Giorno: 16 Maggio 2009

“Ma quale crisi psicologica”, di Massimo Giannini

Alla faccia di quei giornali che si sforzano a tutti i costi di rianimare l’economia gettando benzina virtuale sul fuoco fatuo della ripresa, e che si affannano a sostenere il governo Berlusconi titolando a tutta pagina “un primo anno da grande realizzatore”, l’Italia non mostra alcun segnale di fuoriuscita dalla crisi. Il collasso del Pil nel primo trimestre ai livelli più bassi addirittura dal 1980 conferma che questa è una recessione “a W”. Si registra qualche episodico rimbalzino dai picchi minimi di caduta della crescita, ma si continua a stazionare nell’abisso. E questo vale non solo per l’Italia, ma per il mondo. Se da un lato si risveglia l’Indice Baltico (che registra l’andamento dei noli sul traffico marittimo mondiale e che ha anticipato con la sua caduta la tempesta perfetta dei mercati globali), dall’altro precipitano per due mesi consecutivi i consumi e le vendite al degtaglio in Usa. Se da un lato si muove qualcosa nell’export dei paesi dell’area Bric, dall’altro lato la Spagna segna la caduta peggiore dell’indice di ricchezza della sua storia, mentre …

“La rivoluzione di Brunetta perde subito un pezzo: la tutela dei cittadini”, di Felicia Masocco

La class action è stralciata, ma Renato Brunetta non si dimette. È una delle considerazioni che si possono trarre dal via libera, dato ieri dal consiglio dei ministri, al decreto per la produttività nella pubblica amministrazione. La class action non c’è, è rinviata, si fa la data del 2010. Forse. La «rivoluzione Brunetta» nasce quindi senza un pezzo, quello che dovrebbe tutelare i cittadini dai danni causati da inefficienze o abusi degli uffici pubblici. In seno al governo l’ha spuntata chi, come il ministro Tremonti, ha fatto valere il suo peso e il timore che l’introduzione della class action avrebbe aperto la via a un perenne contenzioso. BIRICHINATE Altre «resistenze» dentro l’esecutivo, ammesse come tali dallo stesso ministro Brunetta, erano state opposte dai colleghi perché, alla fine della fiera, la «rivoluzione» si risolve in una grande operazione di centralizzazione che toglie prerogative e poteri ad altri ministeri, alle regioni e agli enti locali e li dà al ministero di Brunetta. Il titolare della Funzione Pubblica aveva risposto con la minaccia di dimissioni se il suo …