, assicura lealtà al governo, a cui però chiede «un approccio meno ragionieristico» e non più annunci ma «qualche segno concreto» per fermare la crisi. SUPERARE IL PORCELLUM Per Bersani …

"Relazione della Grandi rischi. Due miliardi dal governo", di Ernesto Menicucci

La «vicinanza» del governo, espressa da Mario Monti che arriva in conferenza stampa con tre ministri: il responsabile dello Sviluppo economico Corrado Passera, quella dell’Interno Anna Maria Cancellieri, quello della Difesa Giampaolo Di Paola e il sottosegretario Antonio Catricalà. Ma c’è anche una doccia fredda per l’Emilia-Romagna, un allarme che sconcerta la popolazione locale. Scrive la commissione Grandi rischi: «Nel caso di una ripresa dell’attività sismica nell’area già interessata, è significativa la probabilità che si attivi il segmento tra Finale Emilia e Ferrara con eventi paragonabili ai maggiori eventi registrati nella sequenza». L’emergenza, cioè, rischia di allargarsi. Franco Gabrielli, capo della Protezione civile, convoca il Comitato operativo: il sistema di presidio del territorio sarà rafforzato. E Palazzo Chigi, varato il decreto legge sulla ricostruzione (con lo stanziamento di un miliardo sia nel 2013 che nel 2014), scende di nuovo in campo. Monti annuncia: «Il governo è impegnato con tutti gli strumenti disponibili a fronteggiare l’emergenza e assicura uno sforzo straordinario in termini di risorse, competenze e strumenti». Sul rischio di nuovi terremoti, il premier assicura: …

"Quel «no» alla speculazione che costa 200 milioni", di Gian Antonio Stella

A Siracusa l’isolamento istituzionale di chi fa solo il suo dovere di tutela di un bene unico dall’imbecillità altrui. Dovrebbero lavorare 2.222 anni Rosa Lanteri e i suoi due colleghi della Soprintendenza di Siracusa, per pagare i danni che vengono loro chiesti per aver fatto il proprio dovere. Cioè preteso d’applicare la legge che vieta di cementificare il Porto Grande ricordato dagli scrittori dell’antichità. E lo Stato che fa? Invece che dare loro una medaglia d’oro fa impazzire quei suoi servitori tra le scartoffie. Senza precipitarsi a difenderli. Il decreto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana del 30 settembre 1988 è chiarissimo fin dal titolo: «Dichiarazione di notevole interesse pubblico del bacino del Porto Grande e altre aree di Siracusa». Vi si dice che «constatato che lungo la costa che dal Castello Maniace va sino alla punta della Mola si gode lo spettacolo affascinante di Ortigia, dello stesso Castello Maniace, dello scosceso Plemmirio, e da lì la foce dei fiumi Ciane e Anapo e l’area delle Saline di Siracusa, il tutto dominato, sullo sfondo, …

"L'euroburocrazia", di Tito Boeri

La crisi dell’Euro ha messo in luce non solo l’inadeguatezza dei leader europei, ma anche i limiti evidenti dell’euroburocrazia. Quando la casa brucia, i pompieri non possono impiegare tre anni per elaborare un piano di salvataggio e altri tre per metterlo in pratica. Eppure la Commissione Europea ha presentato solo in questi giorni il suo piano per l’unione bancaria europea, su cui aveva iniziato a lavorare nel 2009. Questo piano richiederà, nella migliore delle ipotesi, altri tre anni per essere attuato. C’è un rischio non piccolo che quando la direttiva diventerà finalmente operativa, l’oggetto delle sue amorevoli attenzioni, la moneta unica, non ci sia più rendendo tutto questo lavoro del tutto inutile. Su invito della Confederazione Europea dei sindacati, la Commissione Europea sta in questi giorni elaborando anche una sua proposta per il cosiddetto “Social Compact”. L’idea è quella di dare all’Europa condizionalità non solo nell’imporre piani di aggiustamento fiscale (il “Fiscal Compact”), ma anche nell’attuazione di politiche sociali, volte a contenere i costi della crisi. Il proposito è nobile, ma il risultato rischia di …

"“Adesso si scatenerà il panico nessuno vorrà più tornare a casa” tra i terremotati torna la paura", di Jenner Meletti

La notizia arriva al bar Fly mentre come ogni sera si sta distribuendo un piatto di pasta a chi non se la sente di fare la fila nella tendopoli. «Sì, ci mancava solo questa», dice il titolare, Matteo Veronesi detto Teo, uno dei pilastri della resistenza contro il terremoto. «Adesso sì che si rischia il panico. Fino a pochi minuti fa c’era un’aria diversa, quasi di speranza. Insomma, il terremoto si è spostato da un’altra parte e noi abbiamo pensato: forse abbiamo finito la nostra dose. Invece adesso dicono che ci siamo ancora dentro, anzi, che possono arrivare nuove forti scosse. Stavamo già lavorando per accelerare i tempi, per tornare a casa. Ci sono case come la mia che vanno incatenate altrimenti se arriva un’altra sberla — e questo lo dicevamo anche prima dell’allarme della commissione Grandi Rischi — cade giù del tutto. Adesso quali saranno le imprese che entreranno in zona rossa per fare i lavori? Ma la cosa più grave è che questo allarme farà tornare indietro la testa della gente di venti …

"La road map di Bersani convince tutti. Un mese per decidere quali primarie", Rudy Francesco Calvo

Gazebo per aprire il campo dei riformisti e scegliere il premier, poi patto di legislatura coi moderati. Per Pier Luigi Bersani quella di ieri «è stata una bella giornata» (sono parole sue), in cui è riuscito a mettere tutti d’accordo nel suo partito, ottenendo un sì unanime alla sua relazione, che ha aperto la riunione della direzione nazionale. Certo, sul percorso che lui ha individuato, soprattutto per quanto riguarda le regole delle primarie, rimangono forti dubbi tra i dirigenti democrat. Ma il segretario, in direzione, ha voluto lanciare un messaggio quanto più possibile chiaro: «Il senso per un cittadino è che noi, a differenza di tutti gli altri, gli facciamo scegliere il candidato premier. Poi come, fra chi, fra quanti, lo decidiamo». Di sicuro, saranno primarie «aperte», cioè alle quali potranno partecipare esponenti di altri partiti, personalità singole o sostenute da liste civiche che decidono di prendere parte al «campo democratico e progressista» e, come preannunciato, altri iscritti al Pd. Oltre al segretario, ovviamente, che si è già candidato. Si tratta, però, solo del punto …

"Chiudono 42 aziende al giorno crolla la produzione, decreto in bilico", di Roberto Mania

L’Italia sta per esplodere. La crisi sta corrodendo il tessuto sociale. «La protesta civile rischia di esondare in rivoli minacciosi e inaccettabili », dice Jacopo Morelli, presidente dei Giovani di Confindustria, aprendo il convegno a Santa Margherita Ligure, proprio mentre l’Istat da Roma comunica che la produzione industriale ad aprile è letteralmente crollata: meno 9,2% rispetto all’anno scorso, il livello più basso dal 2009. Una gelata. Che certo non sarà sciolta dal decreto per lo Sviluppo, ormai spolpato dagli altolà della Ragioneria, e probabilmente destinato ad essere approvato la prossima settimana sempre che all’interno del governo, al di là delle smentite di rito, si trovi una linea condivisa. Così le provocazioni intellettuali, pure un po’ ciarlatane, che hanno alimentato i dibattiti delle edizioni precedenti, sono scomparse tra i confindustriali junior. Sì, c’è ancora un po’ di sfarzo molto provinciale, qualche Suv di troppo, qualche tubino nero con annesso tacco dodici modello palazzo Grazioli, ma ora anche gli industriali under 40 fanno i conti con la recessione. Verrebbe da dire che sono diventati quasi sobri e …