Giorno: 6 Giugno 2014

Sisma, Baruffi e Ghizzoni “Una possibile soluzione per i mutui”

I deputati modenesi del Pd hanno presentato una serie di emendamenti al dl 74/2014. Una doppia possibilità, percorrere la strada dell’allungamento della rateizzazione o quella dello spostamento di un anno della restituzione della prima rata: un emendamento presentato dai deputati modenesi del Pd Davide Baruffi e Manuela Ghizzoni propone una soluzione ai problemi sorti nella restituzione dei mutui accesi per pagare le imposte nella zona del sisma e lascia alla scelta del contribuente la doppia opzione. Altri emendamenti prevedono gli indennizzi dei danni causati dalla tromba d’aria e dalla violenta grandinata del 30 aprile, l’introduzione della zona franca urbana per i centri storici danneggiati e alcune misure per gli alluvionati che ricalcano quelle già previste nel caso del sisma, ovvero il fatto che gli indennizzi non andranno a formare il montante Irpef e il finanziamento della cassa integrazione per le imprese che non sono riuscite a riprendere immediatamente il ritmo consueto della produzione. Uno degli emendamenti presentati dai deputati modenesi del Pd Davide Baruffi e Manuela Ghizzoni disegna una possibile soluzione in tema di restituzione …

"La città dei bambini", di Maria Novella De Luca

«Quando è nata Viola, la mia prima figlia, ho scelto di tornare qui, dove ero cresciuta. Stessi nidi, stesse scuole, stesso mondo a misura di bambino. E di certo poter contare su una vera rete di sostegni mi ha aiutato a diventare madre per la seconda volta, ed è arrivato Jacopo, che oggi ha 18 mesi…». Laura Pedroni è una ex bambina degli “asili più belli del mondo”, gli asili di Reggio Emilia, luoghi di architetture luminose e salda pedagogia, cuore e fulcro di una città dove la demografia ancora tiene e i figli continuano a nascere. Echi di un baby boom che fino al 2011 ha fatto impetuosamente crescere la popolazione 0-6 anni, grazie ad una forte immigrazione residente, ma anche, dice Claudia Giudici, che presiede l’istituzione “Scuole e nidi d’infanzia” del comune di Reggio, «grazie a molte coppie italiane che hanno continuato non solo ad avere figli, ma anche ad averne due o tre». Piccoli e piccolissimi che nel giardino profumato di tigli del “Gianni Rodari”, uno dei tanti nidi di Reggio, giocano …

Il governo deve «metterci la faccia», di Vittorio Emiliani

Stavolta, per usare una espressione cara al Premier, “il governo ci deve mettere la faccia”. Dopo lo scandalo dell’Expo 2015 e quello, dai contorni ancora più terrificanti, del Mose, delle «grandi opere» quali fabbriche di tangenti per politici singoli e a gruppi, sedi di spartizione della torta fra le imprese «protette» e di moltiplicazione di costi per i soliti contribuenti, non c’è tempo da perdere. Né basterà un solo decreto per quanto incisivo e impegnativo: occorrerà spendere ogni energia nella sua immediata e non diluita applicazione in sede parlamentare e poi amministrativa. Norme anti-corruzione (preventive soprattutto e, per la repressione, più incisive) e riforma della giustizia devono, più che mai, essere i punti-cardine di una azione di governo che voglia tirare fuori il Paese dal pantano morale, politico ed economico nel quale è stato e si è cacciato nell’ultimo ventennio. Questi scandali, dall’eco planetaria, hanno fatto male all’Italia ben più del bicameralismo “alla pari” o della lentocrazia. La reazione a Tangentopoli si concretizzò in quella legge Merloni del 1994 che doveva ridare chiarezza e rigore …

"Ma il muro del malaffare sta crollando", di Luigi La Spina

Prima, lo sconcerto, per la ripetitività, quasi settimanale, con la quale esplodono in Italia clamorosi casi di corruzione politica. Poi, l’indignazione per il pervasivo dilagare di un malaffare da cui non sembra essere escluso nessun centro di potere, nazionale o locale, e che contagia l’intero arco dei partiti. Infine, la sfiducia per il dover constatare, ancora una volta, come proclami di assoluta severità, leggi che prescrivono rigorosi controlli, regolamenti amministrativi che impongono onerose e lunghe trafile burocratiche continuino a lasciare, ai ladri di soldi pubblici, mani sostanzialmente libere di delinquere. Sono questi i sentimenti con cui l’opinione pubblica segue la catena di scandali che le cronache giudiziarie, da ogni parte d’Italia, rivelano. La coincidenza temporale con cui la magistratura riesce a intervenire per far fronte al fenomeno della corruzione politica e para-politica nel nostro Paese, però, dovrebbe indurre a una riflessione, preoccupata sì, ma forse non del tutto priva di qualche speranza. Sembra sgretolarsi, infatti, quel muro di complicità, di interessi, di protezioni, di omertà che ha permesso a un ceto di politici, alti burocrati, …

"Guardie, ladri e finanzieri", di Alberto Statera

Guardie e ladri che si rincorrono sotto lo stesso tetto, come in un vaudeville all’italiana interpretato da Totò e Aldo Fabrizi. Va in scena in tutti gli ultimi scandali, dal Mose all’Expo, fino all’Unipol. Popolati da quelli che una volta si chiamavano con la maiuscola Servitori dello Stato: pubblici ufficiali, magistrati e quasi sempre anche da finanzieri, nel senso non di gnomi della finanza, ma di ufficiali della Guardia di Finanza. L’uomo che fa onore a uno dei simboli del corpo rappresentante un grifone, metà aquila e metà leone (cioè saggezza e forza), è stato segnalato ieri dal “Sole-24Ore”: si chiama Renzo Nisi. È il colonnello che quattro anni fa fece la prima verifica al Consorzio Venezia Nuova, l’inizio della fine. Trasferito a Roma, non è stato lui mercoledì a portare via in manette Emilio Spaziante, suo mega-superiore, fino a pochi mesi fa comandante generale in seconda del corpo. Il generale ladro — secondo l’accusa — ha intascato 500 mila euro, prima tranche dei due milioni e mezzo promessi dal presidente del Mose Giovanni Mazzacurati …

"L’Italia delle cricche", di Gad Lerner

Nella lotta contro la corruzione dilagante, il governo rischia di apparire sopraffatto e disorientato. Come se, al di là dei proclami, fosse privo dell’attrezzatura politica necessaria. Neanche la trionfale vittoria elettorale del 25 maggio riesce a cancellare questo senso d’impotenza di fronte a un fenomeno che ha oltrepassato ogni cupa immaginazione. Matteo Renzi deve smentire il dubbio che la rottamazione si applichi solo ai suoi concorrenti diretti, in una logica di mera sostituzione, mentre in giro si continua a rubare. Da segretario del Pd è chiamato a debellare senza reticenze i gruppi d’interesse economico-affaristico che hanno trovato protezione nelle strutture territoriali del suo partito. Ma come capo del governo gli tocca chiedersi se in un frangente così drammatico, di fronte a un sistema che si rivela marcio, Alfano al Viminale e Lupi alle Infrastrutture siano gli uomini giusti al posto giusto. Dopo gli arresti di Venezia, i due esponenti del Ncd, di cui è risaputa la familiarità con alcuni responsabili degli scandali, hanno ripetuto solo che «i lavori delle grandi opere devono continuare». Fatichiamo a …