Pubblica amministrazione, più efficienza e meno sprechi: si può fare
Il ministro della pubblica amministrazione, Gianpiero D’Alia, ha recentemente affermato di voler convocare sindacati e Aran per dare il via a una «negoziazione» sulla parte normativa dei contratti. Un passo importante, significativamente bene accolto dalle rappresentanze dei lavoratori, che ora ha l’opportunità di trasformarsi in un cammino riformista pienamente concertato. È possibile e doveroso lavorare all’efficientamento delle tante realtà nazionali e locali della pubblica amministrazione e a organi di raccordo su cui interferiscono troppe intermediazioni parassitarie. Vuol dire combattere sprechi e inefficienze; diminuire drasticamente i troppi collettori di spesa, centralizzandoli e controllandoli rigorosamente. E ancora: abbattere consulenze e costosi quanto inutili outsourcing, valorizzando le tante e ottime risorse interne alla pubblica amministrazione; dare attuazione alle nuove disposizioni sulle piante organiche, aggiornando lo strumento della mobilità e spostando, ove possibile, il lavoro e non i lavoratori. Soprattutto vuol dire utilizzare le somme recuperate da queste operazioni per andare incontro a dipendenti pubblici che, specialmente negli anni governati dalla destra, hanno subito solo tagli lineari, vedendo crollare drasticamente il proprio potere d’acquisto. Qualificare la spesa pubblica, elevare …