Giorno: 12 Ottobre 2010

«In tre vincono il Nobel per l'economia paladini della lotta alla disoccupazione», di Roberto Petrini

Il premio va a Diamond, Mortensen e Pissarides ROMA – Stoccolma sceglie il lavoro e guarda ai 210 milioni di disoccupati lasciati sul campo dalla Grande Recessione. La «terna» degli economisti insigniti ieri con il premio Nobel (creato nel 1969 e finanziato dalla Banca centrale svedese, la Riksbank), è composta da due americani e un anglo-cipriota, che partecipano al medesimo progetto di ricerca che ha come priorità l´occupazione. Si tratta di Peter Diamond (1942), il maestro, che insegna al Mit, e dei due suoi seguaci, Dale Mortensen (1939) della Northwestern University e Christopher Pissarides (1948) della London School of Economics. Nomi poco conosciuti al grande pubblico ma assai attivi sul problema del momento: perché di fronte alla ripresa economica la disoccupazione resta alta? Nel dibattito degli ultimi mesi, soprattutto da parte della destra Usa, repubblicana ed iperliberista, si è sostenuto che la disoccupazione resta alta perché la presenza di sussidi e assegni di sostegno tiene lontani i disoccupati dal mercato del lavoro. Diamond e suoi hanno lavorato per anni intorno alla cosiddetta «curva di Beveridge» …

PD: investire sull'istruzione per il recupero della identità collettiva

Alto livello d’istruzione, contenimento degli abbandoni scolastici, progresso nello studio di scienze, tecnologia e matematica, sottoscrizione dell’Accordo di attuazione del Titolo V, maggiori risorse per l’istruzione e la ricerca: sono in sintesi le conclusioni del dibattito svoltosi all’Assemblea nazionale del Partito Democratico dell’8 e 9 ottobre a Varese. Anche per il PD l’istruzione ha un ruolo rilevante non solo per competere e vincere con le altre economie ma anche per prevenire i sintomi di una crescente disaffezione che i giovani e le famiglie italiane cominciano a nutrire nei confronti della scuola. Il malessere trova conferma nell’incremento del numero di giovani che scelgono di frequentare scuole straniere. Sarebbe un grave errore sottovalutare la questione, perché la disaffezione – come ha scritto Galli della Loggia sul Corriere – coglie il disagio di una larga parte della società che potrebbe alimentare un sentimento di estraneità nei confronti dell’idea di Italia, della sua storia, determinando lo smarrimento del senso del nostro stare insieme, della nostra identità collettiva. Di fronte a quest’aspetto della crisi educativa è necessario – e se …

«Sessione di bilancio al via. Al buio», di Mario D'Adamo

Nemmeno il prossimo anno la dotazione finanziaria che lo stato assegna alle scuole e che è stata progressivamente ridotta contribuirà a innalzare la qualità del programma annuale, preventivo del 2011. Che proprio in questi giorni i dirigenti dovrebbero scrivere per permettere alla Giunta esecutiva di proporlo entro il 31 ottobre prossimo al Consiglio di circolo o d’istituto, con una relazione del dirigente stesso e il parere di regolarità contabile dei revisori (art. 2, terzo comma, del regolamento di contabilità approvato con decreto interministeriale 1° febbraio 2001, n. 44). Come ogni anno inizia infatti anche per le scuole una mini sessione di bilancio, nel corso della quale il Consiglio deve pervenire a una decisione: o di approvazione del bilancio nel termine ordinario, 15 dicembre, o di rinvio eccezionale della sua approvazione ad una data successiva, comunque non oltre il 14 febbraio, pena il commissariamento (art. 8 del regolamento di contabilità). Ma se c’è una scadenza che tutti lasciano passare fin da quando il regolamento di contabilità l’ha posta è proprio quella del 31 ottobre. In quasi …

«Ordigni di pace e di guerra», di Michele Ainis

C’è un che di surreale nel modo in cui la politica italiana ha reso omaggio ai quattro alpini uccisi nel lontano Afghanistan. Il ministro della Difesa ha detto che a questo punto bisogna armare i nostri aerei con le bombe. Il suo predecessore gli ha risposto che non si può fare, è vietato dalla Costituzione. Il successore del predecessore ha controrisposto che tutto dipende dal bersaglio delle bombe. Insomma i nostri arsenali ospiterebbero bombe costituzionali e bombe incostituzionali, bombe di pace e bombe di guerra. In realtà a venire bombardata ormai da tempo è proprio la nostra vecchia Carta. Che non è affatto una Costituzione pacifista, e dunque imbelle, come costantemente si ripete; tant’è che in quel testo la parola «guerra» risuona per 6 volte (erano 7 nel documento licenziato dai costituenti), innervando altrettante disposizioni costituzionali. Per quale ragione? Perché tutta la civiltà giuridica moderna nutre l’ambizione di porre l’emergenza sotto il prisma del diritto, d’imporle procedure e regole, anche nella condizione più estrema, quando l’emergenza incendia i cannoni. E perché i nostri padri fondatori …

"Una società per azioni per gestire la scuola. Pd: «Ora basta cricche»", di Jolanda Bufalini

Il no di comuni e province all’ipotesi della Spa per la gestione di edifici e diritto allo studio. «Noi paghiamo l’affitto e ai privati vanno gli utili». Franceschini: «È il contrario del federalismo». In tempi di ansia da privatizzazione si potrebbe iniziare dal brand: Belpaese Spa, oppure: Repubblica italiana Spa. All’inizio fu la cartolarizzazione dei patrimoni di enti pubblici, beni demaniali e Asl, che produssero scarse liquidità, molti scandali e discutibili valorizzazioni, ovvero aumenti di cubature con scarse contropartite per gli interessi pubblici, nelle città italiane. Poi il tentativo, per ora non portato a buon fine, della “Protezione civile spa”: per anni modello complesso e riuscito di democrazia e cultura, pratiche condivise fra amministratori, volontari e scienziati, ridotta ad un brand da esportazione nella disponibilità del premier, con poteri straordinari su emergenze vere e su operazioni immobiliari chehanno stimolato gli appetiti delle cricche. Ora è il momento di lanciare la scuola pubblica Spa, progetto allo studio del governo di cui ha dato notizia il Sole 24 ore di domenica. La Spa, secondo le anticipazioni del …

«Garantisti ad personam lasciate stare Sciascia», di Francesco Merlo

IN UN CERTO SENSO – in senso propriamente sciasciano – Sciascia se l´è voluta. Forse è così che Sciascia, ironico e borgesiano, comincerebbe quest´articolo su Sciascia. Ma poi sicuramente userebbe la Sicilia come randello, magari intervenendo a sorpresa in uno dei tanti convegni dove, almeno ogni sei mesi, un numero limitato ma crescente di ‘pensatori´ berlusconiani commette “sottrazione di cadavere”. E idealmente lo annette al lodo Alfano, al processo breve, alle leggi ad personam, all´eroismo dello stalliere Mangano. È così che la Civetta diventa l´Avvoltoio e il garantismo un´impostura, come quando Minzolini cita Amendola e Berlusconi dice di ispirarsi a Calamandrei perché tanto, direbbe ancora Sciascia, “tintu cu mori”, sventurato chi muore e non è più in condizione di difendersi, e ogni cosa gli si può attribuire. «Aspiro – è la frase che scelse come epigrafe – , per quando sia morto, a una lode: che in nessuna mia pagina è fatta propaganda per un sentimento abietto o malvagio». Ovviamente nessuno, certamente non io, e neppure Emanuele Macaluso che domani manda in libreria una biografia …

«La “rivoluzione” della scuola alla prova delle 3i», di Flava Amabile

La riforma promette di cambiare le classi, ma è ancora a metà Nel programma presentato da Berlusconi nel 2008, scuola e università erano nascoste sotto la voce «sostenere la famiglia, dare ai giovani un futuro» ed in quello dedicato ai servizi ai cittadini. Il Pdl prometteva «un’effettiva libertà di scelta educativa tra scuola pubblica e scuola privata; assegnazione di libri di scuola gratuiti per le famiglie meno agiate, estesa fino al 18° anno di età per garantire il diritto/dovere all’istruzione». Quella che poi si è rivelata una vera e propria rivoluzione che ha scatenato un terremoto dalle elementari ai licei e messo alla porta decine di migliaia di precari e insegnanti, due anni e mezzo fa era una formulazione ancora vaga per la necessità di sintesi chiesta dallo stesso Berlusconi. Il primo obiettivo del Pdl era «Ripresa nella scuola, per gli alunni e per gli insegnanti, delle 3i: inglese, impresa, informatica». Cosa è stato fatto in questi primi due anni e mezzo di attività di governo per l’inglese nelle scuole? «Tanto», risponde Valentina Aprea, del …