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"Il governo blocca i tagli a istruzione e ricerca", di Salvo Intravaia

Il governo blocca i tagli all’istruzione e alla ricerca che sarebbero dovuti scattare nel 2015. Una buona notizia per scuole, atenei e enti di ricerca che negli ultimi anni hanno dovuto subire la furia “riformatrice” della coppia Gelmini-Tremonti, prima, e del governo Monti dopo. La commissione Bilancio della Camera ha approvato un emendamento che blocca accantonamenti e riduzione per un totale 137 milioni, da effettuare a partire dal 2014, per consentire il pagamento alle imprese dei debiti contratti nei loro confronti dallo Stato e fare ripartire l’economia.

Il presidente del Consiglio Enrico Letta lo aveva promesso un paio di domeniche fa durante la trasmissione televisiva “Che tempo che fa” condotta da Fabio Fazio, impegnandosi a dimettersi se il governo avesse operato ulteriori tagli a scuola, università, ricerca e cultura. Anche la neoministra dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, si era impegnata a salvaguardare l’istruzione pubblica. E lo ha fatto postando su facebook un impegno a considerare “come centrali nell’azione di governo scuola, università e ricerca” E adesso arrivano i primi fatti.

Ieri pomeriggio, la V commissione della Camera ha approvato l’emendamento al disegno di legge che converte in legge il decreto sulle “Disposizioni urgenti per il pagamento dei debiti scaduti della pubblica amministrazione” che esclude istruzione e ricerca dai tagli lineari in previsione dal governo. Il ministro Carrozza, “esprime soddisfazione” per il provvedimento. “E’ un’ottima notizia – afferma il ministro – che conferma l’attenzione di questa maggioranza nei confronti della scuola, della ricerca e dell’università. Si tratta di temi che, come abbiamo ribadito durante l’incontro di Sarteano, saranno centrali e prioritari nell’azione del governo”.

Il decreto prevedeva, tra accantonamenti e riduzioni, un taglio al bilancio dell’istruzione scolastica per un totale di 75 milioni di euro da operare in due anni: il 2014 e il 2015. L’istruzione universitaria avrebbe dovuto rinunciare a 47,5 milioni e la ricerca scientifica a 13,5 milioni, quasi tutti a scapito della ricerca di base. Un primo segnale che fa ben sperare alunni e insegnanti della scuola, studenti e docenti universitari, ricercatori e rettori dopo l’ondata di tagli che ha letteralmente falcidiato i Fondi per il finanziamento ordinario delle università, i bilanci degli enti di ricerca e il personale della scuola.

da repubblica.it