ambiente, attualità

«L’Emilia sarà d’esempio per il Paese», di Elisabetta Tedeschi

Gli amministratori riuniti alla Festa del Pd con il governatore Vasco Errani: «Qui non facciamo la cresta sul terremoto, riapriremo le scuole e le fabbriche senza dare spazio alle imprese mafiose». Barbara Bernardelli, energica giovane signora, è reduce da un doppio terremoto. Come sindaco di Reggiolo, comune del reggiano a pochi chilometri dal mantovano, nel giro di una trentina di giorni si è trovata, così come i suoi 9400 amministrati, colpita prima dal crac della Cmr, la storica Cooperativa muratori di Reggiolo, cui 800 famiglie avevano fiduciosamente affidato i propri risparmi, poi dalle scosse del 20 e del 29 maggio che, in particolare la seconda, hanno danneggiato un centinaio di attività commerciali e messo fuori casa 800 persone.
Adesso, racconta dal palco della Festa nazionale del Pd a Reggio Emilia, le cose sono migliorate: «Gli sfollati sono ridotti ad un’ottantina, ed è stato fatto un grande lavoro, grazie alla solidarietà, al volontariato e all’opera delle istituzioni. Ed anche per la vicenda Cmr, il movimento cooperativo sta cercando di venire incontro alle esigenze della nostra comunità».
Con lei, sabato sera, hanno discusso del dopo terremoto e delle prospettive della ricostruzione i primi cittadini di Crevalcore, nel bolognese, Claudio Broglia, e di Mirandola, in provincia di Modena, Maino Benatti, il presidente della Regione Emilia Romagna Vasco Errani, il segretario regionale del Pd Stefano Bonaccini, il direttore de l’Unità Claudio Sardo. Al confronto ha voluto portare una breve testimonianza anche il leader degli Stadio Gaetano Curreri, tra i protagonista l’altra sera del tributo a Lucio Dalla (spettacolo d’apertura della Festa). Curreri ha ricordato davanti ai sindaci il concerto del 25 giugno scorso a Bologna di solidarietà per i terremotati ed «il grande contributo di Beppe Carletti» dei Nomadi, definito il Bob Geldof dell’Emilia.

Claudio Broglia ha snocciolato la sua triste contabilità del sisma: “Su 13500 abitanti, a Crevalcore, mille e 100 sono state le persone ospitate nei campi per gli sfollati. Abbiamo fatto, come Comune, 1350 ordinanze per strutture inagibili. Le attività produttive, nel nostro territorio, non hanno subito grossi danni, tant’è vero che adesso ospitiamo anche un’azienda di Mirandola del biomedicale. E a volte mi chiedo quale altra Regione avrebbe potuto sopportare un terremoto di questa gravità». Crevalcore è da pochi giorni il primo Comune terremotato dell’Emilia ad aver chiuso il campo dell’emergenza. E ovviamente il sindaco ne è molto contento.

Anche a Mirandola, 25mila abitanti, di cui un terzo fuori dalle proprie abitazioni nel momento dell’emergenza ed ora 890 ancora da sistemare, la situazione sta lentamente ritrovando una normalità. Ma Mirandola è uno dei Comuni più colpiti: «Siamo stati tra le realtà più ferite in tutti i sensi, ma dove c’erano capannoni inagibili tutti, lavoratori e imprenditori, si sono attivati per riprendere il lavoro in tensostrutture», ricorda Benatti, il cui impegno primario è ora «aprire le scuole, dal momento che sono inagibili tutte le superiori, due elementari ed una materna. Dobbiamo fare in modo che per 5mila studenti l’anno scolastico parta al più presto». Secondo il primo cittadino del Comune della bassa modenese, «si è dimostrato che questo paese funziona anche nella pubblica amministrazione, dando risposte umane ed efficaci». Bonaccini ha ricordato come i fondi raccolti da circoli e feste del Pd a favore delle popolazioni colpite dal sisma (oltre mezzo milione di euro, cui andrà aggiunta anche parte dei ricavi della Festa democratica) sono stati già consegnati ai Comuni interessati.

Il presidente Errani ha espresso soddisfazione per il rinvio al 30 novembre prossimo del pagamento delle tasse per i cittadini delle zone terremotate, ferma restando la richiesta di una proroga di durata maggiore, «perché non chiediamo assistenza, ma non accettiamo cose inique». Il commissario per l’emergenza ha ripercorso l’azione delle istituzioni negli ultimi tre mesi, improntata a «umanità, socialità e responsabilità». Ma non si nasconde che esiste ancora un’ampia area di disagio. «Abbiamo predisposto 37mila e 500 schede per i danni ai fabbricati in due mesi e posto alcuni paletti, innanzitutto assicurare l’inizio dell’anno scolastico per quei 18mila alunni che non avevano più le scuole e per gli allievi dei 260 istituti che stiamo mettendo in sicurezza. Altra priorità della nostra azione è la sicurezza sul lavoro, perché non possiamo più permettere che lavoratori e imprenditori muoiano sotto i capannoni». Errani ha assicurato la massima vigilanza negli appalti: «Sappiamo che nella nostra Regione ci sono rischi di infiltrazioni mafiose. Fermeremo le imprese non in regola, anche nei lavori affidati dai privati».

Non è mancato l’affondo del presidente della Regione nei confronti di «chi fa facile populismo in rete, perché il populismo cerca solo un Cavaliere bianco da applaudire». «L’esperienza dell’Emilia Romagna dovrà dimostrare ad italiani e tedeschi che esiste un’Italia che non fa la cresta sul terremoto. Che esiste una politica utile ai cittadini. Il mio desiderio è di tornare fra tre anni e mezzo e di camminare a testa alta a Mirandola, Reggiolo e Crevalcore: una cosa che non potrà fare chi è andato a l’Aquila con gli elicotteri e ha promesso miracoli…».

L’Unità 27.08.12