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"Perché Profumo è rimandato", di Paola Fabi

Il concorso della scuola non passa l’esame e se non viene proprio bocciato, comunque è rimandato agli esami di riparazione. Sindacati e docenti precari chiedono prima la stabilizzazione dei docenti in graduatoria e il Pd teme il “rispolvero” del vecchio sistema del ’99 (anno dell’ultimo megaconcorso). E che l’effetto annuncio non abbia fatto un grande effetto si è visto ieri alla Festa del Pd quando prima e durante il dibattito sulla scuola insegnati precari hanno contestato il ministro chiedendo spiegazioni sulle modalità del concorso e sul futuro dei docenti già precari.
E malgrado le risposte rassicuranti di Profumo (saranno messi in ruolo insegnanti presenti nelle graduatorie, al concorso potranno partecipare gli abilitati mentre quelli in attesa di abilitazione parteciperanno a un altro concorso previsto nel 2013) la tensione resta alta. Un nervosismo che si è misurato chiaramente durante il dibattito della Festa democratica, con Francesca Puglisi, responsabile scuola dei dem, che ha “ricordato” al ministro quanto fatto dal centrosinistra prima della mannaia dei tagli e cioè un piano pluriennale per la stabilizzazione dei precari delle graduatorie, e poi con Manuela Ghizzoni, presidente della commissione cultura della camera, che ha “rimproverato” al ministro la mancanza di dialogo con le forze politiche e con i lavoratori della scuola. Ma non solo: Puglisi e Ghizzoni hanno anche ricordato le due ultime pessime prove del Miur: il concorso per dirigenti scolastici e per l’accesso ai Tfa (Tirocini formativi attivi) sulle quali sono piovuti centinaia di ricorsi per i quesiti sbagliati.
Accuse che il titolare di viale Trastevere ha rispedito al mittente rassicurando su «tempi certi e trasparenza» ma che hanno, comunque, lasciato l’amaro in bocca a quei docenti che negli ultimi anni hanno potuto contare solo su contratti a tempo determinato, supplenze, graduatorie a scorrimento. Le perplessità del Partito democratico erano state spiegate dall’ex collega all’istruzione (che aveva riesumato quella “pubblica istruzione” tanto invisa alla Gelmini) Beppe Fioroni che era andato giù duro: «Il concorso ha ancora vecchie regole che non fanno della scuola italiana una scuola normale. La scuola ha bisogno di far esaurire le graduatorie permanenti che, negli ultimi anni, sono raddoppiate aumentando il numero di precari. Serve una nuova metodologia di reclutamento».
Ma chi sono e quanti sono i potenziali candidati con l’abilitazione riconosciuta che potrebbero partecipare al concorso? A tentare potrebbero essere anche gli iscritti nelle graduatorie stufi di aspettare i tempi lunghi (a volte lunghissimi) della chiamata in ruolo: sono circa 210mila. Secondo i sindacati almeno un terzo di loro (circa 70mila) potrebbe presentarsi alla prova. Subito dopo ci sono 30mila docenti abilitati (soprattutto in scienze della formazione primaria) che hanno tentato inutilmente di entrare delle graduatorie a esaurimento.
Poi ci sono i diplomati dei vecchi istituti magistrali ai quali una norma del 1997 ha riconosciuto, in via permanente, la validità dell’abilitazione conseguita con il diploma. Il Miur li ha bloccati ma i ricorsi al Tar potrebbe rimettere in gioco circa 200mila persone. Poi ci sono gli altri abilitati, iscritti come seconda fascia, che finora si sono accontentati solo delle supplenze ma che potrebbero aggiungersi a questo esercito di candidati per 11.982 cattedre.

da Europa Quotidiano 28.08.12