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"Come sarà la moratoria dell’Imu nel 2013. In vista del cambio di pelle e di nome", di Raffaella Cascioli

Baretta: possibile una mediazione tra le posizioni di Pd e Pdl. Ocse: «Ridurre le tasse sul lavoro è più importante che ridurre l’Imu». Potrebbe non chiamarsi più Imu, magari avere una soglia di esenzione elevata ed essere strettamente legata ai servizi offerti dal territorio. La soluzione del complicato ruzzle Imu potrebbe essere l’uovo di Colombo. Che consentirebbe a Berlusconi di salvare la faccia, contribuirebbe a placare la smania di visibilità di Brunetta e contemporaneamente a blandire la Lega con la sua pervicace volontà di mantenere le imposte sul territorio, senza per questo scontentare il Pd.

Se infatti l’Imu sembra impegnare la dialettica mediatica della maggioranza (e non) di questi giorni, il superamento dello scoglio dell’imposta sulla casa appare con il passare delle ore e dei giorni non impossibile. Anche se il tema è legato a filo doppio con quelle riforme, tra cui quella fiscale, sul quale il presidente del consiglio Enrico Letta ha battuto fin dal suo discorso di insediamento alla camera.

Tuttavia, prima di sciogliere il nodo dell’Imu c’è la necessità di rivisitare il Def, il documento di economia e finanza, che attualmente è ancora in parlamento dove è slittato per consentire a camera e senato di votare la fiducia al nuovo governo. I deputati di maggioranza si accingono la prossima settimana a votare una risoluzione sul Def che impegni il governo (e quindi il nuovo ministro) a riscrivere il Documento e a ripresentarlo in parlamento entro la fine di maggio. Tuttavia, spiega Pier Paolo Baretta, vicepresidente della commissione speciale di Montecitorio che si scioglierà la prossima settimana con la costituzione delle commissioni permanenti, nella risoluzione sarà chiaro che saranno approvati i saldi attuali del Def.

Un tema questo su cui è intervenuto ieri in parlamento lo stesso ministro dell’economia Fabrizio Saccomanni che ha annunciato la presentazione di «una nota aggiuntiva al Def» perché nel documento siano recepiti «gli obiettivi strategici espressi dal presidente del consiglio». Modifiche che, si è affrettato ad aggiungere Saccomanni, saranno a saldi invariati.

D’altra parte, se per l’Ocse le priorità italiane riguardano la crescita e l’occupazione tanto che «ridurre le tasse sul lavoro è più importante che ridurre l’Imu», per Baretta si può arrivare sull’Imu a un accordo con il Pdl: «Credo che il problema vero sarà la restituzione, non tanto il 2013 e il futuro. Le differenze tra le posizioni di Pd e Pdl ci sono, ma sono gestibili». Per Baretta, che ha lavorato lo scorso anno a stretto contatto proprio con Brunetta per la risoluzione del Def 2012, un punto di mediazione si può trovare: «Noi abbiamo proposto di arrivare a 500 euro di esenzione, che vuol dire togliere l’Imu a quasi il 90% delle prime case, il Pdl di toglierla tutta. In quel 10% di differenza ci sono anche i redditi alti, quindi penso che una valutazione di merito possa essere fatta e una soluzione trovata».

Tanto più che l’Imu potrebbe cambiare nome e pelle. In ogni caso Letta ha chiarito che deciderà insieme alla maggioranza le coperture per i tagli di tasse preannunciati in parlamento: «Ho indicato la direzione di marcia. L’Italia ha una pressione fiscale assolutamente insostenibile, a tutto tondo. In prospettiva la pressione deve scendere, senza però un rilassamento fiscale».

da Europa Quotidiano 03.05.13