Giorno: 18 Giugno 2012

"Ma l'emergenza non è finita", di Andrea Bonanni

L’ENNESIMO incubo della lunga notte dell’euro sembra dissolto. Il Parlamento di Atene avrà una maggioranza favorevole a mantenere gli impegni e a restare nella moneta unica. I cittadini greci hanno compiuto una scelta difficile e responsabile, come già due settimane fa gli irlandesi, quando avevano detto sì al referendum sul “fiscal compact”. Questa è certamente una buona notizia per i leader europei che oggi si presentano al G20 in Messico con una spina nel fianco in meno. Diventerebbe però una catastrofe se li inducesse, anche solo per un istante, a credere che l’emergenza sia momentaneamente superata e ad abbassare le ambizioni sui passi da intraprendere al prossimo vertice di fine giugno. Il messaggio che arriva da Atene, come quello partito da Dublino, apre uno spiraglio di speranza nel grande dibattito sulla contrapposizione tra democrazia e mercati che fa da sfondo alle convulsioni europee. Dopo aver assistito alla crescita esponenziale delle pulsioni populiste e nazionaliste alimentate dalla crisi economica, l’Europa può cominciare a sperare che la democrazia sia in grado di dare risposte adeguate anche a …

"Parigi, una Le Pen all'Assemblée", di Cesare Martineti

Una Le Pen all’Assemblée dove il Ps di Hollande ottiene la maggioranza assoluta (come Mitterrand nell’81 , ma con il Pcf). Non è però la Le Pen più attesa, Marine, bensì la nipote Marion, appena 22 anni. Novità simbolica, e velleitaria. Quel che più conta al termine del secondo turno delle legislative, un mese e dieci giorni dopo l’elezione all’Eliseo del socialista François Hollande, è che il Presidente ha ottenuto la maggioranza che aveva chiesto ai francesi. È un risultato schiacciante, ottenuto grazie a un’astensione altissima (ha votato solo il 57 per cento) che segna comunque un vero cambio stagione: battuto Sarkozy, sono caduti anche molti dei suoi. Per la destra, minoritaria anche nelle regioni e nei dipartimenti, comincia una vera traversata del deserto. Hollande ha ora la possibilità di dispiegare senza alibi quel programma di «riforme per la crescita» che ne hanno fatto una sorta di feticcio di anti-Merkel nell’iconografia della politica europea. La sua squadra sarà monocolore, non avrà il condizionamento dell’estrema sinistra, che pure l’ha appoggiato nel ballottaggio contro Sarkò. Dovrà semmai …