attualità, politica italiana

"Medici di base, ok alla riforma ma i dottori degli ospedali bocciano i limiti all’attività privata", di Michele Bocci

Avanti con gli ambulatori aperti 24 ore al giorno. I medici di famiglia apprezzano le misure del decretone sanità che li riguardano. «Per noi è la riforma più importante dal 1980 ad oggi», si spinge a dire Giacomo Milillo, il segretario della Fimmg, il sindacato di categoria con più iscritti. Sono decisamente meno soddisfatti i camici bianchi ospedalieri per le norme sull’intramoenia che andrà svolta in strutture comprate, affittate o convenzionate dalle aziende. Il cambiamento che inciderà di più sui cittadini, tra tutte le norme dell’atto che il ministro Renato Balduzzi porterà venerdì in Consiglio dei ministri, è quello sugli studi dei medici di famiglia. Si prevede la creazione di gruppi di professionisti – che potranno lavorare anche con pediatri, guardie mediche, specialisti e infermieri – che gestiranno insieme strutture aperte tutto il giorno, dove gli assistiti troveranno sempre una risposta a molti dei loro problemi di salute. Se non sarà il loro dottore a dargliela, ci penserà un altro medico del maxi ambulatorio. A qualsiasi. «Stimiamo che per mandare avanti questi studi ci vogliano 15-25 dottori spiega Milillo – Siamo contenti che il decreto raccolga le nostre proposte di rifondazione della professione del medico di famiglia ». I medici di famiglia di recente hanno polemizzato duramente con Balduzzi per la norma che li obbliga a scrivere il principio attivo dei farmaci sulle ricette e non più il nome commerciale. «Non facciamo ripicche, quella legge non ci piace ma questa ci va bene – spiega Milillo – Certo, non escludo che i singoli medici, dopo anni di frustrazioni e di manovre che hanno cercato di condizionare la loro attività, siano un po’ diffidenti, però la strada è quella giusta». Con gli ambulatori strutturati in modo diverso i dottori potranno dedicarsi anche alla medicina di iniziativa, «cioè potremo essere noi a contattare i pazienti, ad esempio cronici, per sincerarci che seguano le terapie facciano gli esami». La novità sarà a costo zero. «Anzi se lavoriamo bene, con il tempo – dice Milillo vedremo una diminuzione del-l’attività degli ospedali, e quindi una riduzione di spesa. Certo, a quel punto le risorse andranno spostate sulle nostre strutture».
Sul fronte ospedaliero c’è meno soddisfazione per la norma sui medici dipendenti del servizio
pubblico, quella sulla libera professione intramoenia. I dottori che continueranno a farla fuori dagli ospedali, ma in strutture comunque convenzionate dalla Asl, saranno controllati con una sorta di “tele lavoro”, tramite il computer. «Intanto le cose non mi sembrano molto diverse da prima – spiega Costantino Troise del sindacato Anaao – Siamo d’accordo sulla questione telematica, il punto però è capire se le Asl hanno gli spazi chiesti dalla legge, separati e distinti, per permettere ai professionisti di fare intramoenia negli ospedali. In molte Regioni non ci sono». A Massimo Cozza della Cgil non piace la possibilità data alle amministrazioni di sperimentare comunque convenzioni con i privati. «Non ci sono grossi cambiamenti, il provvedimento ha troppe deroghe. I principi di trasparenza e tracciabilità vanno bene ma non si può lasciare ancora la possibilità al medico di allontanarsi dal pubblico».

La Repubblica 27.08.12

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Guerra: “Nessun taglio alle prestazioni”

«Non taglieremo la spesa sociale, questo deve essere chiaro». Maria Cecilia Guerra, sottosegretario al Welfare, segue da mesi l’iter di revisione dell’Isee. E ne difende le novità.
Imu, rendite finanziarie. Il nuovo Isee sarà più alto. Non si rischia una stretta sulle agevolazioni?
«No, anzi. L’intervento sarà a platea invariata. E lo strumento, ora più mirato, selettivo ed equo, ci consentirà di favorire i bisognosi. Escludendo chi bara. Un quarto lo fa sui redditi, figuriamoci sui patrimoni. E il 10,4% dichiara Isee zero. Troppi».
Aumenterete i controlli?
«Il nuovo Isee arriverà già “precompilato”, con i dati acquisiti dagli archivi delle amministrazioni. Chi lo richiede lo integrerà o correggerà. Poi Inps e Agenzia delle entrate incroceranno le verifiche».
Nel 2010 ben 15 milioni di italiani dichiaravano, ai fini Isee, di non avere neanche un conto corrente.
«Molti svuotano i conti poco prima di fare la dichiarazione. Per questo il “31 dicembre” non sarà più la data entro la quale comunicare “quanto hai sul conto”. Ma un giorno, estratto a sorte, degli ultimi tre mesi dell’anno».
Un Isee più elevato comporterà cambiamenti nelle soglie?
«Ogni ente erogatore dovrà rivederle ».
E lo Stato?
«Ne rivedremo, al ribasso, solo due: l’assegno di maternità alle madri non coperte da altre garanzie, e l’assegno per nuclei con almeno tre minori ».
Molti ne saranno esclusi, allora.
«Non dai nostri calcoli. Il nuovo Isee sarà uguale o più basso per chi usufruisce di questi assegni».
Si introdurranno soglie Isee anche per le prestazioni oggi a carattere universale, come pensioni di invalidità civile o assegni sociali?
«Assolutamente no. Non è mai stato nelle nostre intenzioni».
Rifinanzierete la social card di Tremonti?
«Sì, nella legge di stabilità».

La Repubblica 27.08.12