Giorno: 7 Aprile 2014

"Le armi della Bce contro lo spettro della deflazione", di Carlo Buttaroni

Con la febbre a 39, il medico coscienzioso prescrive un farmaco per abbassarla e una terapia idonea a sconfiggere, non tanto la febbre che è un sintomo, ma la malattia che ne è la causa. Ma se, anziché alta, la temperatura del corpo fosse troppo bassa (34 gradi o addirittura meno), la questione sarebbe molto più preoccupante e, dopo le opportune verifiche su un eventuale malfunzionamento del termometro, il medico avvertirebbe immediatamente il pronto intervento, raccomandando una squadra di rianimazione pronta a tenere in vita il malcapitato. Infatti, poiché siamo animali a sangue caldo, l’ipotermia, cioè la temperatura corporea eccessivamente bassa, è un sintomo assai più pericoloso dell’ipertermia, cioè la temperatura più alta del normale. Le economie in generale, e quelle occidentali in particolare, sono sistemi «a sangue caldo», che per stare bene hanno bisogno di avere la temperatura sopra un certo livello. La temperatura dei sistemi economici si chiama inflazione. Quando l’inflazione si aggira intorno al 2%, vuol dire che non c’è febbre. Ci possono naturalmente essere altri generi di problematiche, ma la temperatura …

"Domani la Consulta su quel che rimane della Legge 40", di Franco Stella

Mai una legge aveva avuto una vita così tribolata, affossata da ben ventinove sentenze che ne hanno ridimensionato la portata, smantellandola dalla fondamenta. La legge 40 sulla procreazione assistita, in dieci anni di vita, ha subito un contraccolpo sull’altro. Ma la mazzata finale potrebbe arrivare domani quando la Corte Costituzionale sarà chiamata a decidere sul divieto di fecondazione eterologa (l’utilizzo di gameti, maschili o femminili che non appartengano alla coppia) previsto dalla legge insieme a quello sulla ricerca sugli embrioni. Fino a qui sono tre i pilastri della legge sulla fecondazione in vitro già abbattuti dai giudici: il divieto di produzione di più di tre embrioni, l’obbligo di impianto contemporaneo di tutti gli embrioni prodotti, su cui è intervenuta appunto la Consulta nel 2009, e il divieto di diagnosi preimpianto (ma per le coppie infertili, quelle che hanno accesso alla Pma, con intervento del Tar del Lazio sulle linee guida). «Siamo ottimisti anche sulla sentenza di domani afferma Filomena Gallo, avvocato e segretario dell’associazione Coscioni con la caduta del divieto di eterologa le coppie potranno …

"L'Ultima cena ricordo di Piero Terracina unico superstite della sua famiglia deportata ad Auschwitz" di Mariagrazia Gerina

“Fino a che non verrà meno il testimone, fino a quando non mi mancheranno le forze?”, recita la sua promessa ai ragazzi. Sono loro il viatico migliore per ogni nuovo viaggio. Anche adesso che ha ottantacinque anni compiuti, Piero Terracina se la ripete e parte. Così, appoggiandosi al bastone della memoria, stamattina sarà di nuovo ad Auschwitz-Birkenau. Ci è andato tante volte, in questi vent’anni, ha accompagnato migliaia di studenti. «Però stavolta temo l’emotività», confessa. Il viaggio, organizzato dalla Regione Lazio, cade in un giorno drammaticamente speciale. Il 7 aprile 1944, esattamente settanta anni fa, nella Roma occupata dai nazisti, Piero, che aveva appena 15 anni, insieme a tutta la sua famiglia, il padre Giovanni, la madre Lidia, la sorella Anna, i fratelli Cesare e Leo, lo zio Amedeo, il nonno Leone, furono venduti ai tedeschi, strappati dal loro nascondiglio, e avviati al massacro. Di otto che erano, soltanto lui è tornato. Quello fu il «16 ottobre» dei Terracina. E Piero, l’unico sopravvissuto, settanta anni dopo, è ancora qui per raccontarlo. Accetta di farlo con …

"La generazione no-jobs persa nella crisi", di Luisa Grion

Sono pienamente digitalizzati, a volte laureati e precari per definizione. Nati nei «favolosi » anni Ottanta, cresciuti nell’età dell’oro del consumismo, oggi sono soprattutto disoccupati. Più disoccupati di tutti gli altri. I trentenni, o meglio ancora quella fascia d’età che va dai 25 ai 34 anni, sono immersi fino al collo nella crisi e rappresentano in pieno quella generazione che anche secondo Christine Lagarde, direttore del Fondo Monetario, «rischiamo di perderci se non si fanno le riforme». Eppure di loro si parla meno: una parte non potrà nemmeno contare sulle opportunità che da maggio saranno offerte dalla «garanzia giovani » estesa fino ai 29 anni. Sopraffatti dal dato statistico che segna la disoccupazione giovanile considerata come tale quella fra i 15 ai 24 anni – oltre il 42 per cento, pochi si accorgono che in cifre assolute è la fascia successiva quella più penalizzata. Uno studio di Manageritalia fa notare come, fra i 24 e i 34 anni (guardando ai dati Istat sull’intero 2013, gli ultimi comparabili per classi d’età), ci siano 938.112 disoccupati, il …

"Il sonno che genera mostri", di Paolo Soldini

Il sonno dell’Europa genera mostri. Un mostro è Fidesz, il partito di Viktor Orbàn, che ha vinto le elezioni in Ungheria sulla base di un politica ultranazionalistica e autoritaria sul piano interno. Non è ancora chiaro se riuscirà a conservare la maggioranza dei due terzi dei parlamentari che gli consentirebbe di proseguire la sua politica di smantellamento delle garanzie nell’ordinamento democratico del paese, ma comunque la sua vittoria è chiara. Jobbik, il partito fascista alla sua destra, ha avuto un successo temperato per fortuna dalla buona (e inattesa) tenuta dell’opposizione democratica, ma il suo estremismo xenofobo, revanscista e antisemita che va a sommarsi all’autoritarismo in doppio petto di Fidesz rende ancor più minacciosi i molti fantasmi dell’eversione che si agitano per l’Europa, dalla Francia lontana alla vicina Ucraina. La conferma dello strapotere di Orbàn racconta all’Europa il contrario di quello che predicano le anime belle delle attuali istituzioni di Bruxelles e del Ppe, il partito popolare cui l’uomo forte di Budapest e i suoi aderiscono. Senza che nessuno abbia mai posto loro un problema di …

"Ecco perché la sfida di Putin aiuta l’Europa", di Marta Dassù

La politica internazionale può apparire dominata da eventi casuali. Ma in realtà funziona sulla base di aspettative razionali. Se tali aspettative si dimostrano sbagliate, l’ordine internazionale si dissolve. Gran parte dell’Europa non aveva previsto – come da ultimo ha sottolineato Ivan Krastev, uno dei migliori politologi della nuova generazione – che la Russia avrebbe reagito alla rivoluzione di Kiev annettendosi la Crimea. A essere onesti l’Italia, nelle discussioni del 2013 sull’offerta di partnership all’Ucraina, aveva cercato di mettere in guardia i colleghi europei. Se non avessimo tenuto conto del «fattore Russia», ci saremmo trovati di fronte – questo il nostro argomento – a una reazione scontata e molto dura di Mosca. Ci saremmo insomma trovati nel guaio in cui siamo oggi: l’ordine europeo post 1989, il cosiddetto ordine del dopo guerra fredda, è crollato a pezzi sulle sponde del Mar Nero. Quali sono le conseguenze? In nome delle aspettative razionali, possiamo scartare un ritorno puro e semplice alla guerra fredda. C’è chi lo teme, c’è chi lo prevede, ma non ci sarà. Per due ragioni. …

"Quanto costa uscire dall’euro", di Tito Boeri

Saranno pure semi-vuoti i teatri della tournée siciliana di Beppe Grillo. Ma le urne degli euroscettici erano piene in Francia e in Ungheria. Vediamo le ultime proiezioni sul primo vero voto europeo. ccreditano gli euroscettici di circa 150 seggi sui 751 nel nuovo Parlamento europeo, decisivi nello spostare la maggioranza a favore dei socialdemocratici o dei popolari. Nei paesi del Sud gli euroscettici sostengono la causa dell’opposizione all’austerità imposta dalla Germania, mentre al Nord prendono di mira gli immigrati che provengono dai paesi del Sud-Europa, compresi bulgari e romeni che fuggono dalla crisi in Spagna e in Italia. Il collante del populismo continentale è il rigetto della moneta comune. È un euroscetticismo con il simbolo dell’Euro al posto della “e”. Gli argomenti utilizzati da chi propugna l’uscita unilaterale dell’Italia dall’Euro si giovano del fatto che non ci sono precedenti storici. Si può dire tutto e il contrario di tutto senza timore che qualcuno dal pubblico alzi la mano contraddicendo chi parla coi propri ricordi. Ma alcuni argomenti ricorrenti degli anti-euro nostrani sono talmente sconclusionati che …