Giorno: 17 Giugno 2014

"Terza media, l'esame fuori tempo", di Maurizio Tiriticco*

Nel 2007 l’obbligo di istruzione è stato innalzato di due anni. Si è trattato di una iniziativa largamente attesa, perché in una società ad alto sviluppo otto anni di istruzione obbligatoria erano veramente pochi, stante lo sviluppo di quelle competenze di base estremamente necessarie per qualsiasi processo lavorativo. In effetti nella società della conoscenza la tradizionale separatezza tra lavoro manuale e lavoro intellettuale si sta attenuando sempre più rapidamente, e non c’è attività che non richieda anche conoscenze di base di alto profilo. In seguito all’innalzamento dell’obbligo, ci si aspettava che il tradizionale diaframma tra scuola media, dove la prossima settimana si svolgeranno gli esami conclusivi, e istruzione secondaria superiore si andasse via via attenuando e che la verifica delle competenze di cittadinanza e delle competenze culturali acquisite dagli studenti, puntualmente definite nel dm 139/2007, e debitamente coordinate con quanto richiesto dall’Unione europea a tutti i sistemi scolastici degli Stati membri, costituisse il vero momento terminale di dieci anni di studi obbligatori. Ma questa attesa non si è mai realizzata. Le ragioni di tale insuccesso …

"Scatti, recuperato anche il 2012", di Carlo Forte

Mercoledì scorso i rappresentanti del governo e dei sindacati Cisl, Uil, Snals e Gilda-Unams hanno firmato all’Aran un’ipotesi di contratto, che restituisce ai docenti e al personale Ata un anno di servizio ai fini dei gradoni (la Cgil non lo ha firmato). La sottoscrizione dell’accordo in zona Cesarini allontana anche il rischio, per i lavoratori della scuola che avevano ottenuto l’avanzamento di gradone nel 2013, di vedersi retrocedere al gradone precedente. Così come prevedeva la legge, nel caso in cui entro il 30 giugno non si fosse arrivati ad un’intesa. Il testo ora passa al vaglio degli organi di controllo e, se non saranno avanzati rilievi o altri intoppi, si passerà alla sottoscrizione definitiva e all’adeguamento delle buste paga dei lavoratori. L’anno oggetto dell’intesa è il 2012, la cui utilità era stata cancellata dal governo Berlusconi insieme al 2011 e al 2012. Gli anni 2010 e 2011 sono già stati recuperati con altri interventi. Rimaneva il 2012, che sarà rianimato per effetto del nuovo accordo. I passaggi ai tavoli negoziali si sono resi necessari perché …

"Giovani anche troppo istruiti", di Emanuela Micucci

E poi li chiamano bamboccioni o gli etichettano come neet. Ma il 34,2% dei 15-34enni italiani accetta un lavoro che richiede un titolo di studio inferiore a quello posseduto. Pur di avere un’occupazione. Lavoratori sovraistruiti causa crisi fotografati dall’Istat nel Rapporto annuale 2014 (www.istat.it). Nel mercato del lavoro italiano la sovraistruzione interessa oltre 4,8 milioni di occupati, il 22%. Un fenomeno in crescita rispetto al periodo pre-crisi: il 23% in più rispetto al 2007. I più colpiti gli under 34, appunto, e gli stranieri (40,9%). Elevata tra le donne: è sovraistruito un terzo delle lavoratrici, il 25,3%, contro il 21,2% degli uomini. Il 31% degli occupati sovraistruiti si concentra nel grande gruppo professionale dei servizi e del commercio, il 17,5% in quello delle professioni non qualificate, il 15% in quelle tecniche e il 12,4% tra artigiani, operai specializzati e agricoltori. Il 21,5% riguarda imprenditori, alta dirigenza, legislatori, solo il 2% professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione. Se il titolo di studio è un paracadute in tempo di crisi del mercato, tanto che nel periodo …

"Il passaggio della maturità", di Gian Arturo Ferrari

Quando divenne premier, ai primi di maggio del 1997, Tony Blair dichiarò che il suo governo aveva tre priorità: istruzione, istruzione, istruzione. Nei diciassette anni che sono passati da allora, quello che era nel 1997 un programma sorprendente e uno slogan ben trovato si è trasformato in una verità lapalissiana. Nessuno è oggi tanto sprovveduto da non accorgersi che la ricchezza delle nazioni, presente e futura, consiste e soprattutto consisterà nel livello culturale dei cittadini, nella loro utensileria mentale. Nel capitale umano, certo, ma in un capitale coltivato. Nessuno è oggi tanto snob da non riconoscere che dietro l’irritante retorica della «società della conoscenza» si cela un solido, persin troppo solido, nucleo di verità. Il fatto cioè, nudo e crudo, che le condizioni di vita e di sviluppo passeranno di lì, dal livello e dalla capillarità dell’istruzione. Quel che i diciassette anni trascorsi hanno dimostrato — tra diffusione delle tecnologie digitali, apertura e globalizzazione dei mercati, voracità nell’apprendimento (si pensi agli studenti asiatici in America…) — è che su questi temi siamo usciti dal quadro …

"Distrazioni di massa", di Elisabetta Gualmini

Non è vero che Grillo ha scelto di entrare nel gioco. Che si è rassegnato alle logiche del compromesso parlamentare, dopo il flop delle europee. Beppe la politica la fa, a suo modo, da moltissimo tempo, dosa e distilla le strategie di breve e di medio periodo con oculatezza, talvolta vince e talvolta perde, ma non si butta mai a caso. A differenza di quello che può apparire, il Beppe istrione e improvvisatore sui palchi e nelle piazze è l’altra faccia del Beppe determinato e razionale. Un leader double-face che non scandalizza nessuno. Quello che dice che la tv è il peggiore dei mali (e cancella poco prima delle politiche l’unica intervista prevista) e poi decide, un anno dopo, che invece è meglio andarci in tv e si accomoda con agio da Bruno Vespa. Quello che dice: o vinciamo le Europee o lascio, ma poi rimane stabilmente in sella. E quello che dopo aver detto no, no e poi no all’odiato Pd poi ci ripensa e manda una richiesta formale di incontro, dai toni quasi …

"L'Europa e il fallimento dell'austerità", di Giorgio RUffolo e Stefano Sylos Labini

Le elezioni europee hanno certificato il fallimento dell’austerità che ha fatto aumentare i disoccupati e ha prodotto nuovi poveri alimentando rabbia e disperazione nella maggior parte dei Paesi dell’Euro. I Partiti Socialisti europei non hanno sfondato poiché si sono appiattiti sulla politica del rigore promossa dal Partito Popolare, che ha subito un netto ridimensionamento. E così sono cresciute, anche se molto al di sotto delle clamorose previsioni, le forze nazionaliste e le forze favorevoli a un’altra Europa federale e solidale. I gruppi fortemente critici dell’Europa dell’austerità a guida tedesca hanno ottenuto quasi il 20 percento dei seggi, contro il 9 percento del 2009, e, sebbene non riusciranno mai a costruire un fronte unico, hanno, però, la possibilità di sabotare le politiche economiche del blocco di maggioranza costituito da popolari e socialisti. Questi due grandi partiti ora dovranno governare insieme come accade in Germania, e bisognerà vedere se i rapporti di forza cambieranno e se il Partito Popolare Europeo sarà costretto a promuovere nuove politiche economiche per lo sviluppo e l’occupazione. Il crollo del Partito Socialista …

"L’incubo della maturità l’esame che non finisce mai", di Massimo Recalcati

La febbrile attesa della vigilia, il sonno agitato, l’angoscia di prestazione, l’attesa opprimente dei genitori, il volto severo dei commissari, la ripetizione dei programmi a voce alta recitata come un mantra, la febbrile attesa della vigilia, le fantasie di annebbiamenti e smarrimenti clamorosi durante il colloquio, la sfrontatezza temeraria del bluff o la memorizzazione disciplinata e compulsiva, il calcolo ansioso dei giorni, la liberazione finale. L’esame di maturità e il suo corteo di ricordi continua a riapparire per molti nei sogni, spesso nella forma dell’incubo. Esso tende a diventare la matrice di tutte le prove, di tutte le verifiche, di tutti i giudizi, assumendo l’aura epica dell’esame degli esami. L’esame di maturità ha delle gambe e ci insegue. Perché avviene? Perché è un uscio che si apre su di una terra ignota, perché sancisce la fine del mondo del figlio-studente e l’inizio del tempo delle scelte che faranno il nostro destino. Il problema è che questa apertura non è mai automatica: esige una prova soggettiva. Dobbiamo prendere la parola in prima persona di fronte all’Altro. …