Giorno: 9 Aprile 2014

"Se chiudere i confini toglie futuro ai giovani", di Carlo Bastasin

Ogni giorno vediamo i difetti dell’euro e dell’Europa. Ma uscire dall’euro non significa prendere le distanze dai problemi che denunciamo. Significa invece negarsi i mezzi di affrontarli e porvi rimedio. Significa fare il gioco di chi prospera in una società chiusa, grazie alle proprie rendite di posizione. Significa in ultima istanza favorire la casta. La stessa che ha prodotto un debito pubblico enorme negli anni Settanta e Ottanta, che pesa oggi su di noi e che peserà ancora in futuro. Infatti, se c’è qualcuno che dovrebbe ribellarsi a chi li invita ad abbandonare l’Europa o l’euro, sono i giovani. Di tutte le accuse all’idea europea, la più penetrante è che sia un progetto delle elites per le elites. Perché è un’accusa vera, ma non veritiera. Perché il progetto visionario di uomini senza seguito, armati della speranza nel ragionamento, voleva proprio smontare le gerarchie feudali che tenevano le società europee immobili dentro confini nazionali che erano anche paludi morali. La risposta italiana all’apertura dei confini è stata invece quella di allargare la palude. Se c’è una …

"In università pochi apprendisti", di Claudio Tucci

Nato una decina di anni fa con le migliori intenzioni di integrare mondo della formazione terziaria e impresa, l’apprendistato in università stenta ancora a decollare. Con numeri che parlano chiaro: nel 2012 a fronte di 504mila contratti di apprendistato “professionalizzante” (quello di secondo livello, utile “a imparare un mestiere”) appena 234 hanno riguardato l’apprendistato per l’alta formazione e la ricerca (di cui 142 solo in Lombardia). Performance che segnano forti distanze rispetto a Paesi nostri competitor, come la Francia che su 420mila giovani occupati ogni anno con contratti di apprendistato, oltre il 10% (vale a dire più di 42mila unità) frequentano studi a livello terziario. Il confronto è praticamente impari con la Germania che con il suo “sistema duale” occupa, anche se prevalentemente nel ciclo secondario, quasi 1,7 milioni di ragazzi che vengono ospitati dalle aziende tedesche (70% nel settore dell’industria e commercio; il restante 30% nelle imprese artigiane). E anche in Inghilterra è in corso un dibattito su una nuova proposta di riforma dell’apprendistato (la «Richard Review») che fa perno sulla necessità di porre …

"Bentornati nel mondo reale", di Massimo Giannini

Stavolta, a Palazzo Chigi, niente slide e pesciolini rossi. Il Def è un documento cruciale. Impegna il governo non solo di fronte al Paese e al Parlamento, ma anche e soprattutto di fronte alla Commissione Europea e poi all’Ecofin, che dovranno esaminarlo, approvarlo o correggerlo nel prossimo mese di giugno. Per questo, in attesa di leggere il testo definitivo varato dal governo, la prima e la più importante valutazione da fare è che la fase delle televendite è conclusa, o quanto meno sospesa. Matteo Renzi rinuncia ad usare le sue abituali “armi di persuasione di massa”. PIER Carlo Padoan comincia ad usare le sue essenziali “strategie di contenimento”. Il risultato è un Documento di Economia e Finanza ancora denso di zone d’ombra, ma sufficientemente credibile sul piano numerico, e sostanzialmente condivisibile sul piano politico. Il roboante esordio nella stanza dei bottoni e l’ubriacante tour nelle capitali europee ci avevano restituito un presidente del Consiglio fin troppo convinto che «l’Europa cambia verso» e che l’Italia può «forzare» la griglia degli impegni comunitari. La conferenza stampa di …

"Il Governo approva il DEF: si punta su nuovo reclutamento e sviluppo delle carriere", di Alessandro Giuliani

Nella serata dell’8 aprile il Consiglio dei Ministri ha fatto, con il Documento di economia e finanza 2014, di voler rivedere i modelli di selezione e gestione del personale: largo a valorizzazione del merito, con un nuovo contratto che prevede un più rapido ed efficace metodo di reclutamento di insegnanti e ds. C’è poi l’impegno a rafforzare lo sviluppo professionale. Gli altri punti su cui intervenire: sicurezza, apprendistato, istruzione tecnica, lotta a Neet e dispersione, più lingua inglese e connettività wi-fi.​ Sono diversi i passaggi riguardanti la scuola nel Documento di Economia e Finanza. Si va dall’edilizia, passando per l’apprendistato, per la lotta alla dispersione e il miglioramento della lingua inglese a tutti i livelli scolastici e per l’avanzamento delle tecnologie digitali nelle scuole italiane. Ma il punto più controverso, su cui si sposterà sicuramente l’attenzione nei prossimi giorni, è quello dalla valutazione. Di istituti e docenti che vi operano. All’interno del documento si indica la necessità di dare “piena attuazione, a partire dall’inizio del prossimo anno scolastico, del Regolamento per l’applicazione del Sistema Nazionale …

"Eva Braun gli ebrei e gli inganni del Dna", di Adriano Sofri

La notizia ha fatto il giro del mondo: Eva Braun era ebrea. Lo prova il suo Dna, rintracciato grazie a una spazzola da capelli. La notizia voleva colpire: Che scherzi fa la storia! Però dava per assodato che l’antica questione di che cosa voglia dire essere ebrei si risolvesse (di nuovo) in un dato biologico: a definire l’essere ebrei è un’analisi del Dna. Ormai, oltretutto, alla portata di (quasi) tutte le tasche, in rete. Il razzismo biologico, dall’Ottocento in qua, aveva proclamato di fornire un fondamento scientifico alle sue due pretese essenziali: 1 che il genere umano si divida in razze diverse, e 2-che le razze non siano solo diverse, ma superiori e inferiori. Inferiori fino al punto di meritare d’essere sterminate. Se il primo assunto, l’esistenza di razze diverse, fosse stato vero, la conseguenza — superiori e inferiori, fino alla “subumanità” — non sarebbe stata meno arbitraria, infame e criminale. Quella pretesa “scienza”, cui l’accademia italiana del ventennio si prostituì largamente, non era la premessa dell’odio razzista, ma la sua serva. LA genetica ha …

"I virtuosismi che non servono", di Michele Ainis

La nave delle riforme veleggia in mare aperto. Ma il Capo delle Tempeste è al largo del Senato, dove soffiano venti da destra e da sinistra. Da un lato, l’altolà di Forza Italia: meglio abolirlo che farne un ente inutile. Dall’altro, lo stop dei professori: attenti alla deriva autoritaria. Può darsi che queste riserve siano figlie dei calcoli politici, degli egoismi di parte o di partito. Non sarebbe il primo caso. Tuttavia chi tratta gli argomenti altrui partendo dalla malafede del proprio interlocutore, dimostra d’essere a sua volta in malafede. E anche questo è ormai un vizio nazionale. Domanda: c’è modo di rispettare le obiezioni senza sfregiare le intenzioni? Quelle del governo, ma altresì degli italiani, che non ne possono più di veti incrociati. E c’è modo di tradurre le riserve in una riserva di consensi, senza abbattere i quattro paletti issati da Renzi? Nell’ordine: no alla fiducia, no al voto sul bilancio, no all’elezione diretta, no all’indennità dei senatori. Risposta: gli strumenti esistono, se i musicisti avranno voglia di suonarli. Se per una volta …