Giorno: 26 Maggio 2009

“Concorrenza, Parlamento in retromarcia”, di Luca Paghi

Più concorrenza e più liberalizzazioni. Per ridurre i costi di alcuni servizi primari per i cittadini. Come antidoto all`aumento dell`inflazione che minacciai consumatoriperiprossimi anni. E, soprattutto, per evitare «di riportare indietro l`orologio» dopo gli sforzi compiuti dall`Italia per adeguarsi al resto d`Europa. E questo, in sintesi, l`allarme lanciato ieri daAntonio Catricalà, presidente dell`Antitrust intervenuto a un convegno all`università Luiss. Un allarme diretto in prima battuta all`attuale governo: «Dobbiamo cercare di resistere perché la tentazione di portare indietro le lancette dell`orologio è fortissima. Non cisono posizioni ufficiali del governo né della maggioranza. Le dichiarazioni sono tutte nel senso che bisogna andare avanti nella concorrenza. Ma la verità – ha ammonito Catricalà – è che ci sono molti interventi sporadici, ma significativi, che in Parlamento tentano di riportare indietro l`orologio». Non si tratta solo di smontare l`apparto delle norme che hanno aperto la strada delle liberalizzazioni in ltalia, dall`energia alle tlc. Ma di impedire che ci siano ripercussioni sul fronte economico. «Bisogna abbassare tutti i costi – ha spiegato ancora Catricalà – c`era stato un tentativo importante …

“La Toscana, i migranti e il primato della persona”, di Adriano Sofri

Il governo pensa che l’immigrazione sia il Problema – e gli immigrati siano solo un trucco per eluderlo. Gli immigrati hanno occhi, bambini, salutano, implorano, annegano. Il governo vigila: la compassione rende deboli. Dice una maestra di Prato: «Quasi tutti i piccoli cinesi lavorano nei laboratori fino a sera e la mattina si addormentano con la testa appoggiata sul banco». Ma è il libro Cuore: «Coretti che si leva alle cinque per aiutare suo padre a portar legna!» – e poi a scuola si addormenta di un sonno di piombo. Ieri Coretti, oggi i piccoli cinesi, domani chissà chi altri: il governo chiude il libro Cuore e richiama al Problema. In quella Prato, per dire, più di un’impresa su quattro (il 27,4%) ha un titolare immigrato! E se gli italiani hanno il cuore debole, non parliamo dei toscani. «Con la più grande soddisfazione del nostro paterno cuore abbiamo finalmente riconosciuto che la mitigazione delle pene… invece di accrescere il numero dei delitti ha considerabilmente diminuiti i più comuni, e resi quasi inauditi gli atroci, e …

“La Chiesa torna in fabbrica”, di Franco Garelli

Non si vive solo di ordine pubblico o di respingimenti, in un’epoca in cui molti stranieri bussano al nostro Paese per cercare un’ancora di salvezza. Oltre a ciò, la Chiesa deve trovare nuove forme di presenza nel mondo del lavoro, per essere vicina a quanti vivono sulla propria pelle una crisi economica senza precedenti. Non è detto che si ritorni alla formula dei «preti operai», che avevano scelto di condividere il lavoro e la vita della gente comune negli anni ruggenti. Tuttavia, i preti e le parrocchie devono inventarsi qualcosa di nuovo, per stare dalla parte di chi oggi soffre maggiormente la crisi occupazionale. Sono questi i due più importanti e inattesi messaggi contenuti nella prolusione con cui ieri il presidente della Cei ha aperto i lavori della 59ª Assemblea dei vescovi italiani. Entrambi i segnali sembrano indicare che è in atto una svolta nella presenza pubblica della Chiesa in Italia. Che da alcuni anni a questa parte si è molto impegnata per difendere i valori «cari ai cattolici», con le battaglie sui temi della …

“Revisionismo peso piuma. Il trionfo della memoria ad hoc”, di Michele Prospero

Una memoria condivisa che riconcili chi si è schierato su fronti opposti nelle esperienze traumatiche del ‘900: questa è la formula magica che viene impiegata sempre più spesso. Il tema della pacificazione di per sé non è nuovo, anche De Gasperi lo sollevò sul finire dei ‘40. Questo vecchio problema di un oblio riparatore delle ferite è però diventato di scottante attualità soprattutto nei primi ‘90. Aldo Giannuli (L’abuso pubblico della storia) fissa al riguardo una data simbolo: nel 1994 i partiti dell’antico arco costituzionale totalizzarono insieme solo il 45% dei consensi. Appena due anni prima avevano ancora il 75%. Si registrava dunque nelle urne della nuova Italia maggioritaria una catastrofe della coalizione dominante che aveva progettato e gestito per mezzo secolo la democrazia dei partiti. La destra è invece passata in modo fulmineo dal 14%, riscosso nel 1992 dal Msi e dalla Lega, al 43% dei suffragi riportato dal polo della libertà nel 1994. È chiaro che il successo della destra ha segnato una discontinuità politica e anche simbolica. La Resistenza è stata dipinta …

“La rabbia dei terremotati: «Andremo in piazza»”, di Claudia Fusani

La misura sembra colma. E i terremotati scendono in piazza. «Giovedì, prima che la Camera approvi il decreto-vergogna, tutti alla pista dell’aeroporto di Preturo» aveva ipotizzato il primo cittadino dell’Aquila Massimo Cialente (Pd) sabato scorso dopo la riunione con i sindaci dei comuni colpiti dal sisma. Poi la segreteria della Camera ha informato che il voto sul decreto slitta a dopo le europee, due mesi dopo il sisma, un tempo infinito. E ieri mattina, nella conferenza stampa in cui i sindaci dovevano annunciare di aver disseppelito l’ascia di guerra, lo stesso Cialente è sembrato tornare sui suoi passi. Ricondotto a più miti consigli. Dalla stessa Presidenza del Consiglio, forse, o da Guido Bertolaso, il supercommissario dell’emergenza e della ricostruzione, che avrebbe qualche difficoltà a gestire una manifestazione di piazza e di rabbia contro il decreto. «Ma noi – si fa sotto l’agguerrita presidente della Provincia Stefania Pezzopane (Pd)- siamo decisi ad andare fino in fondo. Così non si può continuare, la gente è esausta e fuori da qui sembra che vada tutto bene». La manifestazione …

“Dal G8 di Genova a oggi, il fantasma della paura come strategia di governo”, di Claudia Fusani

C’è una circolarità negli eventi. Basta saperla leggere, come quei giochi da cruciverba, unisci i punti sparsi e alla fine viene fuori la figura. Alla vigilia di un altro G8 sotto il semestre di presidenza italiana che la scelta dell’Aquila rende speciale, per certi versi unico, escono in libreria un paio di libri che cercano di tirare le fila dell’altro G8, quello di Genova, otto anni dopo. Dopo le sentenze di primo grado sui principali filoni d’inchiesta di quei quattro giorni in cui ci fu “la più grave sospensione dei diritti umani nell’Occidente contemporaneo” (Amnesty international). E mentre è in carica un nuovo governo di centrodestra – così come si era appena insediato nel luglio 2001 – che da un anno sta portando avanti, neppure tanto tra le righe, un nuovo sistema di sicurezza. Enrico Deaglio, Beppe Cremagnani, e Mario Portanuova autori di “Governare con la paura-Il G8 del 2001, i giorni nostri” (editore Melampo) hanno saputo aspettare, hanno messo la distanza necessaria tra i fatti e gli occhi, hanno continuato a raccogliere elementi e …

“La menzogna in politica e il diritto alla verità”, di Stefano Rodotà

Mai come in questi tempi spazio pubblico e spazio privato si sono così intensamente mescolati fin quasi a rendere indistinguibili i loro confini. Addirittura lo spazio privato sembra svanire nell´era di Facebook e di YouTube, delle infinite e continue tracce elettroniche, dell´impietosa radiografia mediatica d´ogni mossa, contatto, preferenza. Dobbiamo accettare la brutale semplificazione di chi ha affermato “la privacy è finita. Rassegnatevi”? O dobbiamo ridisegnarne i confini senza perdere i benefici della trasparenza che, soprattutto nella sfera della politica, le nuove tecnologie rendono possibili? La politica, appunto. Nel nuovissimo panorama tornano, intatte e ancor più ineludibili, antiche questioni. Quali sono i doveri dell´uomo pubblico? Quale dev´essere la sua moralità? Possono convivere vizi privati e pubbliche virtù? Può il politico coltivare la pretesa di stabilire egli stesso fin dove può giungere lo sguardo dei cittadini? E soprattutto: qual è il rapporto tra verità e politica nel tempo della comunicazione globale? «La menzogna ci è familiare fin dagli albori della storia scritta. L´abitudine a dire la verità non è mai stata annoverata tra le virtù politiche e …