Mese: Agosto 2012

"Perché Profumo è rimandato", di Paola Fabi

Il concorso della scuola non passa l’esame e se non viene proprio bocciato, comunque è rimandato agli esami di riparazione. Sindacati e docenti precari chiedono prima la stabilizzazione dei docenti in graduatoria e il Pd teme il “rispolvero” del vecchio sistema del ’99 (anno dell’ultimo megaconcorso). E che l’effetto annuncio non abbia fatto un grande effetto si è visto ieri alla Festa del Pd quando prima e durante il dibattito sulla scuola insegnati precari hanno contestato il ministro chiedendo spiegazioni sulle modalità del concorso e sul futuro dei docenti già precari. E malgrado le risposte rassicuranti di Profumo (saranno messi in ruolo insegnanti presenti nelle graduatorie, al concorso potranno partecipare gli abilitati mentre quelli in attesa di abilitazione parteciperanno a un altro concorso previsto nel 2013) la tensione resta alta. Un nervosismo che si è misurato chiaramente durante il dibattito della Festa democratica, con Francesca Puglisi, responsabile scuola dei dem, che ha “ricordato” al ministro quanto fatto dal centrosinistra prima della mannaia dei tagli e cioè un piano pluriennale per la stabilizzazione dei precari delle …

"Senza libri, Napoli perde la sua anima", di Massimiliano Amato

È una corsa contro il tempo: oggi pomeriggio, riunione plenaria con la partecipazione di molti amministratori del Napoletano, accorsi al capezzale di uno dei templi della cultura laica europea e dei parlamentari eletti in città. Venerdì, incontro tra Gerardo Marotta, presidente e «anima» dell’Istituto italiano di Studi Filosofici, e Guido Trombetti, già rettore della Federico II, oggi assessore della Giunta regionale di centrodestra. Il «siluro», denuncia Marotta, è partito proprio da Palazzo Santa Lucia: la revoca di una serie di delibere adottate durante l’era Bassolino, che condanna all’esilio da Napoli una delle più fornite e prestigiose biblioteche d’Occidente. C’è l’anima e il sangue della grande cultura europea, dal Seicento in poi, nei milleseicento scatoloni che l’ultimo giacobino di Napoli ha malinconicamente chiuso e spedito provvisoriamente a Casoria, nel capannone di un’ex azienda ottenuto grazie all’intercessione di un amico imprenditore. Trecentomila volumi, molti rarissimi, un’infinità di «prime edizioni»: dall’En- cyclopedie di Diderot e D’Alembert agli scritti di Giordano Bruno, alle opere di Benedetto Croce. Passando per Filangieri, Genovesi, Kant, Hegel, Fisher. Un patrimonio stimato in dieci …

"I roghi, crimine italiano", di Cesare De Seta

In questa torrida estate l’Italia è assediata dal fuoco. Nella mappa degli incendi che divorano boschi e macchia non è risparmiata nessuna parte del Paese: dalla Liguria alla Sicilia, dalla Toscana alla Calabria. Oltre l’88 per cento, secondo le stime più caute, sono incendi dolosi, l’autocombustione è un fenomeno marginale di un disastro ecologico di vaste proporzioni. Sono stati arrestati alcuni piromani, ma le forze dell’ordine hanno dichiarato che in molti luoghi sono stati ritrovati primitivi congegni a lenta combustione: in modo che l’incendiario possa porsi al riparo da ogni personale rischio. La simultaneità di questi roghi, che investono vasti fronti di fuoco, rende il lavoro – rischioso e costoso – del Corpo forestale e della Protezione civile un’impresa che non è retorico definire disperata. Il caso dell’incendio doloso appiccato a Monte Mario, nel cuore della capitale del Paese, è un segno di una disfatta che fa il paio con l’incendio dei Camaldoli a Napoli. Non mi pare che qualcosa di simile si registri a Barcellona o a Marsiglia. Il mare di fuoco dilaga in …

"Un’altra politica è possibile", di Massimo D'Antoni

Esiste oggi, in Italia, lo spazio per un’autonoma proposta di politica economica per la coalizione di centrosinistra? Oppure, nella situazione data, il compito prioritario di tale coalizione è quello di recuperare la fiducia internazionale, attuando una ricetta predefinita? In questa domanda può riassumersi il nucleo del dibattito in corso, e la risposta che diamo è rilevante anche per la tanto discussa questione della continuità del prossimo con l’attuale governo. La domanda non è affatto retorica. Non sarebbe del resto la prima volta che il ruolo di una forza progressista viene identificato nella sua maggiore capacità di garantire il consenso del proprio elettorato di riferimento attorno a riforme impopolari, o magari nella sua capacità di ridurre il danno, senza tuttavia mettere in discussione la direzione di marcia. Intendiamoci: qui non si vuole né sottovalutare il tema dell’affidabilità del Paese rispetto agli investitori, né eludere gli impegni derivanti dalla nostra partecipazione all’Unione e all’eurozona. Si tratta semmai di decidere quale sia lo spazio di manovra, se cioè la necessità di «fare i compiti a casa» debba prevalere …

"La primavera araba non giova alle donne", di Giovanna Zincone

Non sempre il progresso giova alle donne. La Tunisia ne ha offerto da poco un infelice esempio. Grazie al Codice del 1956 e a successive riforme, rappresentava un ammirato precursore dell’emancipazione femminile tra i Paesi arabi. E il nuovo corso tunisino è stato considerato il più assennato tra quelli scaturiti dalla Primavera araba. I risultati elettorali del 2011 non hanno premiato i partiti laici moderati, ma i rischi di chiusure islamiste parevano evitabili. Purtroppo la Commissione «Diritti e libertà» dell’Assembla Costituente tunisina, in disinvolta contraddizione con il proprio titolo, ha approvato un nuovo articolo 28 che retrocede le donne. Afferma infatti: «Lo Stato assicura la protezione dei diritti della donna», un’affermazione positiva solo all’apparenza; secondo Roberta Aluffi, studiosa di diritto delle religioni, si tratta di una rischiosa espressione islamista perché implica specifici diritti femminili (il dono matrimoniale e il mantenimento), cui potrebbero fare da pendant pesanti diritti maschili (il ripudio e l’obbedienza delle donne di famiglia). L’articolo 28, inoltre, vuole la donna «associata» o «complementare» all’uomo non solo nella sfera familiare, ma anche nella «edificazione …

"L’importanza dei numeri primi", di Piergiorgio Odifreddi

Un mese fa, l’inserto domenicale del New York Times ha pubblicato un articolo intitolato L’algebra è necessaria? A porsi la domanda non era ovviamente un matematico, o uno scienziato. Bensì, un politologo, preoccupato del fatto che ormai nelle scuole statunitensi la matematica sia diventata un ostacolo obbligatorio, che devono superare tutti coloro che poi vorranno iscriversi a qualunque tipo di corso di laurea all’università, scientifico o umanistico che sia. «Pure i poeti o i filosofi devono studiare la matematica alle superiori», si scandalizzava il povero politologo! E il suo argomento era che è giusto far sudare sulle equazioni o i polinomi gli studenti che se lo meritano, perché vogliono diventare ingegneri o fisici. Ma perché mai torturare gli altri, così sensibili, che vogliono invece scrivere versi o dedicarsi alla metafisica? Da noi, queste cose le dicevano Croce e Gentile un secolo fa, e il bel risultato che si ottiene a non far studiare la matematica agli umanisti lo si vede anzitutto dalle loro opere filosofiche, appunto. Più in generale, non è certamente un caso che …

"Concorso, quiz per 500 mila prof", di Alessandra Ricciardi

È il punto forse più delicato, certamente più dibattuto, del bando di gara che sarà ufficializzato a fine settembre: i test di preselezione. Domande a risposta chiusa e di tipo logico, senza nessun riferimento alle specificità disciplinari. Insomma, quiz generalisti per aspiranti docenti di lettere così come di matematica, con l’obiettivo di indagare le attitudini trasversali dei candidati più che le competenze specifiche. La preselezione si rende necessaria per scremare l’esercito dei candidati alle 11.892 nuove cattedre a tempo indeterminato, la metà dei posti complessivamente disponibili (l’altro 50% sarà coperto con lo scorrimento delle graduatorie a esaurimento) per il prossimo anno scolastico. Trascorsi 13 anni dall’ultimo concorsone, al ministero dell’istruzione le stime ufficiose parlano di almeno 500 mila aspiranti prof che avrebbero i requisiti per il concorso. A dare l’annuncio ufficiale dell’avvio delle procedure di selezione è stato lo stesso ministro dell’istruzione, Francesco Profumo, al termine del consiglio dei ministri della scorsa settimana. Profumo aveva dichiarato l’intenzione di procedere a un concorso sin dalle prime settimane del suo insediamento a viale Trastevere. Ma quella che …