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Padoan: «Priorità è ridurre le tasse», da redazione Unità

«È urgente intervenire per contenere l’elevata pressione fiscale che è ostacolo al ritorno a ritmi di crescita in linea con i partner internazionali» ha affermato ieri il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, intervenendo alla cerimonia ufficiale per festeggiare il 240esimo anniversario della Guardia di Finanza, nata nel lontano 1774 per volere dell’allora re di Sardegna, un secolo prima dell’unità d’Italia.
E probabilmente, in questo lungo periodo di storia patria, ben poche dichiarazioni politiche sono state ripetute tanto spesso e tanto inutilmente quanto la necessità o la promessa di ridurre il carico fiscale. Ma Padoan, a differenza della quasi totalità di quanti lo hanno preceduto in materia, fa parte di un governo lontano da campagne elettorali e che ha già incassato a marzo una legge delega per mettere mano al sistema tributario nel suo complesso.

LA REVISIONE DEL SISTEMA
E il responsabile del dicastero di via XX settembre ne ha ribadito ieri le finalità, sottolineando come l’esecutivo punti «a rendere più equo l’onere del prelievo fiscale» e a «tenere conto delle difficoltà dei contribuenti onesti», attraverso riforme e semplificazioni che saranno introdotte con i decreti attuativi della delega fiscale (solo venerdì, ad esempio, il Consiglio dei Ministri ha approvato quello sulle commissioni censuarie previste dalla riforma del Catasto). «Un fisco equamente distribuito consentirà di affrontare meglio questo momento» ha continuato il ministro, ricordando come il fenomeno dell’evasione fiscale, che produce «effetti economici negativi molto rilevanti».
Inutile spiegare, infatti, quanto un sistema tributario più equo ed efficace sia in grado di incidere non solo sulla salute delle casse dello Stato, ma sull’intera economia nazionale, visto che attualmente l’evasione «determina effetti distorsivi sull’allocazione delle risorse e interferisce con il normale funzionamento della concorrenza nel mercato». Non solo. «Accresce l’onere fiscale per i contribuenti onesti, esaspera le disuguaglianze, ed è legata in modo simbiotico alla corruzione e alla criminalità organizzata».
Allo stesso modo, la scarsa fedeltà fiscale di alcuni cittadini, per non parlare di quanti, persone e società, si macchiano di illeciti di natura tributaria, fa più male al Paese di quanto danneggi le risorse dell’Erario. «I danni provocati alla collettività dai comportamenti illeciti riconducibili ai crimini fiscali non producono un impatto solo di natura sociale ed economica, di per sè già inaccettabile, ma minano alla base la stessa credibilità di un Paese e del suo sistema politico» ha concluso il ministro dell’Economia. Per questo bisogna condividere «valori quali la legalità, l’equità e il rispetto delle regole». E le Fiamme Gialle svolgono un «ruolo decisivo nella realizzazione di un rapporto di fiducia tra Stato e cittadini che legittimamente pretendono istituzioni efficien- ti, vicine ai loro bisogni».

da L’Unità