Giorno: 8 Giugno 2014

Renzi, linea dura sui corrotti: «Chi ruba va preso a calci», da L'Unità 08.06.14

«Se nel Pd c’è chi ruba, costui deve andare a casa a calci nel sedere, non c’è Pd che tenga». Il presidente del Consiglio Matteo Renzi conferma la linea dura del partito – e del governo – nei confronti dei responsabili dei due grandi scandali che hanno investito ancora una volta le grandi opere italiane, Expo e Mose. Tangenti e corruzione che stavolta non risparmiano nessuno, dai politici, ai finanzieri, ai magistrati. «Sono molto colpito dalla vicenda veneziana – dice il premier ospite de La Repubblica delle idee a Napoli, al teatro San Carlo -. Nel caso di Venezia è ancora peggio perché il fatto riguarda anche magistrati e finanzieri, cioè non solo i ladri ma anche le guardie». Ma di fronte all’indignazione generale – e agli attacchi di Grillo – da Palazzo Chigi non si annunciano effetti speciali, misure «emotive», né estemporanee, perché stavolta la risposta «deve essere strutturale e culturale», facendo innanzitutto pulizia di tutte quelle autorithy nate per controllare e rimaste a occhi chiusi durante tutti questi anni in cui il sistema …

“Sono il pronipote dell’uomo di Neanderthal: lo dice il test Dna”, di Marco Cattaneo

Io — come tutti — sono una specie di miscuglio etnico: per metà mediterraneo, un po’ nordeuropeo, un po’ mediorientale. Con in più un due per cento di uomo di Neanderthal e un pizzico di uomo di Denisova. È questo il verdetto scaturito dall’analisi del mio Dna. Con l’aria che tira in Europa c’è il rischio di essere frainteso, ma io sono — come tutti — una specie di miscuglio etnico: per metà mediterraneo, un po’ nordeuropeo, un po’ mediorientale. Con in più un due per cento di uomo di Neanderthal e un pizzico di uomo di Denisova, l’enigmatica specie di ominidi scoperta appena cinque anni fa nei Monti Altaj, in Siberia. In poche parole, è questo il verdetto scaturito dall’analisi del mio Dna effettuata dal Progetto Genographic, l’iniziativa lanciata quasi dieci anni fa da National Geographic e Ibm con l’obiettivo di tracciare le migrazioni umane attraverso l’analisi genetica delle popolazioni odierne. A volerla fare più lunga, i miei antenati per parte di padre furono tra i primi gruppi di Homo sapiens a lasciare l’Africa, …

"La corruzione è un peccato del mondo" mi ha detto Francesco, di Eugenio Scalfari

In un colloquio che avemmo lo scorso mese di marzo, parlando del peccato Papa Francesco mi disse la frase che qui riferisco letteralmente: «I peccati del mondo sono l’ingiustizia e la prevaricazione. Io li chiamo concupiscenza, cupidigia di potere, desiderio di possesso. Questi sono i peccati del mondo e dobbiamo combatterli con tutte le forze di cui disponiamo». Questi peccati indicati da Papa Francesco si servono di alcuni strumenti per esser commessi, il principale dei quali si chiama corruzione. Si tratta certamente di peccati del mondo ma in Italia sono più diffusi che altrove, anche se non sempre vengono a galla. Vent’anni fa scoppiò lo scandalo che fu chiamato Tangentopoli. Sembrava che fosse riuscito a bonificare la palude della corruttela pubblica, i suoi miasmi e il malaffare che ne derivava. I partiti più implicati e gli imprenditori più compromessi furono travolti. Tutto era cominciato nel 1992 e fu sull’onda del malcontento popolare abilmente cavalcato che ebbe inizio il berlusconismo. Certo non volevano questo i magistrati che avevano sperato d’aver liquidato il malaffare, ma sta di …

"La cultura rende l’uomo libero", di Enrico Berlinguer

Le forze conservatrici hanno visto e vedono nella cultura soltanto uno strumento: nel migliore dei casi, per l’acquisizione del dominio sopra la natura e, nel peggiore, per il mantenimento del privilegio e del dominio dell’uomo sull’uomo. Per le forze progressiste e rivoluzionarie, per noi comunisti, la cultura è un’altra cosa. È risorsa indispensabile per lo sviluppo ed è anche e soprattutto una finalità del vivere sociale degli uomini. La cultura è per noi leva determinante ed essenziale non per il dominio, ma per la liberazione di ogni singolo individuo e della società nel suo complesso. Quanto più avanza la conoscenza scientifica e quanto più sofisticate si fanno le tecniche tanto più assurdo appare il ruolo marginale assegnato alle forze della cultura e del sapere. È ormai ovunque necessaria una capacità di previsione e di programmazione e tale capacità vuol dire rapporto continuo tra politi- ca e conoscenza, tra istituzioni democratiche e mondo della cultura e del sapere. Sen- za una tale razionale capacità di previsione e di programmazione le stesse conquiste del- la scienza e …

"La questione morale oggi", di Claudio Sardo

Il quadro di corruzione e di complicità disegnato dall’inchiesta di Venezia fa ribollire il sangue per lo sdegno e la rabbia. Milioni di euro della comunità distratti per fini di potere o di illecito arricchimento personale, mentre il Paese si dibatte nel gorgo della crisi. Un bubbone pestilenziale Eppure non è accettabile trarre da questo bubbone la conclusione che la politica sia irriformabile, che le istituzioni democratiche siano divenute esse stesse un cancro, che il sistema-Paese sia ovunque marcio. Non è accettabile anzitutto perché non è vero: migliaia e migliaia di persone lottano ogni giorno per un’Italia migliore, ricoprono incarichi pubblici con dedizione e serietà, alcuni persino esponendosi a gravi rischi, animano la vita democratica con impegno gratuito, danno vita a partiti, movimenti, associazioni andando contro la corrente do- minante dell’individualismo. Qualche populista pensa di lucrare consensi gridando che sono tutti uguali, che rubano tutti alla stessa maniera e solo una palingenesi alla fine ci libererà dalla politica. Ma questa illusione – travestita da antagonismo radicale – è in realtà la capitolazione ai corrotti. È …

"L'Italia e il D-Day", di Giorgio Napolitano

Venerdì per la celebrazione del 70° anniversario dello sbarco in Normandia erano rappresentati in quello storico luogo tutti i paesi che hanno contribuito alla lotta e alla vittoria contro le forze del nazi-fascismo: in primo luogo Gran Bretagna, Stati Uniti, Russia, ma insieme tutte le nazioni che hanno sofferto le odiose vicende dell’aggressione e dell’occupazione tedesca in Europa. L’Italia questa volta non poteva mancare: di qui l’invito rivoltomi dal Presidente francese Hollande, e rivoltomi anche con parole di specifico riferimento al mio personale legame con la tradizione dell’antifascismo italiano. Nel discorso del Presidente Hollande e nelle immagini che venivano contemporaneamente proiettate nel corso della cerimonia sulla spiaggia, è stata esplicitamente citata la Resistenza in Italia nel duro periodo dell’oppressione nazista. D’altronde due giorni prima dello sbarco in Normandia le Forze Alleate avevano liberato Roma, con il prezioso concorso della Resistenza che aveva operato nella Capitale pagando duramente il suo coraggio con l’orribile massacro delle Fosse Ardeatine. Inoltre, la peculiarità storica della posizione dell’Italia nel 1944 stava nell’essersi formato nel nostro Paese, cioè nell’Italia già liberata, …

"La mafia al nord che nessuno voleva vedere", di Roberto Saviano

La‘ndrangheta comanda al nord. È una sentenza storica questa della Cassazione che conferma le condanne e tutto l’impianto accusatorio del processo Infinito. Quando ne parlai, in prima serata tv, nel novembre del 2010, su Raitre, le mie accuse generarono una reazione incredibile. Raccontare come la ‘ndrangheta comandasse nel nord Italia sembrò un’accusa insopportabile: ancor più, svelare che la criminalità interloquiva con tutti i poteri politici. Una bestemmia, per di più pronunciata all’ora di cena in tv, nella casa di ogni italiano. Quando, poi, l’inchiesta smentì la diversità della Lega, che anzi era spesso complice o nel silenzio o nella connivenza — come si vedrà con il caso Belsito anni dopo — la scoperta scatenò tutti i pretoriani del governo Berlusconi — e un impegno diretto dell’allora ministro dell’Interno. ROBERTO Maroni si precipitò a smentire in ogni angolo delle tv, cercando di far passare la presenza criminale al nord come una cosa minore, anzi scontata: lo sapevano tutti, e poi la Lega non c’entrava. I professionisti del fango iniziarono a raccogliere firme contro di me che …