Giorno: 3 Dicembre 2013

“Ora la verifica ma il calvario non è finito”, di Marcello Sorgi

Non saranno affatto una passeggiata la fine delle larghe intese e l’avvio della fase nuova, che dovrebbe prendere corpo dopo il dibattito e il voto di fiducia della prossima settimana. Il comunicato quasi a doppia firma, uscito dal Quirinale dopo un’ora di colloquio tra Napolitano e Letta, conferma che c’è una perfetta unità di vedute tra i due presidenti. Ma la lunga vigilia che ha preceduto il varo della verifica formale, in Parlamento, della maggioranza ristretta, ha già fatto capire che il calvario del governo non è finito. Non è un mistero, infatti, che Letta, e in un primo momento anche Napolitano, puntassero a evitare lo stress di un altro passaggio parlamentare nel bel mezzo dell’interminabile discussione sulla legge di stabilità, tra l’altro ancora in corso e con la grana infinita dell’Imu che stenta a chiudersi. D’altra parte, il governo aveva dimostrato di avere la maggioranza al Senato, cioè nella Camera dai numeri più incerti, anche dopo la decisione di Berlusconi di passare all’opposizione. Ufficialmente perché insoddisfatto dei contenuti della manovra di fine anno, di …

“Le Province”, di Valentina Conte

Il ministro Delrio definisce il disegno di legge “di importanza strategica per il Paese”. Non solo perché svuota le Province, battezza le dieci città metropolitane, regolamenta le Unioni dei piccoli Comuni. Ma per il potenziale che apre. “Questa riforma può valere molto di più di qualsiasi spending review governata dall’alto”, ha detto ieri in aula alla Camera dove il provvedimento è arrivato, dopo il via libera anche della commissione Bilancio. E nonostante qualche distinguo della Ragioneria dello Stato su alcune parti del ddl che potrebbero “potenzialmente” essere prive di coperture. “Puntiamo a una conversione in legge entro i primi giorni dell’anno nuovo”, auspica il ministro. Senza Forza Italia però, che già preannuncia il suo no. “Il ddl non abolisce le province, ma di fatto crea un ulteriore e inutile carrozzone”, ripeteva ieri Brunetta. NON abolizione, ma svuotamento delle Province. Non accorpamento dei Comuni, ma passaggio morbido all’Unione di quelli piccoli. Non dal primo gennaio, ma entro l’anno prossimo le dieci Città metropolitane. A parte questo, il disegno di legge Delrio, noto come Svuota-Province, è un …

“Imu, il pasticcio di Saccomanni”, di Ruggero Paladini

La vicenda dell’Imu diventa sempre più simile al nodo gordiano di Alessandro Magno. Cerco di sintetizzare i momenti salienti dell’ingarbugliamento: 1) la prima rata, dapprima sospesa, è stata definitivamente eliminata, ma la seconda è ancora viva e vigile e la legge di stabilità non si è occupata del problema. 2) I Comuni, che devono ancora varare il bilancio 2013, possono quindi mettere a bilancio tra le entrate la seconda rata, e poiché hanno la facoltà di variare in giù (in teoria) o in su l’aliquota del due per mille, hanno un incentivo a portarla sui livelli massimi (sei per mille), incentivo a cui molti sindaci non hanno resistito; 3) l’incentivo deriva dal fatto che, anche se formalmente, cioè a legislazione vigente, la seconda rata è ancora in piedi, è ben noto l’impegno politico del governo alla sua eliminazione; 4) ovviamente l’eliminazione della seconda rata, essendo una decisione politica a livello statale, comporta la necessità del Tesoro di rimborsare i Comuni della mancata entrata; 5) Comuni i quali hanno tempo fino al 9 dicembre di fissare …

Tra gli operai schiavi di Chinatown “Ora tutti gridano allo scandalo ma molti italiani si sono arricchiti con noi”, di Laura Montanari

Come ombre, arrivano da soli o in coppia, guardano da lontano il posto, il capannone bruciato di “Teresa moda”, le stoffe ammassate, le grucce esplose, gli stendini deformati dal fuoco, le sbarre alle finestre. Su una cassetta rovesciata, due o tre mazzi di fiori. Nessuno va loro incontro e loro non cercano nessuno. I lavoratori di Chinatown non fanno domande, non danno risposte. Guardano e basta. Se provi ad avvicinarli, dicono di non capire l’italiano, allungano il passo per sparire nelle fabbriche intorno: Macrolotto 1, zona industriale. Questa Prato è un bosco di capannoni e di tralicci che congeda la città coi campi incolti. Nei magazzini e nelle fabbriche arrivano furgoni e tir dall’Italia e dall’estero. Caricano abiti da tre o cinque euro che poi, spiega Marco Ye, che lavora nel Pronto moda, «trovi dei negozi a 30-50». Le insegne sono tutte in doppia lingua, italiano e cinese, Ye Life, Chic Style, Raymon Fashion. Qui non ci sono domeniche e di notte le luci restano accese fino a tardi se ci sono consegne da evadere, …

“Emorragia di studenti al Sud”, di Antimo Di Geronimo

Cresce il numero degli alunni e cresce anche il numero dei docenti. Ma solo al Nord e al Centro. Nel Meridione, invece, il numero degli alunni continua a scendere e con esso anche quello dei docenti, nonostante criteri di assegnazione dei prof alle classi e agli studenti disabili che vedono ancora favorite le regioni del Meridione. É quanto emerge dai dati sull’organico di fatto 2013/2014, che confermano un’inversione di tedenza, complice il maggior flusso migratorio nelle regioni settentrionali. A fronte di un incremento di 21.605 alunni, di cui 7500 portatori di handicap, gli organici dei docenti sono cresciuti complessivamente di 10.914 unità. Di queste, 1999 sono costituite da docenti su posto comune e 8915 da docenti di sostegno. La crescita del numero degli alunni è concentrata nella scuola dell’infanzia (+4375), primaria (+7434) e secondaria di II grado (+ 23.595). In controtendenza la scuola secondaria di I grado, che perde 13.799 alunni in tutte le regioni tranne Emilia Romagna (+946), Liguria (+94) e Toscana (+876). Segno meno anche per i posti comuni della secondaria di I …

“La mia città in ginocchio”, di Edoardo Nesi

Nella mia città si vive ricordando ogni giorno quanto infinitamente meglio di questo presente lercio e triste fosse il passato. Quando l’elenco telefonico era ingolfato dai nomi orgogliosi e buffi di migliaia di aziende tessili, tutte piccole e piccolissime, e producevamo i tessuti più belli del mondo. Nella mia città l’arrivo del nuovo millennio non è stato festeggiato come nelle altre città: sapevamo bene che avrebbe portato l’apertura totale del mercato tessile mondiale, e con essa un’invasione di prodotti cinesi, e subito dopo la crisi, una crisi rapida e nera e disperata che ci avrebbe costretti ad assistere impotenti allo spettacolo osceno di centinaia di piccole e piccolissime aziende che avviavano a chiudere, una dopo l’altra, a centinaia, nel silenzio beffardo e cattivo che accompagna sempre il crollare delle aziende piccine, quelle in cui si fa fatica a distinguere il titolare dal dipendente, a vederli lavorare fianco a fianco; quelle i cui nomi non vanno a finire sui giornali nemmeno quando falliscono; quelle che hanno sempre sostenuto l’Italia. Nella mia città sappiamo bene quale ridicola …