Giorno: 8 Aprile 2014

"Legge 40 tutti i divieti abbattuti dai giudici", di Mariagrazia Gerina

Sono stati dieci anni travagliati quelli della Legge 40, due lustri di battaglie giudiziarie che ne hanno riscritto e ridimensionato la portata e il significato originari. Sono stati 29 gli interventi dei tribunali con venti bocciature e la «riscrittura» di alcune sue parti con sentenza della Corte costituzionale, unico organo che può cancellare i divieti modificando leggi in vigore. Sono tre i pilastri della legge sulla fecondazione in vitro già abbattuti dai giudici: il divieto di produzione di più di tre embrioni, l’obbligo di impianto contemporaneo di tutti gli embrioni prodotti, su cui è inter- venuta appunto la Consulta nel 2009, e il divieto di diagnosi preimpianto (ma per le coppie infertili, quelle che hanno accesso alla Pma, con intervento del Tar del Lazio sulle linee guida). Ecco la fotografia attuale della legge 40 (secondo una elaborazione dell’Associazione Coscioni): Divieto di produzione di più di tre embrioni: rimosso con sentenza della Corte costituzionale 151/2009. Obbligo di contemporaneo impianto di tutti gli embrioni prodotti: rimosso con sentenza della Corte costituzionale 151/2009. Divieto di diagnosi preimpianto: rimosso …

"Dottori di ricerca, chi va all'estero guadagna il doppio", da Agenzia Dire

I dottori di ricerca italiani che decidono di andare a lavorare all’estero guadagnano in media il doppio di chi non ha intrapreso percorsi di mobilità. E’ quanto emerge dall’Indagine sulla Mobilità Geografica dei Dottori di Ricerca svolta dall’Isfol, di cui oggi l’Istituto mette a disposizione una prima anticipazione. I dati si riferiscono a un vasto campione di individui che hanno conseguito il dottorato nel 2006 e sono stati intervistati sei anni dopo. A fronte di un reddito medio annuo dei dottori di ricerca pari a 20.085 euro netti, chi sceglie di lasciare l’Italia percepisce circa 10.000 euro in più (con un reddito medio di 29.022 euro). Un vantaggio retributivo si riscontra, pur se in forma minore, anche per coloro che affrontano percorsi di mobilità geografica all’interno del territorio nazionale (con un reddito medio di 20.524 euro, contro i 19.180 euro di chi non si muove affatto). Tra gli altri fattori che determinano disparità di reddito particolarmente rilevanti emerge il peso della dimensione di genere: i dottori di ricerca maschi hanno retribuzioni maggiori del 19,6% rispetto …

"A Mirandola il tecnopolo al servizio del biomedicale", di Ilaria Vesentini

Dalla ricostruzione all’innovazione hi-tech. Potrebbe essere il sottotitolo del nuovo Parco scientifico e tecnologico presentato oggi a Mirandola, comune del Modenese culla del secondo distretto biomedicale d’Europa – 94 aziende, 3.500 occupati oltre 900 milioni di fatturato – e simbolo del sisma che qui due anni fa ha paralizzato il 95% delle attività. Un investimento da oltre 4,5 milioni tra edifici (800 mq) e attrezzature dei tre laboratori (biologia, tossicologia e bio-misurazioni) e 20 nuovi posti di lavoro per ricercatori. All’interno di un campus, targato sempre dalla Fondazione Democenter, che offrirà corsi di alta formazione post diploma e post laurea (il primo master partirà il 10 aprile) e un incubatore di start-up da 1.100 mq. Quello che diventerà prima dell’estate l’undicesimo tecnopolo della rete Alta tecnologia regionale è oggi il testimonial di un distretto «che ha ormai digerito la fase del terremoto, perché sono tutti ripartiti, ma è costretto a fare i conti con un mercato domestico falcidiato dalla spending review che ci rende meno ottimisti di quanto fossimo sei mesi fa», afferma Giuliana Gavioli, …

"Come rendere democratici i tagli di spesa", di Elisabetta Gualmini

La revisione della spesa pubblica che ha finalmente preso corpo nel nostro paese non può essere solo un’operazione contabile, una sadica ossessione da ragionieri pulp di dare colpi di accetta qua e là sull’inerme progenie di Monsù Travet. Il miglioramento dell’efficienza della pubblica amministrazione non passa solo per la riduzione chirurgica degli sprechi ma anche, allo stesso tempo, per nuovi investimenti sul personale. Sembra un paradosso ma non è così. Se ben gestita, la spending review potrebbe essere la più equa e «democratica» delle riforme: si liberano risorse dai settori dove ce ne sono troppe per evitare che altri settori di particolare rilevanza per i cittadini debbano essere ulteriormente degradati. Non si può dire ai dipendenti pubblici: ti tolgo risorse, ti blocco lo stipendio, e siccome sei un po’ fannullone può anche darsi che ti tagli la testa, ma comunque tu preparati a partecipare con entusiasmo a una straordinaria avventura di cambiamento e modernizzazione. In un paese in cui il personale pubblico è uno dei più vecchi al mondo questa sfida è ancora più difficile. …

"L'antiriciclaggio svela l'evasione", di Marco Mobili e Giovanni Parente

Il contrasto al riciclaggio «accende» sempre più la lotta all’evasione. Le segnalazioni di operazioni sospette (Sos) sull’utilizzo di denaro sporco arrivate al nucleo di polizia valutaria della Guardia di Finanza nel 2013 hanno superato quota 91mila, in aumento del 47,5% rispetto all’anno precedente e addirittura del 384,3% (quasi quintuplicate) nei confronti del 2009. Ma c’è di più: l’attività di contrasto al riciclaggio ha messo in luce un reimpiego di denaro proveniente da diversi reati per 3,4 miliardi di euro, con un aumento del 29% rispetto al 2012. E il 56% (1,9 miliardi) deriva da frodi a carattere fiscale. Il tetto al contante La crescita continua delle segnalazioni di operazioni sospette, sottolinea il comandante del terzo reparto operazioni della Guardia di Finanza, Francesco Mattana, trova una sua giustificazione soprattutto con il passaggio da 5mila a mille euro della soglia oltre la quale banche, intermediari e professionisti sono chiamati a effettuare le segnalazioni antiriciclaggio. Non si tratta solo di una crescita quantitativa. Le Sos, aggiunge Mattana, ormai rivestono un ruolo più che strategico nell’attività della Guardia di …

"Il 35% delle lezioni in azienda", di Alessandra RIcciardi

Da appannaggio quasi esclusivo degli istituti professionali, l’esperienza in azienda sarà generalizzata a tutte le superiori. Anzi, con un vero contratto di apprendistato per i giovani prescelti e per un’incidenza non da poco: fino al 35% dell’orario annuale delle lezioni e già dai 16 anni di età dello studente. L’obiettivo: consentire ai ragazzi di raggiungere il diploma e contestualmente, attraverso l’apprendistato, di inserirsi in un contesto di lavoro. Il decreto che innova il tradizionale rapporto formazione-lavoro è alla firma dei ministri dell’istruzione, Stefania Giannini, del lavoro, Giuliano Poletti, dell’economia, Pier Carlo Padoan. ItaliaOggi è in grado di anticiparne i contenuti: la novità riguarderà l’ultimo biennio delle superiori, a partire già dal prossimo settembre. Una tabella di marcia stretta, quella che si è data il governo Renzi, che punta a superare i prevedibili scogli sia finanziari (l’operazione deve essere a zero euro) che sindacali (viene facile l’idea che con la formazione in azienda si possa ridurre l’organico dei docenti) grazie all’arma della sperimentazione. Il progetto infatti non è ordinamentale ma sperimentale (utilizza gli spazi previsti dal …

"Giovani talenti in fuga dall'Italia", di Francesco C. Billari

Un vero e proprio “boom” nella propensione dei giovani italiani a esplorare la possibilità di andarsene via. Un segnale, forte, del rischio di una nuova ondata di emigrazione dalle proporzioni d’altri tempi. Proporzioni impreviste, nonostante la crisi, che potrebbero portarci a un modello “polacco”: essere paese di emigrazione (più qualificata) e allo stesso tempo d’immigrazione (meno qualificata). Questo il messaggio proveniente dai dati recentemente pubblicati. Se continuassero le migrazioni come nel 2013 per i prossimi anni, infatti, su 13 giovani italiani uno si trasferirebbe, per cercare lavoro o lavorare in modo esplicito, nel Regno Unito. Quarantaquattromila giovani italiani hanno ricevuto un nuovo NINo (“National Insurance Number”), essenziale per lavorare nel Regno Unito. Nel 2013 l’Italia è, per la prima volta, il terzo paese per nuove emissioni di NINo, dietro Polonia e Spagna. Il nostro è il paese caratterizzato dalla crescita dei numeri più marcata, +66% rispetto al 2012 (con circa 27 mila NINo). Per avere una misura dell’ordine di grandezza demografico di questo flusso possiamo calcolare la dimensione di una “coorte media” dei potenziali italiani …