Giorno: 22 Aprile 2014

"Scuole più sicure per un’istruzione migliore", di Manuela Ghizzoni e Raffaella Mariani

Mettere in sicurezza il patrimonio scolastico pubblico, modernizzarlo attraverso l’utilizzo di nuove tecnologie, elevarne il livello di benessere e di accessibilità. L’interesse del Partito democratico per l’edilizia scolastica nasce dalla convinzione che scuole accessibili, sicure, belle, funzionali alle nuove metodologie didattiche (dovremmo infatti parlare di architettura dell’educazione) e perno di una pianificazione urbanistica in qualità di civic centers iano condizione per una buona istruzione e, quindi, per un Paese migliore. Oggi le nostre scuole rispondono a questi requisiti? No, se non in parte davvero residuale. Per quali ragioni? Molte, tra queste la principale sta nella scarsità delle risorse disponibili e della capacità di spesa. Anche se, invero, dovremmo precisare che le risorse sono dove non si riescono a spendere. Dal 2003 al 2013 il parlamento ha finalizzato all’edilizia scolastica oltre 4 miliardi di euro, come somma di ben 12 linee di finanziamento: ad oggi, circa un miliardo e mezzo non sono ancora stati spesi. Ad esempio, delle risorse provenienti dai fondi Fas, deliberati nel 2008 ma resi disponibili solo due anni dopo, a luglio 2013 …

"Perché le ragazze non scelgono le materie tecnico-scientifiche?", Marta Serafini

I numeri non lasciano scampo. Il gap tra maschi e femmine sulle discipline tecnico-scientifiche nel nostro Paese è più alto del resto d’Europa. E a guardare i dati di una ricerca McKinsey-Valore D che viene presentata oggi a Roma nell’ambito di Nuvola Rosa, progetto promosso da Microsoft Italia, viene da pensare che per raggiungere la parità anche nel settore tecnologico, la strada sia davvero lunga. Le laureate in materie scientifiche sono il 9.9 per cento a fronte del 14.8 dei maschi. Una differenza che ci vede ancora una volta fanalino di coda, dopo Svezia e Finlandia. Ma anche Grecia e Portogallo. Il rapporto «Occupazione-Istruzione-Educazione: le trappole nascoste nel percorso delle ragazze verso il lavoro» cerca però di andare oltre le statistiche e di analizzare le cause di questo divario. Come da tempo sottolinea anche la 27esima ora, blog dedicato alle questioni di genere de il Corriere della Sera , il gap deve essere fatto risalire all’infanzia. Già nelle scelte dei giochi le bambine iniziano inconsapevolmente a tracciare un solco che le separerà dai maschi per …

"La rimozione del Segreto di Stato sulle stragi", da ilpost.it

Domenica 20 aprile in una intervista pubblicata su Repubblica, il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha annunciato che il suo governo insieme con il Comitato per la sicurezza nazionale (COPASIR) ha deciso di togliere il “segreto di Stato” – iniziativa giuridica introdotta formalmente in Italia con una legge del 1977 – da numerosi atti e documenti, un’operazione che ha definito di “total disclosure”: «Per essere chiari: tutti i documenti delle stragi di piazza Fontana, dell’Italicus o della bomba di Bologna. Lo faremo nelle prossime settimane». La notizia è stata molto discussa nei giorni seguenti e lo è tutt’ora, perché non è del tutto chiaro se i documenti secretati resi pubblici potranno effettivamente portare chiarezza su alcune delle vicende più controverse nella storia recente dell’Italia. In un articolo di martedì 22 aprile, sempre su Repubblica, Benedetta Tobagi ricostruisce i passaggi precedenti, e meno noti, che hanno permesso ora al governo Renzi di annunciare la rimozione del Segreto di Stato da numerosi documenti, presenti negli archivi di molti ministeri, da quello dell’Interno a quello della Giustizia, passando …

"Denominazione d’origine Ue. Una battaglia vinta", di Patrizia Toia

Dal 2008 in Europa, nel settore industriale, sono 4 milioni i lavoratori che hanno perso il proprio impiego e la produzione ha subìto un crollo del 10%. Ora il processo di ripresa è ancora timido, ma uno spiraglio si è aperto. Puntare sulla qualità e, per alcuni, anche restare su un mercato di nicchia è una delle caratteristiche principali delle imprese europee che scelgono di non emigrare all’estero. Ma questa strada, purtroppo, è ancora in salita per molte piccole e medie imprese europee.Quello che davvero potrebbe aiutare e tutelare molti imprenditori di settori a volte anche «inaspettati» (non solo, infatti, la moda o l’alimentare, ma anche il settore dei materiali edili) è l’introduzione, in Europa, di un vero marchio d’origine obbligatorio. Nell’ultima sessione plenaria di questa legislatura il Parlamento europeo ha infatti approvato il Regolamento per la Sicurezza dei Prodotti al Consumo, incluso l’attesissimo Articolo 7 che impone la denominazione di origine obbligatoria. La battaglia sul «made in» in Europa è stata lunga e ha subito più volte battute d’arresto, sia in Parlamento che in …

"Acqua, rifiuti ed energia sogniamo città verdi", di Antonio Pascale

Il punto di gravità del mondo si è spostato, dalla campagna alla città. Per dire, alla fine del Seicento tre su quattro abitavano e lavoravano in campagna. Poi è cambiato tutto. Nel XX secolo la popolazione complessiva delle città è cresciuta da 250 milioni a 2,8 miliardi di persone. Nel 2050 i residenti in città saranno 6 miliardi. Immaginiamo le città del futuro come isole verdi: edifici ad alta efficienza energetica, solo auto a idrogeno o elettriche, cibo prodotto da fattorie biologiche costruite nelle vicinanze, elettricità generata dalla brezza marina, treni sotto vuoto, biciclette intelligenti. Io ci tengo: è lo slogan coniato per festeggiare la giornata mondiale della terra, quest’anno dedicata al tram e alle città verdi. Il punto di gravità del mondo si è spostato, dalla campagna alla città. Prima della rivoluzione neolitica la terra ospitava quasi dieci milioni di nostri simili che però avevano altre abitudini. Praticavano caccia e raccolta, mangiavano più di 180 specie diverse e pare che non se la passassero nemmeno male. Dopo la rivoluzione del neolitico le cose sono …

"Siamo tutti populisti", di Ilvo Diamanti

C’è un fantasma che si aggira in Europa e in Italia. Inquietante e opprimente. Il populismo. Una minaccia diffusa, che echeggia in questa confusa campagna elettorale, in vista delle Europee. Eppure “mi” è difficile spiegare di che si debba avere “paura”. Il populismo, infatti, associa forze politiche diverse e, talora, opposte fra loro, ma “unite” contro l’Unione Europea e contro l’Euro. Il termine, ad esempio, viene applicato al Front National, in Francia, e alla Lega, in Italia. Insieme ad altri partiti, di altri Paesi, fuori dall’Euro. Come l’Ukip, in Inghilterra. Anche se il Fn e l’Ukip si oppongono alla Ue in nome della sovranità, rispettivamente, della Francia e dell’Inghilterra. La Lega, invece, in nome dell’indipendenza dei popoli padani e contro la sovranità dell’Italia. Fino a poco più di vent’anni fa, al contrario, era a favore dell’Europa — delle Regioni. Ma la Lega è abituata a cambiare idea, in base alle convenienze. Come ha fatto nei confronti dei veneti(sti). Nel 1997, al tempo dell’assalto al campanile di San Marco, i Serenissimi, secondo Bossi, erano «manovrati dai …

Chiara Saraceno «Aumento drammatico, il tenore di vita è in picchiata», di Marco Ventimiglia

«Sì, ho letto questi ultimi dati diffusi dall’Istat. Si tratta, purtroppo, degli ennesimi numeri drammatici, anche se ho visto che l’enfasi maggiore viene posta sul numero di famiglie prive di reddito da lavoro che ha ormai superato il milione. Su questo occorre intendersi, poiché all’interno di questi nuclei possono anche esserci dei pensionati che in qualche modo alleviano la condizione di disagio. Piuttosto è l’aumento percentuale nell’ultimo anno a spaventare di più». Chiara Saraceno, sociologa ed esperta in problemi della famiglia, cerca subito di guardare oltre la crudezza dell’indagine statistica, peraltro ennesima fotografia di una crisi che non molla la presa. Dunque è la crescita del 18% delle famiglie senza reddito a meritare maggiore attenzione? «Sì, nel senso che rappresenta il numero che più degli altri segnala un deterioramento della situazione, una tendenza ancora molto forte nel 2013. Un dato che purtroppo non mi sorprende, e che anzi va di pari passo con il calo dei consumi e la continua crescita della disoccupazione, specie quella giovanile. In quest’ultimo caso, poi, siamo di fronte ad un’autentica …