Giorno: 6 Aprile 2014

"La nave più grande d’Europa torna a sfregiare Venezia", di Francesco Merlo

Trainato dai cavi della Capitaneria, ma soprattutto dai cavilli del Tar, il mostro raccontato dagli ambientalisti — lo spavento, l’orrore, il pericolo — ha perso il fascino marinettiniano. Già dalle tegole rosse della Giudecca, alle sette del mattino, non sembra che sia tornato a penetrare Venezia, con la goffa insolenza della prima volta. Ma che invece se la stia portando appresso, che stia insomma trascinando con sé questo tappeto di case sull’acqua che gli hanno steso ai piedi. Ma è all’approdo che il mostro si rivela fantozziano distruggendo il ponte mobile di legno che chiamano finger, un incidente da nulla ma carico di simbologia, uno di quei presagi ai quali i marinai una volta davano la stessa importanza che noi diamo alla meteorologia. Di sicuro quel finger che si rompe somiglia alla bottiglia che non si rompe nel film di Paolo Villaggio quando la contessa Serbelloni Mazzanti Vien del mare (non) vara la nave. D’altra parte, quando lenta, ostinata e inesorabile, un’ora prima sfiorava i palazzi, le cupole e i campanili più agili e ariosi …

«L’Aquila rivivrà se demoliremo le new town», di Jolanda Buffalini

Le new town? «Noi le vogliamo demolire». L’affermazione è forte soprattutto perché viene dal giovane segretario della Fillea, Emanuele Verrocchi, ovvero dal sindacato delle costruzioni della Cgil aquilana, che nel senso comune dovrebbe pensare piuttosto a costruire che a propugnare il «consumo zero di territorio». Eppure lui va giù deciso: «Demolire le new town non è uno slogan, stiamo lavorando a un progetto serio su questo, sapendo che ancora servono e che ci sono le assegnazioni in corso per le persone, come i single, che erano state escluse nella fase dell’emergenza». Però il punto è che «secondo noi il futuro de L’Aquila va in un’altra direzione rispetto al Progetto Case. L’Aquila è città d’arte, quella è la sua vocazione, come sua vocazione è la difesa della natura, del territorio che ha intorno, su queste basi può rinascere». E non basta: «Le new town sono state il simbolo della dispersione, dell’isolamento delle persone e delle famiglie che con il terremoto hanno perso non solo i propri cari e la casa ma anche il senso della loro …

L’imprenditrice con il figlio malato «Donne e lavoro, autorganizziamoci», di Rita Querzè

Mina Pirovano è un’imprenditrice, una mamma, e anche una che cerca di cambiare il mondo. Chi la vuole immaginare deve pensare a una signora bionda, 44 anni, pragmatismo e parlantina a profusione. A proprio agio in Assolombarda, il salotto buono dell’industria milanese. Ma anche seduta davanti a un tè a Dubai, concentrata nell’impresa di convincere un potenziale compratore. Cosa vuol dire fare andare d’accordo famiglia e lavoro? Mina Pirovano lo ha scoperto fino in fondo un pomeriggio di primavera di cinque anni fa. «Allora mi occupavo dell’azienda di famiglia — racconta — settore manifatturiero, stampaggi in plastica per l’industria automobilistica o degli elettrodomestici. La mia seconda passione era il mondo dell’associazionismo rosa, forse per il senso di uno squilibrio nel mondo del lavoro troppo evidente. Così, insieme con la Camera di Commercio di Monza, avevo organizzato gli Stati generali dell’imprenditoria femminile. Il giorno prima del simposio mio figlio, malato da qualche tempo, si sentì male. Le gambe paralizzate, non riusciva più a muoversi. Non l’avevo mai visto così. Rimasi con lui in ospedale il giorno …

L'appello degli scienziati «Un'Europa di progresso», da unita.it

Il prossimo martedì 8 aprile presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche di Piazzale Aldo Moro a Roma verrà presentato il “Manifesto per un’Europa di progresso” (ore 11.00, Sala Convegni). Si tratta di un contributo che un folto gruppo di scienziati italiani, alcuni di loro con incarichi istituzionali rilevanti, hanno inteso dare per un concreto rilancio del sogno degli Stati Uniti d’Europa, proprio nel momento di maggior difficoltà della sua realizzazione. Il Manifesto origina dalle preoccupazioni che gli scienziati valutano nei riguardi di un processo d’integrazione delle nazioni europee in profonda crisi. Dalla consapevolezza che la piena estensione dei confini oltre i limiti nazionali rischi d’interrompersi bruscamente a causa delle inadeguatezze strategiche di chi fino ad ora ha condotto questo progetto. Dalla constatazione che le opportunità di reale progresso per i cittadini europei, in ambito di sviluppo civile, economico, democratico, culturale, pacifico, non possano prescindere dalla realizzazione di un’Europa dei popoli. Scienza, sapere e nuova conoscenza tendono a svilupparsi in modo naturale e hanno da sempre oltrepassato qualunque limite geografico, artificiale o mentale che si sia …

"Cinque anni dopo ritorno a L'Aquila", di Walter Siti

C’ero stato a L’Aquila nell’estate del 2011 e ne avevo ricavato un’immagine tragica: in piazza del Duomo a mezzogiorno stagnava un silenzio irreale, solo il clèng di un’imposta che periodicamente batteva sul ferro d’una grondaia — mancavano i cespugli spinosi rotolati dal vento e saremmo stati in pieno western, quando il cowboy entra nel villaggio abbandonato. L’erba cresceva alla base dei portici. M’ero fatto l’idea che il centro non sarebbe rinato mai più, anzi che non avesse più voglia di rinascere; un mio ex studente, alla frase conformista «un capoluogo di regione non può morire», aveva risposto «perché no? adesso c’è internet… ci servono case, centri commerciali, strade a scorrimento veloce, ma che ce ne facciamo di una città?». Un embrione di metropoli diffusa senza metropoli: questo sembravano, arrivandoci di sera, i diciannove insediamenti periferici che avevano sostituito il primitivo progetto dell’Aquila 2 — un mare di luci con un buco nero in mezzo. Tra le “casette di Berlusconi” gli anziani si lamentavano che non ci fosse tessuto sociale, rassegnati a non vedere mai più …

"Perché i «nativi digitali» snobbano le scienze?", di Antonella De Gregorio

I numeri sono importanti: negli Stati Uniti, tra cinque anni ci saranno due milioni e mezzo di posti da occupare, per esperti di discipline «Stem» (Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica). In Francia il buco, lo scorso anno, era di 130mila unità, con il 10% di scienziati e tecnici in meno rispetto al 2000. Nel Regno Unito, il calo in dieci anni è stato del 18%. Arretra anche il Giappone. E in Italia, Unioncamere e ministero del Lavoro contano in 47mila le figure professionali introvabili, principalmente tra i profili tecnici. Una tendenza contraria a quella che sembra interessare le economie «emergenti», Asia in testa, come ha sottolineato nei giorni scorsi il quotidiano Les Echos. Ma qual è il motivo per cui, nei Paesi più sviluppati (a eccezione della Germania) la «generazione Y» (i nati tra il 1981 e il 1995) e i fratellini della «generazione Z» (quelli che oggi sono alle superiori) sembrano schivare sicure opportunità di carriera? Distanti «Adolescenti connessi», nativi digitali che usano regolarmente smartphone, Internet e videogiochi, raramente i liceali sognano di fare …

"La paralisi strategica di Berlusconi", di Giovanni Orsina

Negli ultimi sondaggi Forza Italia sta andando male. Molto male: se le previsioni dovessero rivelarsi corrette la principale forza del centro destra andrebbe incontro a un vero e proprio tracollo. Non è affatto improbabile che le difficoltà del partito vadano collegate all’esclusione del suo leader – come lo stesso Berlusconi pare ritenere. È ben possibile, tuttavia, che ci sia pure qualcosa di più. Ossia che Forza Italia rischi di pagare anche gli errori politici, numerosi e gravi, che il suo leader ha commesso negli ultimi otto mesi, inseguendo invano un’inesistente soluzione politica ai propri problemi giudiziari. Il primo di agosto, com’è ben noto, la Cassazione ha deciso. È cominciato allora nel Pdl un dibattito aspro e caotico sugli effetti che la sentenza avrebbe dovuto avere sul governo Letta: i falchi da un lato, le colombe dall’altro, e Berlusconi – stando alle cronache – falco o colomba a seconda dell’umore e dell’interlocutore. L a vicenda è passata poi per il voto di fiducia del 2 ottobre, col cambio di linea deciso in extremis; la scissione di …