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"Bersani: ricostruzione assieme all’emergenza" di Maria Zegarelli

«L’ho detto più volte a Monti: “o si arriva a uno slargo europeo o dobbiamo porre un problema italiano». Pier Luigi Bersani parla dai luoghi del terremoto dove ha trascorso la festa della Repubblica insieme a Dario Franceschini, il segretario regionale Stefano Bonaccini e il presidente della Regione Vasco Errani. Un viaggio tra le macerie, le fabbriche ferme, gli sfollati, i volontari che
lavorano per cercare di rimettere in piedi una regione dove la terra continua a tremare giorno e notte. Il segretario ha incontrato gli amministratori locali e i dirigenti Pd prima nel ferrarese, a Poggio Renatico, e poi nel modenese, a Camposanto, per fare il punto della situazione: cosa può fare il partito, attraverso le sue strutture e la sua organizzazione per coordinare i volontari, raccogliere i fondi, mettere a disposizione le proprie sedi e cosa può fare il partito nazionale, a Roma, in Parlamento e con il governo «per dare un proprio contributo al decreto che il premier ha varato».
IL TERREMOTO E LA CRISI
Un terremoto che è arrivato in quella regione dove le imprese stavano reggendo meglio che altrove alla morsa della crisi e che ora è come sospesa malgrado la voglia di ripartire e ripartire subito.Una crisi nella crisi, di una regione, di un Paese e dell’Europa. «C’è troppa recessione – dice Bersani – dobbiamo avere dei margini per fronteggiarla». E il tempo che resta per agire non è molto, secondo il segretario Pd. «Nei prossimi 15-20 giorni o un mese devono venire fuori a livello europeo due o tre cose: evitare l’uscita dall’euro della Grecia; evitare il contagio delle banche spagnole; allestire quel che chiediamo da tempo, e pare se ne stiano accorgendo anche altri, cioè un fondo di garanzia comune europeo per una quota del debito ». Una misura, quest’ultima, ritenuta fondamentale per far abbassare i tassi e quindi caricare meno sulla finanza pubblica, cioè su welfare e lavoro. Al Nazareno guardano con grande allarme i dati sulla disoccupazione e il crescente disagio sociale che ormai investe
una fetta sempre maggiore della società. E se il Pd ha appoggiato le misure del governo per il rigore e il risanamento, chiedendo che fossero affiancate da quelle per la crescita, adesso inizia a sentire il peso di questo sostegno se non si avvia in maniera concreta la fase due dell’azione dell’esecutivo tecnico. Lo esplicita senza giri di parole Matteo
Orfini in un intervista al Manifesto: «Il
cambio di passo che Monti chiede nella
Ue vogliamo vederlo anche in Italia.
C’è bisogno di politiche per i ceti più deboli del Paese. E se non dovessero arrivare, il Pd si dovrebbe porre il problema della prosecuzione del governo Monti». Non si spingono a tanto i più
convinti supporter del premier, come Enrico Letta, ma è chiaro che tra i dirigenti democratici si inizia ad avvertire una certa fatica a difendere il governo da una parte e a dare risposte al loro bacino elettorale dall’altro. Perché se è vero che gli elettori Pd sembrano aver capito la necessità delle misure di rigore adottate dall’esecutivo è pur vero che ora non vedono in prospettiva i risultati degli enormi sacrifici a cui sono stati chiamati i contribuenti.
E l’immagine che il segretario Pd rimanda dai luoghi del sisma potrebbe sovrapporsi a quella della crisi: «L’estensione del cratere è enorme». Enorme il cratere e «la popolazione investita numerosissima, però abbiamo in campo degli amministratori e, lasciatemi dire, anche un partito che in queste zone è riuscito a essere in campo fin dal primo momento». «Io credo che qui si stia facendo di tutto e di più. Sono stato – aggiunge – in un capannone del Pd allestito per una festa: ora sta ospitando un matrimonio, ieri ha ospitato una cresimae, insomma, è diventato il luogo della
comunità».
Se «i provvedimenti del governo danno il segno di una volontà di intervenire», Bersani sottolinea che in Emilia non dovrà ripetersi quanto avvenuto in Abruzzo: «Vogliamo collegare il tema dell’emergenza e quello della ricostruzione, a differenza di quello che è successo a L’Aquila. Siamo impegnati a trovare le normative per far ripartire al più presto le attività produttive e anche a mettere in moto un meccanismo di ripristino delle abitazioni che sia efficiente».

l’Unità 03.06.12