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"La preside che cerca i registri fra le macerie. Per gli scrutini", di Giusi Fasano

I miei bambini uscivano ciascuno con la mano sulla spalla del compagno davanti, come avevano imparato nelle esercitazioni… beh, mi sono emozionata. Ci sono giornate da incorniciare nonostante il terremoto, Rossella Garuti l’ha imparato dopo la scossa del 29 maggio. Cinquantotto anni, preside dell’Istituto Comprensivo Renzo Gasparini di Novi di Modena, lei dirige sei scuole fra infanzia, elementari e medie. Il primo giorno in cornice è per quello che ha visto settimana scorsa mentre la terra tremava: «I miei bambini uscivano ciascuno con la mano sulla spalla del compagno davanti, come avevano imparato nelle esercitazioni… beh, mi sono emozionata». Le altre sono per ogni giorno speso nella sua «missione»: recuperare registri, pagelle, verbali dei consigli di classe. Tutto indispensabile per gli scrutini dei suoi alunni (1.103, fra i bimbi dell’infanzia, le elementari e le medie).
Due giorni fa, mentre il cielo rovesciava secchiate d’acqua sulle vite sospese dei terremotati, gli occhi della preside planavano su banchi rovesciati e armadietti abbattuti, su macerie e crepe nei muri di uno dei suoi Istituti. Ieri i vigili del fuoco l’hanno fermata davanti a un’altra scuola (troppo lesionata per lasciarla entrare) e sono andati loro a recuperare gli ultimi documenti che la dirigente scolastica desiderava tanto riavere. «Ecco, adesso c’è tutto il necessario», ha tirato un sospiro di sollievo caricando in macchina l’anno scolastico di centinaia di ragazzini. «Vabbé che siamo terremotati ma siamo in piedi e non saranno le macerie a fermarci». Missione riuscita. E che soddisfazione impilare le cartellette piene di pagelle nelle vecchie cassette per la frutta: cartelle verdi per l’elementare di Novi, gialle per le elementari di Rovereto sulla Secchia (la frazione più distrutta del paese), rosse per le medie di Novi e blu per le medie di Rovereto.
Davanti alla sua amica Elena Ugolini, sottosegretaria all’Istruzione venuta a fotografare la situazione delle scuole terremotate, la preside si scioglie in un lungo abbraccio: «Devo pensare anche alla mia casa inagibile, alla mia sistemazione e a mia madre sfollata» le dice, «adesso gli scrutini sono salvi…». Poi si vedrà dove tenerli e quando.
Nell’asilo di Novi, diventato centro operativo per l’assistenza ai terremotati, Rossella Garuti gira assieme ad alcune delle sue professoresse e alla sua vicaria, Gabriella Burgio. Qualcuna di loro è andata con lei a recuperare registri e pagelle. L’insegnante di lettere Maria Lucia Preti, per esempio, che dopo aver visto le sue classi devastate dice «sembrano tipo day-after, fanno impressione». Le cartelle erano nei cassetti delle cattedre, in presidenza, in sala professori, adesso sono al sicuro nei bauli delle auto di diverse prof. «Ma quello che più conta, va da sé, è che con la scossa del 29 maggio nessun bambino delle nostre scuole si sia ferito nemmeno con un graffio» raccontano orgogliose le insegnanti. «Vero?» chiedono in coro a una ragazza molto giovane che saluta tutte e fila dritta verso la preside a darle un bacio. Si chiama Marina Rossi, ha 22 anni, studentessa di Scienze politiche a Bologna, e neo-assessore all’Istruzione del Comune di Novi di Modena. È stata nominata il 19 maggio, «di pomeriggio, per la precisione». Nemmeno un giorno intero ed ecco il primo enorme problema: il terremoto della notte fra il 19 e il 20 maggio, la prima forte scossa, i primi morti e le scuole da controllare e mettere in sicurezza. «Non so nemmeno più spiegare quanto sono sfinita» dice lei con l’aria di una che non dorme da giorni. «Ma ce la faremo, agli studenti non faremo mancare niente». A cominciare dagli scrutini.

Il Corriere della Sera 06.06.12