Giorno: 1 Aprile 2010

Siamo in piedi, ora acceleriamo

Questa mattina il segretario nazionale Pier Luigi Bersani ha inviato una lettera a tutti i coordinatori dei circoli del Partito Democratico. Di seguito il testo integrale. Carissimo/a, le recenti elezioni regionali sono state per tutti noi un passaggio importante, che ci mostra tutta la complessità e la profondità dei problemi che abbiamo di fronte. Il Partito democratico è in piedi. Sentiamo forte in queste ore la delusione per avere perso la guida di alcune regioni, e il Lazio e il Piemonte per una manciata di voti. La delusione è solo in parte attenuata dal fatto che abbiamo conquistato comunque la presidenza di sette tra le tredici regioni in palio: un risultato certamente non scontato alla luce dei rapporti di forza che si sono determinati nelle elezioni più recenti, tenendo conto che le elezioni regionali del 2005 si erano svolte dentro un altro universo politico. Va rimarcato che per la prima volta dopo molto tempo, nel voto di domenica e lunedì scorsi si è verificato un arretramento consistente dei consensi del Popolo delle libertà, solo in …

"Il riordino del secondo ciclo ai nastri di partenza", di Gian Carlo Sacchi

Il riordino che oggi viene inaugurato toglie tutte le aggiunte che in passato avevano contraddistinto le proposte innovative, con finanziamento statale, e apre spazi di flessibilità senza la certezza che questo rimanga, soprattutto sotto forma di personale. Una scelta anticipata fin dal primo anno contrasta con le politiche dell’orientamento che invece muovono da progressive azioni di evoluzione/differenziazione, mentre qui siamo già in presenza di interventi di recupero/riorientamento. Questo vale in particolare per i rapporti tra istruzione e formazione professionale, che si sono voluti rendere paritari sul piano politico, pur attivandoli con finanziamenti diversificati, ma che il regolamento degli istituti professionali vede anche in termini di possibili integrazioni. Una tale opportunità era prevista già da tempo da leggi regionali o da intese tra regioni e il ministero stesso, specialmente nel primo biennio, ai fini cioè di favorire in modo più equilibrato il predetto orientamento e di conferire maggiore equità ai curricoli, nell’ambito dell’assolvimento dell’obbligo di istruzione e tra formazione generale e professionale. Le quote di flessibilità potranno dare origine a percorsi pluridisciplinari, anche nella prospettiva del …

"La lezione del colle", di Massimo Giannini

Con il rinvio alle Camere della legge che aggira l’applicazione dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori il capo dello Stato scrive una bella pagina nella storia della democrazia italiana. In questo atto di Giorgio Napolitano (che Repubblica aveva anticipato il 15 marzo scorso) c’è una grande lezione, sul merito e sul metodo. Una lezione che va al di là di tutte le polemiche, le forzature e le strumentalizzazioni con le quali troppo spesso, in questo sciagurato Paese, si accompagnano le scelte e le parole del Quirinale. La lezione sul merito è fortissima. Basta leggere il “titolo”, per capire che in quel provvedimento c’è qualcosa che non va: “Deleghe al governo in materia di lavori usuranti, di riorganizzazione degli enti, di congedi, aspettative e permessi, di ammortizzatori sociali, di servizi per l’impiego, di incentivi per l’occupazione, di apprendistato, di occupazione femminile, nonché misure contro il lavoro sommerso e disposizioni in tema di lavoro pubblico e di controversie di lavoro”. Un guazzabuglio di norme astruse e incoerenti, nato con 9 articoli e 39 commi, poi gonfiato a …

"Il bluff dei grandi lavori l´Italia dei cantieri promessi e mai aperti", di Ettore Livini

Investimenti pubblici giù dell´8% Nessuna ripresa in vista nei prossimi due anni, boom degli appalti a trattativa privata Per le opere minori spesi solo 20 milioni degli 800 promessi da Palazzo Chigi. Niente soldi per riparare le buche aperte dal gelo dell´inverno sulle strade italiane. Pochi spiccioli (un quarto di quelli necessari) per sistemare le scuole un po´ cadenti del Belpaese. L´Italia delle grandi (e piccole) opere infrastrutturali è rimasta al verde. I soldi da Roma – causa crisi – arrivano con il contagocce. Comuni e Regioni, bloccati dal patto di stabilità, hanno tagliato drasticamente gli interventi. E i cantieri, spesso dopo pompose inaugurazioni, non partono: gli investimenti pubblici in infrastrutture – stima l´Associazione nazionale costruttori edili – già calati del 5,1% nel 2008, sono scesi lo scorso anno dell´8,1%. Degli 11,2 miliardi di soldi statali promessi per lo scorso anno se ne sono materializzati solo 6,6. Non solo: di questa somma un miliardo è servito a finanziare lavori già avviati (Mose e ferrovie del sud), 1,3 sono stati girati al Ponte di Messina e …

Piemonte, effetto Cota: bloccherò la RU486

Il cammino perchè le donne italiane possano abortire con la pillola Ru486, in ospedale o in day hospital, potrebbe essere più lungo del previsto. Un segnale forte della nuova aria che tira nelle regioni arriva dal neo presidente del Piemonte, Roberto Cota, che ha già fatto che le confezioni arrivate nella sua regione potrebbero restare nei magazzini, spiegando di pensarla in modo «completamente diverso» dall’ex presidente Mercedes Bresso. «Sono per la difesa della vita – ha detto Cota – e penso che la pillola abortiva debba essere somministrata quanto meno in regime di ricovero». E sulle scatole già arrivate, la conclusione polemica è che per lui «potranno marcire nei magazzini». Parole giudicate «stupidaggini» da Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana. «In Italia è garantita la libertà terapeutica, un ambito che riguarda solo il medico, il paziente e il loro rapporto. Tutto il resto sono chiacchiere inutili». Tuttavia è reale la possibilità che i presidenti delle regioni possano rallentare l’arrivo della Ru486 negli ospedali. A spiegarlo è il sottosegretario alla Salute, Eugenia Roccella: «Tecnicamente i presidenti …

"Critiche di forma e di sostanza", di Michele Ainis

Fin qui Giorgio Napolitano non ha certamente fatto scialo dei propri poteri. Li ha usati con moderazione, preferendo la moral suasion al trillo del fischietto. Oppure non li ha usati affatto, come il potere d’indirizzare messaggi solenni al Parlamento. Fino a ieri, quest’ultimo era anche il caso del potere di rinvio, mai esercitato per l’appunto dall’undicesimo Presidente della Repubblica italiana. E dunque, che significato assume il fatto nuovo? È il segno di una svolta, d’un atteggiamento indocile che marcherà gli ultimi tre anni di questo settennato? È solo un’occasione presa al balzo per rintuzzare, colpendo una legge secondaria, le critiche di chi lamenta l’eccessiva prudenza del Capo dello Stato? Tranquilli: è la normalità costituzionale. Il rifiuto di promulgazione non è un trauma, non innesca terremoti nella nostra cittadella pubblica. Nemmeno quando cade su leggi tutt’altro che insignificanti, come nel caso di specie. A patto d’intendersi però sul perimetro concettuale che ne delimita i confini. Un equivoco allevato sia a destra che a sinistra assegna al presidente un ruolo di garante circa la costituzionalità degli atti …

"In Italia non ci sono più i ricchi. Solo l’1% sopra i 100mila euro", di Marco Ventimiglia

Le dichiarazioni dei redditi per il 2008 evidenziano nuovamente i gravi squilibri del Paese p Lombardia in testa, a pagare sono soprattutto dipendenti e pensionati. Cgil: fisco da riformare. Sono le ultime dichiarazioni dei redditi disponibili, presentate nel 2009 e relative all’anno precedente, e fotografano un Paese dove la ripartizione dei guadagni fra la popolazione non può certo definirsi equa, poco importa se trattasi di una situazione comune alla maggioranza delle nazioni occidentali. In particolare, sono418 mila i «Paperoni » d’Italia, ossia coloro che dichiarano un reddito superiore ai 100 mila euro l’anno, mentre ben 20,9 milioni di persone non superano i 15 mila, un livello al di sotto del quale, specie se si ha una famiglia da mantenere, si può ben parlare di una condizione vicina alla povertà. I dati sono stati diffusi ieri dal Dipartimento delle Finanze del Tesoro, e comunque li si guardi attestano una realtà incontrovertibile, quella di uno squilibrio assai poco in sintonia con una società pienamente democratica. Dei circa 41,8 milioni dei contribuenti, due terzi dichiara non più di …