Giorno: 12 Aprile 2014

Renzi: "Andiamo a vincere"

“Noi che stiamo rinnovando l’Italia siamo under 40 e abbiamo bisogno di avere persone, come Chiamparino, più esperte, sagge e autorevoli che ci prendono da parte e ci dicono che cosa stiamo sbagliando. Non montiamoci la testa, rimaniamo noi stessi”. Così Matteo Renzi ha esordito dal palco del Palaisozaki a Torino, dove il Pd ha aperto la campagna elettorale per le elezioni europee e amministrative del 25 maggio, insieme al candidato presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino. “Sono d’accordo con Sergio – ha aggiunto -, la sinistra che non cambia non è sinistra, diventa destra e perde la dignità di essere sul fronte del progressismo. E noi anche in Europa andiamo per cambiarla”. Ai candidati a sindaco del Pd nei 4000 Comuni al voto il 25 maggio, Renzi ha suggerito: ” Siate coraggiosi, siate curiosi, e soprattutto circondatevi di persone che sappiano dirvi di no e segnalarvi quando state sbagliando. Siate attenti agli ultimi – ha aggiunto – ma anche al fatto che intorno a noi c’è una società che sta cambiando”. Nel suo discorso …

Renzi: «Violenta lotta alla burocrazia», di Vladimiro Fruletti

«L’Italia c’è già, basta liberarla da tutto ciò che c’è in più». È il modello Michelangelo quello che il premier, di fronte agli imprenditore del mobile alla Fiera di Milano, rilancia. Quel Michelangelo che a chi gli chiedeva come fosse riuscito a far venire fuori il David da un blocco di marmo delle Apuane spiegava che era stato abbastanza semplice: «è bastato togliere tutto il marmo che c’era in più». E per Renzi il marmo in eccesso è rappresentato dal sistema burocratico opprimente, da un fisco da incubi («più che degli F35 ci sarebbe da preoccuparsi del F24»), da una giustizia che ha tempi «quattro volte superiori a quella dei paesi concorrenti», da una politica impegnata nelle «occupazioni di poltrone» e da un mercato del lavoro meno ingessato. «Semplificare non vuol dire precarizzare anche perché di precarietà ne abbiamo già abbastanza» nota Renzi. Vuol dire, spiega agli imprenditori del mobile, che servono meno regole, ma più chiare che tolgano a chi fa impresa «la paura di assumere». Detta così la ricetta appare anche semplice. In …

"Silvio e Marcello", di Sebastiano Messina

Solo un destino cinico ma non baro poteva volere che dopo vent’anni passati a fuggire dai giudici, dai processi e dalle manette Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri si ritrovassero a vivere, senza condividerla, l’angoscia per le condanne che li aspettano. Condanne separate, e assai diverse tra loro. L’ex Cavaliere aspetta di sapere se potrà estinguere una pena di quattro anni per frode fiscale con una simbolica collaborazione a un servizio sociale, mentre sul suo sodale, sul suo socio, sul suo carissimo amico Marcello pende una spada di Damocle assai più pesante, sette anni di carcere (carcere vero, senza scappatoie) per concorso esterno in associazione mafiosa. Ma anche l’attesa, stavolta, li separa. BERLUSCONIsi è cupamente blindato nella villa di Arcore, dove non può neanche riaccendere le luci del bunga-bunga, mentre Dell’Utri è semplicemente scomparso, sparito, dissolto: da ieri è ufficialmente “latitante”, anche se lui ha trovato il modo di far sapere che non è in fuga ma sta solo «effettuando esami e controlli», chissà come e chissà dove — c’è chi dice a Santo Domingo, chi …

"Il cuneo fiscale è sempre troppo elevato", di Luigina Venturelli

Del recentissimo taglio dell’Irpef deciso dal governo c’era un disperato bisogno. Una verità che risulta non solo dall’analisi del Paese reale, di cui ben si conoscono stati di crisi e situazioni di malessere sociale in larghi strati della popolazione, ma anche dalle ultime ricerche dell’Ocse: incrociando i dati relativi all’economia, al fisco e alla retribuzione del lavoro in Italia, infatti, la distorsione salta subito all’occhio. La nostra è la terza economia dell’area euro, eppure i nostri stipendi medi si fermano ai posti bassi della classifica, al nono per l’esattezza. Rispetto ai colleghi europei, i lavoratori italiani sono fra i più tartassati dal fisco, eppure il cuneo tra il lordo e il netto di quel che guadagnano ha continuato a salire fino a pochi mesi fa. Almeno per le persone single e senza figli. Le uniche variazioni positive registrate dall’organizzazione parigina nel 2013 hanno riguardato le famiglie, ma in ogni caso la pressione sulle retribuzioni resta elevatissima, di gran lunga superiore alle medie Ocse. In dettaglio, l’Italia nel corso dell’anno scorso ha ridotto il cuneo fiscale …

"Il film di una storia italiana", di Francesco La Licata

Onestamente, c’è qualcuno che possa dirsi davvero sorpreso per l’epilogo toccato alla vicenda di Dell’Utri? Chi ha memoria e conosce, anche superficialmente, la cronaca e la storia del nostro paese non può non provare una sensazione di fastidioso «déjà-vu» di fronte alla trita sceneggiatura messa in scena dai vari protagonisti, che concorrono alla realizzazione dell’ennesima «storia italiana». Lo stesso Dell’Utri, per quella che è stata la lunga e annosa sua vicenda politico-giudiziaria, sembra perfettamente rispondere al più classico cliché della italianissima sceneggiata. Che l’ex senatore dovesse finire latitante ai più appariva scontato. Dopo averle tentate tutte, sempre al riparo del formidabile scudo del suo amico e protettore, Silvio Berlusconi, dopo aver «italianamente» sfidato il comune senso del pudore definendo lo stalliere Vittorio Mangano «eroe» della resistenza ai giudici, non gli rimaneva altra strada, sopraffatto da un sistema giudiziario che – seppure in grave ritardo e con mille tentennamenti – si avvia ad una conclusione non proprio favorevole a Dell’Utri, ormai privo della tutela parlamentare che lo stesso Berlusconi gli ha «dovuto» negare per non essere …

"Riscopriamo il tesoro nascosto dei beni culturali", di Giovanni Valentini

Oltre al valore in sé che è un suo carattere assolutamente pre-minente, la cultura possiede anche un valore che le viene dal-l’utilità. (da “La cultura si mangia!” di Bruno Arpaia e Pietro Greco – Guanda, 2013 – pag. 153). ALL’ATTO della sua nomina a ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini aveva esordito con un’impegnativa dichiarazione programmatica, affermando che il suo è «il ministero economico più importante del Paese». Ora sarà proprio in forza della spending review che Franceschini metterà mano alla riorganizzazione della struttura ministeriale, tagliando 32 dirigenti di seconda fascia. E magari promuovendo nel contempo un auspicabile ricambio generazionale. Il neo-ministro si riserva di decidere se procederà a un accorpamento delle competenze per ambiti territoriali oppure per materie. Sta di fatto, comunque, che un intervento del genere è destinato a incidere sul ruolo e sulle funzioni delle Soprintendenze, in modo da renderle più snelle e forse anche più efficienti. È proprio quello che abbiamo più volte sollecitato, contestando disfunzioni e ritardi burocratici che spesso compromettono l’attività di questo apparato statale. Nel frattempo, Franceschini ha …