Giorno: 15 Giugno 2012

Scuola: Ghizzoni (PD) bene CDM su reclutamento, ora immissioni in ruolo

Precariato nella scuola è un problema che va affrontato di petto. “Il Consiglio dei ministri ha compiuto un atto importante per ristabilire il dettato costituzionale – lo dichiara Manuela Ghizzoni, presidente della Commissione Cultura della Camera, in merito alla decisione del CdM di impugnare davanti alla Corte Costituzionale la legge per la crescita, lo sviluppo e l’occupazione della Regione Lombardia – La legge Formigoni, approvata lo scorso aprile dal Consiglio regionale della Lombardia, stabilisce il reclutamento diretto dei docenti supplenti da parte delle scuole lombarde, in violazione dell’articolo 117 della Costituzione e in spregio delle graduatorie ad esaurimento basate su requisiti oggettivi. La legge regionale, pertanto, non rispetta il dettato costituzionale che affida in via esclusiva allo Stato la definizione delle norme generali sull’istruzione, fra le quali rientrano, ovviamente, anche quelle che disciplinano il reclutamento degli insegnanti. La legge lombarda rappresenta una fuga in avanti e bene ha fatto il CdM ad impugnarla. Resta sul tavolo il problema del precariato nella scuola che va affrontato di petto: una buona notizia sarebbe quella di provvedere alle …

Bersani a Monti: «Riprendiamoci la sovranità», di Maria Zegarelli

«Bisogna riorganizzare i fondamentali, riprendere sovranità» e affiancare al rigore sui conti anche le misure per la crescita. Lo ha detto l’altro giorno alla Camera e lo ripete anche adesso, in occasione dell’Assemblea nazionale Pd sull’Agricoltura, il ministro per le politiche Agrarie Mario Catania è seduto in prima fila, ha da poco concluso il suo intervento. Pier Luigi Bersani richiama la politica ad esercitare il proprio ruolo e, rivolgendosi al ministro, esorta: «Anche nell’emergenza abbiamo bisogno che il sistema Paese cominci ad alzare la testa». Sottolinea: «Con Monti ci intendiamo larghissimamente, ma non si può dire che una volta è la crescita che manca, una volta è la riforma del lavoro, un’altra il debito perché i mercati leggono la realtà ma anche la creano e se hanno deciso di andare a prendere il predatore dalla savana decidono indipendentemente dal fisico dell’animale». E l’animale-Italia è sotto botta, morso dalla recessione. Per questo il segretario Pd invoca un «gesto politico» senza del quale «l’Europa non può uscire dal problema». Il Pd, come il Pdl, sa bene che …

"Corsa contro il tempo nei paesi senza scuole. Errani: subito i lavori. I sindaci: ce la faremo", di Giusi Fasano

Una scuola elementare piccola piccola che non c’è più, settembre che bussa già alla porta e un rischio che si fa strada fra le macerie. «Il pericolo è che qualcuno ci dica “adesso si chiude”» riassume Silvia Costa, presidente del Comitato dei genitori. «Resistere, questo è il nostro grande sogno. Sappiamo bene che dopo il terremoto siamo più vulnerabili ma ci siamo sempre battuti per difendere la scuola dalla chiusura e ce la faremo anche stavolta». Antonella Borghi, per tutti la «supermaestra» di Alberone (una frazione di Cento), dice che «disperdere questi alunni sarebbe un delitto» e si commuove quando racconta dei suoi sessanta e più bambini che «una volta alla settimana vengono da me, in un cortile, a parlare della paura delle scosse». Nelle cinque classi difese con le unghia e con i denti dal Comitato genitori nessuno potrà più entrare, «ci sono crepe non riparabili» spiega la maestra Borghi, «non sappiamo nemmeno se riusciremo a recuperare la lavagna multimediale, i libri, il materiale dei bambini… so che in mezzo al disastro queste sembrano …

"Sinistra e società civile", di Michele Prospero

Nelle accese polemiche scoppiate dopo le (talune) infelici nominealle Autority, è tornata a risuonare con ritrovato vigore una antica litania contro la partitocrazia. C’è sicuramente qualcosa di stucchevole in un folto professionismo dell’antipartitocrazia che galoppa intrepido in una età di partiti assenti o precipitati in gravi dilemmi esistenziali. E tuttavia, dopo aver eliminato la fastidiosa coltre ideologica, ravvisabile nel lamento di chi maltratta i partiti come escrescenze e si promuove come il solo interprete autorizzato della società civile, resta comunque irrisolto il nodo del raccordo tra la funzione delle rappresentanze e le sfere dell’agire sociale. È almeno da vent’anni che opera una secca contrapposizione tra la società civile e quella politica. La seconda Repubblica in origine è nata proprio in nome della società civile liberata che rifiutava la politica percepita come contaminata dal malaffare e conquistava le postazioni del potere senza più l’esigenza di ricorrere ai soggetti della mediazione. La rude società delle partite Iva, della microimpresa disseminata nei territori si incamminò con successo lungo la strada della autorappresentazione. E, per tutto l’arco del ventennio, …

"La vera malattia europea è la cecità dei suoi leader", di Antonio Puri Purini

Ognuno pensa per sé, a partire da noi. Invece serve un piano ambizioso: con la Germania, non contro. La passione civile è assente nella crisi dell’euro. Questo spiega perché la classe dirigente, nella più grave crisi mai attraversata dall’Europa, dimentica che la saggezza consiglia di contare fino a dieci prima di parlare. Convinzioni radicate facilitano il successo. Altrimenti, tutto si ridimensiona. C’è da rimanere quindi stupefatti di fronte all’incapacità, in tutta l’Europa, di parlare della moneta unica con la gravità che sarebbe doverosa e alla leggerezza del dibattito europeo in Italia. Mentre i mercati aggrediscono l’euro come un torrente in piena, le classi dirigenti assomigliano all’oligarchia veneziana alla vigilia della scomparsa, per volontà di Napoleone, della gloriosa repubblica nel 1797. Allora come oggi, trionfa l’opportunismo, la furbizia, l’attesa, la sottovalutazione del pericolo. L’inettitudine della politica nel banalizzare la gravità della situazione diffonde angoscia anche presso la gente comune. Ognuno diffonde un proprio punto di vista, alla faccia dell’obiettivo comune. Il risultato sono messaggi sbagliati che alimentano risentimenti e aggravano problemi. La cancelliera Merkel parla giustamente …

«2013, niente condannati in lista». L’odg Pd crea tensione a destra, di Susanna Turco

Dell’Utri, Ciarrapico, De Angelis: i primi casi di «incandidabili» se il governo eserciterà la delega. La legge anticorruzione passa, il nodo incandidabili resta. Ieri, il ministro della Giustizia Paola Severino ha salutato con favore l’approvazione dell’ordine del giorno del Pd che impegna il governo a provvedere, «entro quattro mesi» dall’approvazione della legge, ad adottare la delega che articola e rende applicabili le norme sull’incandidabilità contenute nel ddl anticorruzione. «I timori sull’impossibilità di procedere in tempi utili rispetto alle elezioni del 2013 mi sembra che siano stati così superati», ha detto la Guardasigilli. Sulla possibilità di tenere fuori dal Parlamento già alle prossime elezioni chi è stato condannato in via definitiva, tuttavia, non tutti sono così ottimisti, soprattutto dopo le parole del capogruppo Pdl Cicchitto in Aula e i malumori del partito di via dell’Umiltà. La volontà di introdurre al Senato nuove modifiche è infatti chiara, così come lo è il conseguente allungamento dei tempi prima dell’approvazione della legge. Una dilazione che per il Pdl è tanto più desiderabile in quanto coinvolge appunto l’incandidabilità: la delega …

"Precari, un concorso vinto non basta", di Mariagrazia Gerina

“Papà Cococò”, lo chiama il figlio, che ha un anno e mezzo. «È bene che impari subito come vanno le cose in questo Paese: quando sarà grande però farò di tutto perché se ne vada all’estero, come avrei dovuto fare io», si rammarica Alberto, 39 anni, ricercatore precario, che, esasperato, si chiede fino a quando dovrà scontare sulla sua pelle l’ennesimo paradosso italiano che si scarica sulla sua generazione. Perché il governo, impegnato nella spending review, non trova neppure il tempo di firmare il via libera ad un migliaio di vecchie assunzioni. L’arretrato risale al 2009 e precede di poco il blocco del turn over deciso con la finanziaria Berlusconi-Tremonti di tre anni fa. Quei mille posti, quindi, lasciati vuoti da altrettanti ricercatori andati in pensione, sono gli ultimi sfuggiti alla tagliola della legge 133. Tutti i posti che si libereranno in seguito saranno soggetti alla regola che fissa il ricambio generazionale a venti assunzioni ogni cento pensionamenti. Più che un ricambio uno stillicidio. Tanto per dare una idea della sproporzione: i precari che lavorano …