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Tagli, solo tagli.

I sindaci in piazza Montecitorio: la finanziaria così come è, non va. Un coro unico per la modifica del Patto di stabilità e la restituzione integrale dell’Ici. Bersani: “se il governo mette la fiducia si prende una responsabilità gravissima. E gli italiani devono saperlo”
Uniti nella proposta avanzata da Sergio Chiamparino, un’assemblea di sindaci dell’Anci ha manifestato davanti a Montecitorio contro la Finanziaria del governo Berlusconi. I primi cittadini hanno rivendicato il diritto delle amministrazioni locali di modificare il Patto di Stabilità, l’abolizione delle sanzioni per chi fa sforato – così come avviene in altri paesi dell’Unione europea –, la restituzione integrale dell’Ici e uno storno del 20 per cento dell’Irpef.

Senza alcuna distinzione di posizioni politiche, sono in molti i sindaci dell’Anci che si lamentano che la Finanziaria, così come è stata presentata ora dal governo, non va bene. Una delegazione è stata ricevuta dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta

Oltre ai fondi tagliati nel rispetto del Patto di Stabilità, i sindaci hanno reclamato la necessità di emendare il provvedimento che prevede una riduzione del 20% di consiglieri comunali, di un quarto degli assessori e l’abolizione delle circoscrizioni: la richiesta è quella di stralciare dal testo gli articoli in questione, e che la materia venga discussa all’interno della Carta delle autonomie,
oppure che sia rinviata la discussione al 2011. Una riduzione numerica che non si giustifica perché essendo l’emendamento di natura ordinamentale, è in larga parte incostituzionale. In altri termini, non è pensabile che si paghino le spese della sanità regionale, tagliando i fondi ai comuni e diminuendo il numero dei consiglieri. Curiosa poi l’idea che la riduzione tocchi solo i Consigli comunali e non quelli provinciali e regionali.

“I Comuni non sono spreconi”. Così il presidente dell’Anci e sindaco di Torino, Sergio Chiamparino
ha difeso il ruolo degli enti locali. “Molto meglio ridurre il numero dei parlamentari e di abolire tutti i direttori generali dei ministeri che gestiscono budget inferiori ai 3 miliardi, visto che secondo il governo un comune come Roma, che ha un bilancio di queste dimensioni, non ha bisogno del direttore generale”.

Tra i sindaci, in piazza anche il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani. “Non solo questi non sanno come far quadrare i bilanci, ma il governo vuole anche farli passare come quelli che fanno gli sprechi” ha dichiarato il leader del Pd da piazza Montecitorio.

“Questa gente qui non sa come tenere aperte le scuole- ha continuato Bersani criticando l’azione del governo – non hanno più i soldi per i servizi essenziali, per sgomberare la neve. Vogliamo discuterne o facciamo finta di niente? La verità è che questa è una manovra populistica e demagogica”.

“Se il governo mette la fiducia – ha concluso Bersani – si prende una responsabilità gravissima. E gli italiani devono saperlo. Noi non siamo degli arruffapopolo siamo gente di governo e non vogliamo fare ostruzionismo. Abbiamo quattro o cinque proposte che vogliamo discutere: ne abbiamo diritto. Se non ce lo consentono allora è giusto che l’opinione pubblica lo sappia e noi glielo faremo sapere”.

A.Dra
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