Ghizzoni, Melandri e Sarubbi: da Governo motivazioni fittizie dell’emergenza. “Ormai siamo alla tautologia: per il governo, il commissariamento delle Sovrintendenze di Roma e di Ostia è necessario perché è necessario”. Lo dichiarano in una nota i deputati Manuela Ghizzoni, Giovanna Melandri ed Andrea Sarubbi, firmatari di due interrogazioni sull’argomento a cui il Governo ha risposto oggi in Commissione Cultura. “Nella risposta alle nostre interrogazioni – spiegano i parlamentari del Pd – il governo non ha fornito una spiegazione sui presunti ‘pericoli di imminente crollo’ citati per giustificare la nomina di Bertolaso, confermando di fatto la natura fittizia dell’emergenza. Né ci è stato dato un chiarimento sul rischio che il soggetto attuatore sia l’attuale assessore all’Urbanistica del Comune di Roma: al contrario, Palazzo Chigi non ha escluso la possibilità di una deroga ai piani urbanistici, con l’obiettivo paradossale di proteggere il patrimonio archeologico”.
Ghizzoni, Melandri e Sarubbi ricordano che “neppure le ispezioni dei tecnici della Protezione civile, giunti nelle scorse settimane ad Ostia per verificare le condizioni degli scavi, sono riuscite a trovare mancanze nella gestione tali da richiedere il commissariamento: un problema serio – ribadiscono – è invece la mancanza di fondi, che nessun successore di Bertolaso potrà risolvere, a meno che non sia intenzionato a mettere soldi di tasca propria. Gli stessi scavi di Ostia antica ed il Porto di Traiano, tanto per fare un esempio, devono essere gestiti con un budget annuo pari a quello di un hotel”.
“L’ansia decisionista del governo – concludono i deputati – scavalca tutte le strutture che da anni si occupano, con altissima professionalità, di tutelare i beni archeologici italiani: il commissariamento, infatti, finisce per esautorarle. Ma con le dimissioni di Guido Bertolaso – che ha giustamente preferito rivolgere gli sforzi della Protezione Civile ai terremotati abruzzesi – il giochino sembra ormai rotto: piuttosto che individuare un nuovo commissario, come l’esecutivo afferma di voler fare, questo impasse potrebbe essere l’occasione per ripartire da zero. La ricetta è semplice, ma richiede risposte adeguate: certezza degli investimenti; protocollo d’intesa tra uffici statali e comunali per consentire una fruizione unitaria dei Fori; pieno ripristino dell’autonomia amministrativa della Sovrintendenza di Roma, riordino dei suoi organici e riqualificazione dei compiti per il personale; specificità della Sovrintendenza di Ostia e della sua storia millenaria”.