Giorno: 19 Aprile 2014

"Le sue storie magiche tra realtà e poesia", di Paolo Collo

Se è vero – come diceva Franco Lucentini – che le prime righe di qualsiasi romanzo sono fondamentali per il successo di un libro, si può dire che alcuni autori di lingua spagnola hanno dato un grosso con- tributo a questa tesi. Come Miguel de Cervantes, ad esempio: «In un paese della Mancia, di cui scordo il nome, abitava non molto tempo fa un gentiluomo di quelli con la lancia esposta nella rastrelliera, lo scudo antico, un cavallo tutto os- sa e un buon cane da caccia». O il messicano Juan Rulfo autore di Pedro Páramo: «Venni a Comala perché mi avevano detto che mio padre, un tal Pedro Páramo, abitava qui. Me lo disse mia madre. E io le avevo promesso che sarei venuto a trovarlo quando lei fosse morta». O come l’inizio di Cent’anni di solitudine del colombiano Gabriel García Márquez, scomparso l’atro ieri a Città del Messico all’età di ottantasette anni: «Molti anni dopo, di fronte al plotone d’esecuzione, il colonnello Aureliano Buendía si sarebbe ricordato di quel remoto pomeriggio in cui …

"Matteo e la politica di ascolto", di Federico Geremicca

Per valutare gli effetti che la manovra annunciata ieri da Matteo Renzi avrà sul rilancio dell’economia del Paese, occorrerà – naturalmente – aspettare mesi, forse molti mesi; per conoscerne, invece, l’impatto politico – e persino psicologico – basterà attendere i sondaggi elettorali della prossima settimana e poi, soprattutto, il voto europeo del 25 maggio. Che il più giovane premier della storia repubblicana abbia guardato più al secondo (le elezioni) che ai primi (gli effetti economici), è l’obiezione fondamentale che le opposizioni stanno muovendo alla sua manovra in queste ore. È possibile che abbiano ragione: ma è assai riduttivo – e perfino fuorviante – chiudere la faccenda così. Gli avversari del premier-segretario (e non solo loro, in verità) sono soliti definire Renzi un «prodotto politico» a mezza via tra Berlusconi e Grillo, per sottolineare i tratti un po’ populisti e un po’ demagogici che – a loro giudizio – ne contraddistinguono il modo di far politica. A parte l’ovvia considerazione – che pure dovrebbe far riflettere – che il paragone guarda a due dei tre leader …

"Se il governo parla a sinistra", di Claudio Sardo

Ha dato la stura a varie congetture il voto favorevole di Sel alla proposta Renzi-Padoan di rinviare il pareggio strutturale di bilancio dal 2015 al 2016. Si è parlato della nascita di una terza maggioranza. Una terza maggioranza dopo quella di governo con il Nuovo centrodestra e quella sulle riforme con Forza Italia e si è persino almanaccato sull’uso possibile da parte del premier di queste geometrie variabili. Ma è sempre bene partire dai fatti concreti. Al pareggio strutturale l’Italia si è vincolata modificando addirittura l’articolo 81 della Costituzione. Una scelta contestabile e con- testata, benché sostenuta a suo tempo da un larghissimo consenso. Proprio la lettera della nuova norma costituzionale impone- va una maggioranza qualificata per consentire quel rinvio, senza il quale sarebbe saltata la manovra economica del governo e, ovviamente, il governo stesso. Il voto dei sette senatori di Sel (e di due ex grillini) non è risultato alla fine determinante per pochissime unità: ma, politicamente, è come se lo fosse stato. Sel ha deciso di contribuire al raggiungimento della maggioranza assoluta di …

“Cocò? Dimenticatelo”. La legge delle cosche è più forte del dolore", di Niccolò Zancan

«Cocò, chi?». In piazza alzano il mento al cielo. Il tabaccaio si rintana in negozio. Le mamme scappano via, trascinandosi dietro figli e sacchetti. Non è cosa. Non sono domande. Non ci sono segni di lutto. Niente. Neppure in contrada Fiego, a due chilometri dal centro storico, dove si è compiuto il massacro. C’è soltanto una grande macchia scura di asfalto carbonizzato e un fiore giallo di plastica, appoggiato sul moncherino del radiatore di una Punto liquefatta. Tutto quello che resta. Tre mesi dopo, ancora non conosciamo gli assassini di Nicolas Campolongo detto Cocò. Era un bambino di tre anni, viveva in questo paese in mezzo ai grandi. Però adesso sappiamo con certezza perché è stato ucciso. L’hanno ammazzato per farci «spagnare», come dicono qui. Per farci avere paura. A Cocò hanno sparato in testa. Come a suo nonno Giuseppe Iannicelli, come alla fidanzata di suo nonno Ibissa Tous. Giustiziati e bruciati dentro una macchina, come i mafiosi fanno con i loro peggiori nemici. «Lo stupore sarebbe una reazione ingenua», dice il pm Vincenzo Luberto, …

"Dello scambio e delle pene", di Giovanni Pellegrino

Non può meravigliare che la riforma della norma punitiva dello scambio politico-mafioso sia stata accolta con favore dall’Associazione nazionale magistrati e da molti dei magistrati impegnati in prima linea nel contrasto alle cosche; e tra questi dal Procuratore nazionale antimafia Franco Roberti. Era una riforma attesa da trent’anni. Era attesa da così tanto perché sin dalla sua emanazione il testo dell’art. 416 ter del codice penale è stato oggetto di critiche di principio, poiché individuava e puniva una condotta assai poco ricorrente nella realtà degli intrecci tra politica e mafia. Si sa che le cosche hanno forti disponibilità di denaro, frutto dei traffici illeciti in cui sono impegnate, sicché è più logico che scambino la promessa dell’appoggio elettorale non già con denaro, di cui non hanno bisogno, ma con concessioni, autorizzazioni e appalti, che consentono loro di acquisire anche in modo indiretto il controllo di ulteriori attività economiche, in cui riciclare le liquidità, di cui sono già abbondantemente in possesso. I difetti di stesura della norma hanno trovato preciso riscontro nella trentennale vicenda della sua …

"La ricerca dell’uguaglianza", di Federico Fubini

Fra le classifiche che vedono l’Italia indietro rispetto a Paesi che riteniamo meno civili del nostro, c’è quella dell’uguaglianza. Misura l’uniformità con cui è distribuito il reddito fra le famiglie. Quanto a questo — a credere al Libro dei fatti della Cia — andiamo peggio dell’Egitto, dell’Armenia o del Kazakhstan. Siamo una società diseguale. Non solo da anni in decrescita infelice, ma sempre più divisa fra chi ha e chi non ha, dunque sempre più colma di livore e di una diffidenza fra i diversi gruppi che finisce per paralizzare ogni riforma e alla fine l’economia stessa. È questo il problema che il governo di Matteo Renzi ieri ha cercato di affrontare, se per un attimo si immagina che le elezioni non sono tra un mese. Il premier ha preso la stessa torta di sempre, ma ha ritagliato le fette in modo diverso. Le ha fatte un po’ più larghe per chi di solito veniva penultimo nella distribuzione: non i giovani disoccupati senza rete né i pensionati sotto i 500 euro, ma i molti lavoratori …

"Dalla Rai agli F35 la scure sullo Stato", di Valentina Conte

Taglio alle spese, dunque. Che tradotto significherà anche tetto agli stipendi pubblici, riduzioni di auto blu, spazi compressi per gli uffici, sacrifici per la Rai e la Difesa, F35 inclusi. E ancora riduzione (drastica nel triennio) della municipalizzate, da ottomila a mille. Rinuncia alle tariffe postali agevolate per i candidati alle elezioni. Dimagrimento dei bilanci degli organi costituzionali. ACQUISTI Razionalizzare la spesa per acquisti di beni e servizi. Questa la prima voce tecnica della dieta imposta alla Pubblica amministrazione dal governo. Tradotta in cifre: 2,1 miliardi, divisi tra Stato, Comuni e Regioni (incluse quelle a statuto speciale) in modo paritario, ovvero 700 milioni a testa. «In totale questa voce vale 100 miliardi. Sfoltirne 2,1 miliardi significa toccarne il 2%, un’inezia», sottolinea il premier. Dei 700 milioni a carico dello Stato, la Difesa ha il compito di setacciarne 400, al cui interno 150 milioni emergeranno «rimodulando il programma di spesa per gli F35», ha precisato Renzi. Si tratta di uno «spostamento» dunque, non meglio precisato, ma non di un azzeramento tout court della discussa commessa militare. …