Giorno: 6 Aprile 2014

Il fisco divide il paese in otto zone: "ma Nord e Sud sono uguali", di Valentina Conte

C’è L‘Italia disoccupata, povera. Basso Pil, poche imprese, poco Internet. Strade e treni malmessi. E scarsa consuetudine con il pagamento delle tasse. Ma c’è anche l’Italia che corre, dinamica, scarsi reati, alta velocità, aziende leader, redditi alti e dichiarati. Tra le due, altre Italie, più sfumate. Otto in tutto ne ha rintracciate l’Agenzia delle entrate che ha potenziato DbGeo, un enorme database, integrato con dati di Istat, Banca d’Italia e Catasto. Mappando, per la prima volta in modo così compiuto, lo Stivale secondo zone omogenee per caratteristiche non solo fiscali, economiche e industriali. Ma anche sociali. Tenendo conto del disagio, della criminalità, dell’importo medio della pensione, dei senza lavoro e degli occupati. Con l’obiettivo di stanare chi non paga le tasse, certo. Ma calibrando gli interventi, anche in base ad un lettura del contesto. Forte con i forti, più vicina ai deboli. Almeno nelle intenzioni. Pronta forse a superare il record del 2013: 13,1 miliardi di somme recuperate, sui 90 di tax gap( differenza tra imposta dovuta e versata). «La condizione socio-economica è un fattore …

"La scure sui dirigenti e l’incognita bonus", di Claudio Tito

La crescita del debito pubblico e altre risorse per finanziare il taglio del cuneo fiscale. Sono queste le due spine che il governo dovrà estrarre prima che la manovra economica messa in campo venga effettivamente varata. Martedì prossimo, infatti, il consiglio dei ministri darà il via libera al Def, il Documento di economia e finanza. La settimana successiva, probabilmente il 16, sarà la volta del decreto per ridurre l’Irpef a chi guadagna meno di 28 mila euro l’anno. Ma appunto, in vista di questi due appuntamenti, Tesoro e palazzo Chigi devono mettere mano a questi due nodi. Soprattutto per quanto riguarda il debito, infatti, il Def potrebbe essere accompagnato per la prima volta — dopo l’approvazione del cosiddetto Fiscal compact — da una relazione da trasmettere alla Commissione europea. In cui si spiega perché lo stock del debito potrebbe non scendere — come fissato dai trattati — di un 1/20 nella parte eccedente il 60%. A Via XX Settembre, dunque, stanno prendendo in esame un problema che fino ad ora era rimasto “in sonno”. Sono …