Giorno: 25 Dicembre 2013

“La donna che sfidò i banchieri”, di Federico Fubini

I banchieri dei grandi scambi internazionali sono una categoria così impopolare da far spesso dimenticare un dettaglio: li abbiamo inventati noi. I primi uomini di finanza, capaci di garantire gli scambi di merci, valuta o di debito attraverso le frontiere europee, furono quasi tutti italiani. Fiorentini, pisani, senesi, lucchesi, astigiani, genovesi o parmensi nati nel dodicesimo o nel tredicesimo secolo e cresciuti nell’idea di creare denaro tramite altro denaro, aiutando (in teoria) il prossimo a concludere i propri affari in spezie, tessuti o derrate agricole. Neanche all’epoca aveva l’aria di essere una professione dignitosa. A Firenze o in Piemonte la pratica di prelevare un tasso d’interesse sui prestiti appariva talmente spregevole da essere riservata unicamente agli ebrei. Questo non impedì al numero di professionisti del settore in Italia di continuare a crescere durante i decenni del «big bang» finanziario e commerciale del basso medioevo. Solo a Firenze, fra il 1304 e il 1314, il numero dei cambiavalute salì da 274 a 314 e le «tavole di cambio» passarono da 93 a 135. Era una finanza …

“Dialogo semiserio sull’anno che verrà”, di Mario Calabresi e Massimo Gramellini

Calabresi: «Spieghiamo subito il titolo. Normalmente che cosa fa uno che ha perso?» Gramellini: «In Italia? Si lamenta dell’arbitro». Cal: «Lamentarsi non serve a niente. Farebbe molto meglio a dire: ci riproviamo». Gram: «Ottimo proposito. Lo metterò in lista, il 31 dicembre». Cal: «Quest’anno si ha quasi paura di fare la lista dei buoni propositi e dei desideri per il 2014. Paura di restarci male. Esiste una nuova forma di pudore, quello che frena la speranza. Invece bisogna riprovarci, anche se ci siamo fatti male troppe volte». Gram: «Nei cuori e nelle teste è passato il principio che l’Europa abbia perso la terza guerra mondiale contro la Cina. Dovevamo essere noi a esportare i diritti civili e sindacali in Oriente. Invece sono stati i cinesi a esportare qui i loro stipendi». Cal: «È proprio questo senso di declino inesorabile che dobbiamo combattere. Il mondo va avanti, il futuro è qualcosa di non scritto». Gram: «Di sicuro è qualcosa che non possono scrivere gli altri per noi. Un ragazzo, simpaticissimo, mi ha mandato questa mail: “Io …

“La scuola cade a pezzi. Per fortuna ci sono gli insegnanti”, di Franca Sironi

Ma che sorpresa. Con i tagli alla scuola, i genitori in trincea perché devono portarsi la carta igienica, gli insegnanti che celebrano i tempi del loro scontento condannati al precariato e alla marginalità, che fossero proprio i liceali a darci una soddisfazione internazionale non se lo aspettava nessuno. Eppure scorrendo le classifiche stilate dall’Ocse sulle performance dei quindicenni italiani si scopre che migliorano. E sono forse l’unico “più” che il nostro paese ha portato a casa nel 2013 dal confronto globale. I voti dei liceali sono migliorati di 2,7 punti nei quesiti di matematica, di 3 in scienze, di 0,5 nella comprensione dei testi. Pur restando sotto la media internazionale, si fanno avanti. E gli esperti del settimanale “The Economist” non hanno dubbi su di chi sia il merito. Nel rapporto 2013 sulla scuola realizzato dalla casa editrice Pearson ribadiscono – su solide basi scientifiche, attraverso dati, statistiche, interviste – che l’unico fattore che conta, per l’istruzione di base, sono gli insegnanti. Non il Pil, non le strutture avveniristiche, nemmeno le nuove tecnologie. A pesare …

“L’orchestra dei nazisti, Vienna svela la vergogna”, di Andrea Tarquini

Dopo oltre mezzo secolo di silenzio, i Wiener Philarmoniker si piegano al pressing degli storici e lasciano far luce sulle pagine orribili del loro passato di complicità attiva con il nazismo. La celebre orchestra filarmonica della capitale austriaca ha ritirato le decorazioni che dopo l’Anschluss (l’annessione dell’Austria al Reich) aveva concesso a sei alti gerarchi nazisti. Meglio tardi che mai, ma i decenni di silenzio restano vergognosi. Tanto più che scorrendo i nomi dei sei decorati dai Philarmoniker troviamo alti responsabili della tirannide, condannati al processo di Norimberga. Lo stesso modo di prendere la decisione — adottata in segreto il 23 ottobre, ma resa nota solo ora grazie all’insistenza d’un team di storici guidato da Oliver Rathkolb — la dice lunga sull’ambiguità di fondo dei Wiener Philarmoniker con il loro passato di adesione entusiasta al nazismo. Basta evocare i nomi dei sei alti gerarchi, decorati fino alla revoca degli onori in ottobre: Arthur Seyss-Inquart, tra i responsabili della Shoah, condannato a morte a Norimberga. O Baldur von Schirach, Gauleiter di Vienna occupata, o Albert Reitter, …