Giorno: 18 Aprile 2010

"Che cosa farà Fini quando sarà grande", di Eugenio Scalfari

Che cosa farà da grande Gianfranco Fini? È ancora un possibile delfino di Silvio Berlusconi? Oppure uno dei suoi competitori? Un uomo di destra? Oppure un liberale? Rilevante o irrilevante? Questo gruppo di domande sollecita risposte alcune delle quali possono essere date fin d’ora, ma altre si vedranno col tempo perché lo stesso Fini oggi non saprebbe darle, neppure dopo aver inghiottito il siero della verità. La prima risposta certa è questa: non è mai stato il delfino di Berlusconi e mai lo sarà e la ragione è semplice: Berlusconi non vuole delfini. Non soltanto perché non se ne fida, ma perché non c’è nessuno come lui nel panorama politico italiano. Lui è un’anomalia assoluta, un fantastico imbonitore, capace di indossare qualunque maschera e di compiere qualunque bassezza che gli convenga. Quando sarà arrivato al culmine del percorso che si è prefisso, non avrà altri pensieri che godersi la felicità d’aver gustato e posseduto tutto: il potere, la ricchezza, l’ubiquità, l’immunità. Che cos’altro può desiderare chi ha il culto di se stesso come obiettivo supremo …

"Nonsense regionalista sulla scuola", di Annamaria Palmieri

È certo una cattiva abitudine di questo paese ragionare su questioni di capitale importanza in termini spesso inadeguati e superficiali. Un esempio degli ultimi giorni: la questione della qualità della classe docente, che pure costituisce un nodo dello sviluppo culturale e produttivo della nazione. L’ultima trovata viene dalla Lega: apprendiamo dell’intenzione di modificare su base regionale il reclutamento da graduatoria, in modo che al nord ‘finalmente’ prendano l’agognato “posto di ruolo” docenti puramente nordici, ovvero residenti all’interno della regione. Non sto neanche per un attimo a commentare a che livello la proposta leghista cozzi con gli ordinamenti dello Stato e della Costituzione: ci siamo tristemente abituati allo “stato d’eccezione”come condizione normale attraverso cui in Italia si esplica la gestione del potere politico. Le argomentazioni addotte dalla Lega sono due: la presunta necessità di garantire continuità didattica agli studenti, giacché i docenti di origine meridionale avrebbero il cattivo vizio di prendere posto al Nord e di volersi poi ritrasferire al sole lasciando le cattedre vacanti. La seconda, per così dire “perequativa”, nascerebbe dalla difficoltà dei docenti …

"La sicurezza del treno lento", di Vincenzo Congedo

Il tragico incidente ferroviario della Val Venosta, dovuto ad una frana, riapre la riflessione sulla sicurezza dei trasporti su rotaia e sulla prevenzione. Nel 1997 un disastro altrettanto drammatico dovuto a un errore umano si verificò a Piacenza. Dopo quel fatto venne varata una normativa sulla circolazione dei treni eccessivamente prudente, che è, in buona parte, la ragione dei ritardi che affliggono i treni dei pendolari. Per risolvere il problema basterebbe calibrare il sistema Scmt alla regolamentazione precedente, per la quale le Ferrovie italiane erano annoverate fra le più sicure. Il 12 gennaio 1997, in una bella giornata di sole, un Pendolino partito da Milano alle ore 12.55 e diretto a Roma, all’ingresso della stazione di Piacenza, deragliava provocando otto morti e trentasei feriti. L’evento è stato particolarmente grave per due ragioni: non era mai accaduto che un treno deragliasse su un binario di piena linea; erano morti entrambi i macchinisti e quindi non era possibile avere la versione dell’accaduto da parte di chi guidava il treno. CAUSE ED EFFETTI DI UNA TRAGEDIA Il fatto …

"Ma ad Adro non c'era (c'è) il tempo pieno?", di Gianni Gandola e Federico Niccoli

Pare che ora ad Adro (provincia di Brescia) la polemica, innescata da genitori in regola col pagamento delle rette, sia sul fatto che la refezione scolastica è un optional , un servizio aggiuntivo rispetto alle lezioni e che quindi, come tale, va pagata. Sul fatto che la mensa abbia dei costi e debba essere pagata (sulla base di tabelle diversificate secondo i redditi delle famiglie, come ad es. avviene a Milano) non ci sono dubbi. Quel che forse si dimentica e/o che lo stesso sindaco di Adro sembra ignorare è il fatto che comunque la mensa, nella scuola a tempo pieno, è parte integrante dell’orario delle lezioni, è da considerare all’interno delle attività scolastiche e non fuori. Tra l’altro la mensa, nelle scuole a tempo pieno, non è mai stata considerata pura e semplice “ristorazione”, ma momento educativo coessenziale alla crescita dell’alunno insieme al leggere scrivere far di conto ed alle attività laboratoriali. Si è sempre trattato di educazione alimentare, di momento altamente socializzante e pieno di rapporti relazionali importanti per una sana convivenza bambino-bambino …