Mese: Giugno 2014

"Rifondiamo dal basso quest’Europa delle élite", di Ulrich Beck

L’Europa è un moving target ; l’Europa come tale non esiste. C’è soltanto un processo di europeizzazione. Gli stranieri diventano indigeni, nascono nuove istituzioni politiche, altre mutano. Le elezioni europee lo hanno di nuovo dimostrato, in modo sorprendente. Sono stati soprattutto i socialdemocratici a tentare di democratizzare le elezioni europee con l’indicazione di candidati di punta per la carica di presidente della Commissione europea. In questo modo questa carica ottiene una ben diversa legittimazione e rilevanza. Ciò incontra l’opposizione nel Consiglio dei capi di governo eletti democraticamente, il cui spazio di negoziazione viene in tal modo limitato. Non solo: le loro scelte in materia di presidenza della Commissione si rivelano non trasparenti e non democratiche. Perciò, assistiamo a un conflitto tra due democrazie — cioè tra la democrazia a livello europeo e la democrazia a livello nazionale. È in gioco il potere del Parlamento europeo e dei capi di governo. Nessuno lo aveva messo in conto. Ora questo balzo in avanti nella democratizzazione deve essere completato. Per la nomina alla presidenza della Commissione europea non …

"Il piano di Renzi per il Colle una “proroga” per Napolitano “Rimanga ancora al suo posto almeno fino a maggio 2015”, da repubblica

Solo un «temporaneo prolungamento» del mandato. Nessuno si metta in testa che il settennato bis del capo dello Stato, già di suo eccezionale, proseguirà ancora a lungo. È un’appendice, destinata a concludersi col compimento del percorso delle riforme. Giorgio Napolitano torna a suonare il campanello della sveglia ai partiti in Parlamento. E lo fa davanti a una platea inconsueta, forse volutamente estranea alla politica: quella che si è radunata nel salone delle feste del Quirinale per l’annuale presentazione delle candidature ai premi David di Donatello 2014. Appena il giorno prima, al Colle era salita il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi, per aggiornare il presidente sull’andamento delle trattative. Ieri la stessa si dichiarava «ottimista», convinta che un accordo si chiuda nei prossimi giorni. «Non potevo mancare anche quest’anno, visto il temporaneo prolungamento del mio mandato che svolgo nei limiti del possibile, fermamente e rigorosamente, ma soltanto nell’interesse generale del paese, che suggerisce oggi cambiamenti e riforme in molti campi, anche in quello istituzionale» sottolinea ad apertura il capo dello Stato. L’Italia ha «bisogno di …

"Perché il rientro dei capitali?", di Vincenzo Visco

Il tema del «rientro» dei capitali illegalmente depositati all’estero è un tormentone che caratterizza il dibattito politico italiano da una decina d’anni. Gli argomenti a favore sono noti e sono sempre gli stessi, una volta (pudicamente) espunto quello reale, vale a dire la tutela degli interessi degli evasori: l’opportunità di facilitare l’utilizzazione di questi capitali per investimenti da effettuare in Italia, e i benefici di gettito che l’erario che potrebbe trarne. Argomenti evidentemente piuttosto deboli. Per quanto riguarda la legge in discussione alla Camera si afferma che rispetto agli scudi di Tremonti, «questa volta è diverso» in quanto non si tratterebbe di un condono ma di una riapertura dei termini. Cioè una «voluntary disclosure» sull’esempio di quanto fatto in altri Paesi in base alla quale l’unico beneficio previsto sarebbe la riduzione del- le sanzioni in quanto il contribuente (persona fisica o giuridica) dovrebbe dichiarare integralmente gli ammontari evasi, spiegarne l’origine, e paga- re tutte le imposte dovute (Irpef, Ires, Irap e anche l’Iva a meno che non di- mostri che i proventi originari erano stati …

"Casal di Principe sceglie il sindaco anti-camorra “Riparto da don Diana”, di Conchita Sannino

Ha vinto ancora lui, contro Gomorra. Ma ci sono voluti venti anni e tre scioglimenti antimafia. Renato Natale, 64 anni, medico, esponente di Libera, è di nuovo sindaco a Casal di Principe, 20mila abitanti, epicentro dell’impero del clan dei casalesi. «La mia parola d’ordine? Lo Stato. Che sanziona, ma che sa anche stare al fianco dei cittadini migliori». È la nemesi del potere criminale, quattro lustri dopo la breve primavera di Casale. Eletto al ballottaggio con il 68,3 e due liste civiche (contro le quattro liste e il 31,7 del rivale omonimo, Enricomaria) il primo cittadino aveva già governato per dieci mesi, dal ’93 al ’94, poi costretto a dimettersi per il voto contrario della sua maggioranza, dopo l’esecuzione mafiosa del parroco Peppino Diana. Un risultato che provoca entusiasmo: dalla Bindi, a Saviano (che twitta: «Casal di Principe è in una nuova era») a Nichi Vendola (che parla di «riscatto e futuro migliore» e lancia l’hashtag #tuttanatastoria). Allora, dottor Natale, da dove ricomincia? «Qualcosa avevamo avviato. E mi piace pensare, come diceva Troisi, che posso …

"Vince solo chi cambia", di Elisabetta Gualmini

Alla fine tutto torna. I risultati del secondo turno delle comunali, combinati con gli esiti del primo, mandano un messaggio forte e chiaro. Vince chi cambia. Chi propone facce nuove e programmi che appaiono credibili. E quanto più i partiti tradizionali riescono a rinnovarsi nella leadership e nei messaggi, a proporre candidati che segnano uno scarto rispetto alla deriva nostalgica in cui i due poli principali si erano chiusi negli ultimi anni, tanto più i movimenti di protesta come il M5S si sgonfiano, derubati della loro stessa essenza, battuti sul loro stesso terreno. L’elettore fluttuante con cui abbiamo imparato a fare i conti dalle elezioni politiche di un anno fa, non lo freghiamo più. Non basta la nostalgia. Né il rimpianto o la malinconia. Perché l’elettore infedele è anche brutale. Il giovane non vota più come gli dicono i genitori, la moglie se ne infischia dei suggerimenti del marito, e il marito decide di testa sua, non c’è collega o amico che tenga. Questa fondamentale (e banale) legge della politica, particolarmente pregnante in un’Italia ancora …

Il “Partito di Renzi” fa meglio del Pd così il centrosinistra conquista 167 città, di Ilvo Diamanti

Chi ha vinto queste elezioni? Il Pd o il PdR? Il Partito Democratico o il Partito di Renzi? È il quesito che echeggia, all’indomani dei ballottaggi delle amministrative, appena conclusi. Ultimo atto della competizione elettorale, cominciata due settimane fa, con le elezioni europee e il primo turno delle amministrative. Le europee, infatti, hanno fornito un risultato inequivocabile. E hanno offerto, al tempo stesso, una chiave di lettura che ha condizionato quel che è avvenuto dopo. Fino al risultato di ieri. Con la tentazione, paradossale, di interpretarlo tutto in chiave interna. Ponendo Renzi di fronte – e, in alcuni casi, contro – il suo partito. D’altronde, l’esito del voto amministrativo e, in particolare, dei ballottaggi, tende ad essere riassunto in alcuni “casi”, di particolare importanza simbolica. Livorno, Urbino, Perugia, Riccione: città storicamente “rosse”, dove il Centrosinistra ha perso. Come a Padova, dove governava da dieci anni. Peraltro, in termini percentuali, il confronto fra il voto al PdR e il PD, nelle città dove si votava, ha mostrato una chiara prevalenza del primo. Non per caso, il …

Da ceto medio a quasi poveri: ecco i «penultimi», di Carlo Buttaroni

Per lungo tempo il lavoro è stato il paradigma di una società che face- va perno intorno alla fabbrica e all’ufficio. Un modello di organizzazione sociale riflesso di una pienezza che copriva l’intero ciclo di vita, il cui tracciato essenziale era stato incastonato nel primo articolo della Costituzione: una Repubblica democratica fondata sul lavoro. Ritmi scanditi, spazi organizzati, sincronie che comprendevano l’attività lavorativa vera e pro- pria ma anche le altre sfere dell’esistenza: la scuola accompagnava il giovane all’età lavorati- va, la sanità pubblica si occupava di ridurre i rischi individuali derivanti dalle malattie, le pensioni di anzianità garantivano la sicurezza economica all’uscita dal mondo della produzione. È su queste premesse che l’Italia è cresciuta fino a diventare uno dei Paesi più ricchi del mondo, dando corpo al suo «ceto medio» e facendolo diventare il principale bacino di approvvigionamento del sistema di welfare: dalla scuola alla sanità, dalle pensioni agli strumenti di sostegno alle famiglie più disagiate. Per oltre mezzo secolo tutto questo è stato il tracciato di una storia di crescita economica, culturale e …