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«Patrimoniale? Sì ma sugli immobili È la scelta più equa», intervista a Vincenzo Visco di Bianca Di Giovanni

E’ davvero stravagante che ci sia un sindacato che dice di no all`Ici invocando una patrimoniale (com`è appunto l`Ici) e un altro che chiede l`Iva, che è quanto di meno progressivo esista. Robe mai viste».
Secondo Vincenzo Visco nel dibattito fiscale italiano regna la confusione più assoluta: si va avanti per slogan (il più amato è proprio quello sulla patrimoniale) senza conoscere né la struttura delle tasse proposte, né i loro effetti economici. Solo una cosa è sicura: dovremo pagare tutti. Alla manovra non si sfugge. «Perché ci siamo impegnati al pareggio e tirarsi indietro in una fase come questa sarebbe da irresponsabili, ci porterebbe al disastro». L`ex ministro è certo che l`Italia può e deve farcela, ma non può salvarsi da sola. Senza una politica europea comune sarà difficile uscire da questo «panico collettivo che sta contagiando tutti i mercati, anche quello americano – osserva – Si sta rischiando il collasso, proprio come nella Grande depressione del `29. Servono al più presto soluzioni concordate e condivise a livello globale».

Ma torniamo al fisco. Lei ha dichiarato che la patrimoniale non serve?
«Assolutamente no, non ho detto questo. Per prima cosa voglio spiegare di cosa si parla quando si dice patrimoniale, perché c`è davvero bisogno di fare chiarezza».

Spieghi.

«Per capire bisogna partire dalla definizione di patrimonio, che è costituito essenzialmente da tre cose: immobili (edifici e terreni), partecipazioni azionarie e imprese, e infine titoli finanziari. Una patrimoniale può essere più o meno ampia a seconde delle parti di patrimonio che colpisce. La più diffusa è quella sugli immobili, come la property tax negli Usa o l`Ici in Italia. In tutti i paesi questa tassa serve a finanziare gli enti locali, grava su ciascun immobile, può prevedere delle esenzioni o altre forme di articolazione».

E le altre patrimoniali?
«Un altro tipo è quello che colpisce tutto il patrimonio: immobili, imprese e capitale finanziario: questa è personale e progressiva. Di questo tipo è l`imposta sulle grandi fortune della Francia, che scatta oltre la soglia degli 800mi1a miro. La differenza tra questa e la precedente sta nel gettito. Quella sulle grandi fortune produrrebbe poco più di un miliardo. Da quella ordinaria sugli immobili si possono ricavare parecchie entrate, in Italia se venisse calcolata sui valori di mercato potrebbe dare anche un punto di Pil (circa 15 miliardi)».

Ma per le famiglie sarebbe una stangata.

«Perché, se invece non si fa e si lascia la delega di Tremonti non arriva la stangata? Qui bisogna decidersi: i soldi servono o non servono? Se servono, meglio prenderli da un`imposta sugli immobili che con il taglio lineare delle detrazioni fiscali e dell`assistenza. La gente ora protesta contro l`Ici, solo perché non ha ancora visto le tasse che ha messo Tremonti. E io spero che non le veda mai».

Ma un`imposta sulla casa rischia di colpire anche famiglie povere.

«Ragioniamo: una patrimoniale la paga chi ha un patrimonio, quindi tendenzialmente i più ricchi. I poveri hanno case che valgono meno, dunque pagheranno meno se il prelievo è commisurato ai valori di mercato. Si può prevedere un`esenzione parziale sulla prima casa differenziata per Comune, fino al 30-40% del valore medio degli immobili di quella città. Infine, fattore per nulla secondario nel nostro Paese, un`imposta sul patrimonio la pagano più i vecchi che i giovani, i quali difficilmente detengono patrimoni».

Lei dunque è favorevole all`Ici con correttivi?
«Certo: un`imposta ordinaria proporzionale come l`Ici risulta progressiva rispetto al reddito, incide più sui ricchi che sui poveri. Io personalmente sono favorevole all`Ici: la patrimoniale sulle grandi fortune può essere aggiuntiva, ha più un valore simbolico che un effettivo valore in fatto di gettito. C`è da aggiungere che se si tocca il capitale finanziario si hanno effetti sulla produzione, cosa che non accade nel caso degli immobili».

C`è anche la proposta Amato di un esproprio una tantum di 2 o 300 miliardi per abbattere il debito in un solo colpo.

«Non mi piace molto perché costringerebbe a indebitarsi».

Sarebbe anche possibile imporre una patrimoniale sulle società e non sulle persone fisiche.

«Sarebbe bene non farlo, perché spinge le imprese a non capitalizzarsi e a non investire».

La patrimoniale ha effetti recessivi? «Tutte le tasse hanno effetti recessivi. Quella sugli immobili ne ha meno di altre. In ogni caso, ripeto, un`Ici con esenzioni sarebbe sicura- mente più equa di quello che ha proposto Tremonti nella delega. E sarebbe anche più progressiva dell`aumento dell`Iva».

Le imprese chiedono sia una patrimoniale, anche se una tantum, che l’iva, per ottenere meno Irap.

«Mi pare chiaro che in questo modo si sposta il prelievo dalle imprese alle famiglie. Comunque, per me la patrimoniale non dev`essere una tantum ma ordinaria e sugli immobili».

L’Unità 24.11.11