Giorno: 14 Ottobre 2010

La realtà sbugiarda il governo

Berlusconi, Tremonti, Brunetta, Gelmini, Maroni ci raccontano un’Italia che non c’è smentita ogni giorno dall’evidenza dei fatti. Finocchiaro: “L’esecutivo sta franando” immagine documento Il tappo sull’Italia sta per saltare, è la realtà che sbugiarda il governo. Ormai non passa giorno senza che agli annunci di Berlusconi, Tremonti, Brunetta, Gelmini vengano smentiti dall’opposizione, dalle relazioni tecniche degli organi statali, dai giornali. Questa settimana abbiamo scoperto che la riforma Gelmini dell’Università è un bluff, e per l’emendamento dell’ultimo minuto che prevedeva l’assunzione di 9.000 ricercatori, mancano i fondi. Che dirà la Gelmini ai ricercatori? Suggeriamo un “ragazzi non c’è un euro, la riforma è rimandata a data da destinarsi”. Vi raccontiamo il bluff svelato dal PD in Commissione Bilancio dove è arrivata la relazione tecnica della Ragioneria di Stato che attesta come non ci sia la copertura economica sufficiente per attuare il provvedimento. Vi fidate ancora della Gelmini? Bene, provate a farlo anche con Renato Brunetta, trionfante nei sondaggi dei primi mesi della nuova avventura belusconiana con i suoi attacchi indistinti ai dipendenti della Pubblica Amministrazione bollati …

"Caro ministro, non ci faccia fuggire dalle università", di Francesca Coin *

CARO ministro Gelmini, sono una ricercatrice di Cà Foscari, insegno sociologia. Mai avrei pensato di scriverle sino ad oggi, ma la situazione è grave. Mi perdoni se per un istante le parlo apertamente. Ho due anni meno di lei e sono rientrata in Italia nel 2008 dopo aver trascorso il resto degli anni 2000 negli Stati Uniti. Quand’ero un Ph. D. student negli States con molti docenti c’era un rapporto di amicizia. Nel mio Dipartimento c´erano molte donne, young faculty, associate o full professors. Il reclutamento di nuovi docenti era un processo in cui erano coinvolti tutti, anche i graduate students avevano potere decisionale. Tra le tante cose che valutavamo c´era l´età del candidato, perché più l´Università è giovane e più è viva. Ricordo che al mio arrivo come studente di dottorato al primo anno avevo trovato ad attendermi all´aeroporto il direttore del Dipartimento. Amava gli studenti perché credeva rappresentassero il futuro e voleva che fossimo tutti nelle condizioni migliori per lavorare. Ricordo che a lezione gli undergraduates non avevano timore di porre domande, che …

"Salviamo l'Università, tutti insieme, vendendo le frequenze televisive", di Pierluigi Bersani

Caro direttore, spesso tra le parole e i fatti c’è un abisso. Il governo ne ha dato tante prove ma si è proprio superato con il disegno di legge sull’università. È stato presentato come il trionfo della meritocrazia. Avrebbe il nostro plauso se davvero fosse così. Noi stessi siamo interessati ad introdurre innovazioni anche dopo la nostra stessa esperienza di governo. La realtà è purtroppo ben diversa. Il testo introduce circa cinquecento nuove norme che dovranno essere attuate mediante circa mille regolamenti negli atenei. È un monumento alla burocrazia. I professori passeranno le loro giornate a districarsi nel pantano normativo già oggi molto appesantito. Ciò spingerà gli atenei a diventare uguali tra loro, secondo lo standard imposto per legge. Mentre la politica del merito dovrebbe fare esattamente il contrario, cioè promuovere le differenze, incoraggiare gli innovatori e penalizzare chi non merita. A tale scopo bisognerebbe eliminare burocrazie inutili e affidare la regolazione del sistema alla valutazione dei risultati. Ma proprio questa è mancata finora. A metà del suo mandato il ministro Gelmini non è ancora …

Università, Ghizzoni: Vogliamo una riforma che valorizzi il merito

Il capogruppo Pd in commissione Istruzione e Cultura: “Facciamo ciò che il centrodestra non fa né a Roma né a Modena: ascoltare le ragioni di chi nell’università studia e lavora” «Oggi è stata una grande giornata di mobilitazione per tutto il mondo dell’università. Davanti a Montecitorio si sono radunate centinaia di persone studenti, ricercatori, precari, docenti, semplici cittadini,contrarie alla finta riforma dell’ università firmata Gelmini. Questa la ragione per cui, con grande rammarico, il segretario Bersani e io non possiamo partecipare al congresso di Modena. Abbiamo voluto essere in piazza innanzitutto per dire no a un decreto legge che, anche emendato, resta iniquo e del tutto inefficace rispetto ai nodi veri dell’università. Un decreto al quale il governo ha fatto mancare la copertura finanziaria laddove tentava, timidamente, di dare una risposta alle richieste dei ricercatori. Il nostro no a questa finta riforma non è certo motivato da una volontà di conservare lo stato di cose presente, come qualcuno ha voluto maliziosamente insinuare. Non siamo noi i conservatori ma quelli che vogliono cambiare tutto per non …

Università, riforma senza risorse

La riforma dell’università si impantana nel nodo delle risorse. Una nota di pochi giorni fa dell’ufficio del coordinamento legislativo del ministero dell’economia, cui si unisce quella della Ragioneria dello stato arrivata ieri in commissione bilancio alla camera, arrestano, per ora, il cammino del disegno di legge sull’università. E vista l’incognita sulla copertura economica, la conferenza dei capigruppo di Montecitorio ha deciso di spostare il dibattito a domani, se la commissione di merito avrà terminato l’esame. Ma sembra ormai scontato che la discussione sul testo di legge andrà a dopo la sessione di bilancio, e quindi tra oltre un mese. Sul parere del bilancio quindi ha pesato la stroncatura della ragioneria generale dello stato, in particolare sull’annoso tema dei ricercatori e sull’emendamento che prevedeva un piano di concorsi tra il 2011 e il 2016 per 9 mila di loro per il passaggio al ruolo di associati per i quali non c’è copertura economica soprattutto a decorrere dal 2012. L’emendamento prevede l’istituzione di un Fondo per la valorizzazione del merito accademico finalizzato alla chiamata di 1.500 professori …

Federalismo, stangata possibile con la nuova addizionale Irpef, di Roberto Petrini

Le Regioni potranno alzarla di 226 euro a testa. Le simulazioni da qui al 2015 in uno studio della Uil. Aumenti fino a 900 euro pro capite Il federalismo fiscale rischia di risolversi in un aumento delle tasse regionali. Secondo un dettagliato studio della Uil, che ha analizzato i risvolti del recente maxidecreto varato dal governo, alle Regioni viene data la possibilità di aumentare le addizionali Irpef a regime, cioè nel 2015, in media di 226 per ciascun contribuente. Ovvero un rialzo dell’82,8%. L’ultimo decreto sul federalismo dà allo stesso tempo margini di aumento o di diminuzione, ma è ovvio che con la fame di fondi e i tagli imposti dal governo, sarà la prima opzione quella più probabile. La vera sorpresa del nuovo meccanismo che si va profilando è che si creerà un fisco regionale a due fasce. Da una parte ci saranno i lavoratori dipendenti e pensionati che guadagnano fino a 28 mila euro lordi all’anno: questa categoria sarà parzialmente protetta dai possibili aumenti e le Regioni dovranno contenerli entro lo 0,5 per …

Tocci: Il Pd libera l'università' dal ricatto del governo

E’ sospeso l’esame del disegno di legge per l’università. Riprenderà solo dopo la sessione di bilancio e comunque non prima di dicembre, per poi andare al Senato in terza lettura. Domani non ci sarà neppure l’inizio del dibattito. La conferenza dei capigruppo ha confermato il programma già stabilito su richiesta del PD. La scomposta iniziativa della Gelmini ha messo inutilmente in tensione il mondo universitario facendo perdere tanto tempo in discussioni inutili sul calendario. Che questo fosse l’unico metodo da seguire era già stabilito dal buon senso e dal rispetto dell’articolo 81 della Costituzione, ma ora la dimostrazione più eloquente è venuta proprio dalla brutta figura del ministro sull’emendamento per i concorsi da associato, al quale il Ministero dell’Economia ha dato parere negativo in commissione Bilancio. Il contrasto fra Tremonti e Gelmini conferma che avevamo ragione noi, che perfino il governo non riesce a lavorare se prima di approvare le norme non si definisce il quadro finanziario. Ora l’università è libera dal ricatto del governo che aveva imposto l’approvazione della legge come condizione di una …