Giorno: 2 Ottobre 2010

Giudici e Rosy Bindi nel mirino di un delirante Berlusconi bestemmiatore. Con tanto di prova tv

I vescovi: bestemmia insopportabile. Bindi: “E’ un uomo indegno che offende i cattolici”. Bersani: “Incredibile che possa governare” Proteste dall’ANM alle Comunità Ebraiche. Ma il TG1 censura tutto. I video di internet stanno diventando un appuntamento che rovina i week end di Silvio Berlusconi. Dopo il video-messaggio di Gianfranco Fini spopolano sulla rete i video in cui il prmier attacca i giudici e racconta una pessima barzelletta su Rosy Bindi con tanto di bestemmia finale. Video censurati dal tg1 ma che scatenano una vera bufera nel mondo politico come racconta repubblica.it . C’è un video registrato il 29 settembre scorso fuori palazzo Grazioli. Un filmato che mostra il Cavaliere che improvvisa davanti a un gruppetto di fan un mini-comizio e attacca pesantemente magistratura e giornali e racconta una barzelletta sugli ebrei a poche ore dalla fiducia. Sempre oggi è apparso un altro filmato sul sito dell’Espresso, girato a L’Aquila prima del G8, nel quale il premier racconta una barzelletta, contro Rosy Bindi, che si conclude con una bestemmia. Sono durissimi i giudizi sulle parole con …

"La scuola della Costituzione? Non c'è più: l'hanno rubata….", di Mario Lodi

Cremona. La Casa delle Arti e del Gioco galleggia in una nuvoletta di nebbia tra le cascine di Drizzona, fuori Cremona. Quasi nel centro geometrico della Pianura Padana. E nell’aria umida galleggia, con passo leggero e i suoi 88 anni, anche Mario Lodi, il Maestro, il maestro di scuola se mai ce ne furono. Alto e sottile e con lo sguardo quieto che ha accarezzato migliaia di bambini. Ancora oggi vengono qui decine di insegnanti, un po’ come si va in pellegrinaggio in un luogo sacro e accompagnano i loro ragazzi a conoscere il Maestro che, con i suoi libri (Il paese sbagliato, Cipì) ha disegnato la fisionomia della scuola elementare italiana: un modello invidiato da tutta Europa. Una scuola gentile, inclusiva, comprensiva, attenta e generosa. Una scuola come, forse, la immaginavano i “padri costituenti” quando scrissero la Carta fondamentale del nostro Stato. Lodi ricorda che nel 1948, appena promulgata la Costituzione italiana, la carta fu subito esposta per anni nelle sale consiliari dei Comuni “tanto era bella. Dovrebbero esporla sempre anche in tutte le …

"Quote per portare le donne in quota", di Monica D'Ascenzio

«La legge non ha lo scopo di riportare l’equilibrio fra i sessi, nasce dal fatto che la diversità è un valore e crea ricchezza. Nella mia esperienza ho visto come sono scelti i membri dei board: vengono dallo stesso ristretto circolo di persone. Vanno a caccia e pesca insieme, sono amici». Parole del ministro dell’Industria norvegese, Ansgar Gabrielsen, promotore della legge sulle quote di genere (40%) in vigore dal 2006. Uomo e conservatore, due dettagli non trascurabili per la piega che prese il dibattito nel paese e l’accoglienza della legge. Ci sarà stato chi avrà posto dei dubbi sulle donne che sarebbero entrate nei cda. È successo in Spagna, dopo la legge del 2007, che prevede una quota di genere al 40% in otto anni: in tanti puntarono il dito sulle “figlie di” come Sabina Fluxá, Ana Patricia Botín o le sorelle Koplovitz nei cda di società partecipate dalle loro famiglie. Non altrettanto scandalo fecero le nomine dello stesso Botín padre che sostituì il nonno o di José Manuel Entrecanales, famosi “figli di”. L’impressione è …

"La depressione non sconfigge la violenza", di Stefano Menichini

Si arriva a un certo punto, quando ognuno deve rispondere di quello che fa, di quello che dice, e deve assumere la propria parte di responsabilità per la situazione della comunità nella quale vive. Il film che cominciamo a veder scorrere in Italia lo abbiamo già visto, anzi vissuto. È un film che pretende di avere lo stesso soggetto che aveva negli anni Settanta: un paese ansioso, indignato, arrabbiato, dal cui corpaccione si staccano schegge incontrollate e incontrollabili. Capaci anche di riprendere in mano un’arma per colpire e zittire un avversario politico, un personaggio pubblico esposto sulla trincea sbagliata. Chi fa opinione e chi fa politica in Italia deve sapere – e lo sa – che questa rabbia è un fenomeno marginale, ancorché giustamente enfatizzato dai media. E che se è vero che l’Italia è ansiosa, l’ansia si traduce casomai in depressione, distacco, allentamento e non eccitazione delle passioni, come confermano tutti i sondaggi d’opinione, elettorali e non solo. Non c’è un vero clima di paura e di minaccia. Bisogna stare attenti a non incoraggiarlo. …

"Molte toghe hanno dato la vita per lo Stato così il premier offende la loro memoria", di Alberto Custodero

Assurda l´ipotesi della commissione parlamentare di inchiesta sulla magistratura, ma non ci intimidiranno nello svolgimento del nostro lavoro. «Parlare di una “associazione a delinquere” dei giudici è francamente inaccettabile perché oltre a riproporre il tema della delegittimazione dell´intera istituzione, è offensiva della memoria, del sacrificio e dell´impegno di tanti magistrati che per lo Stato hanno dato la vita». L´Anm, in occasione degli ultimi attacchi di Berlusconi alle toghe, aveva scelto la linea della “non risposta” per evitare di essere «trascinati sul terreno della contrapposizione politica, che non ci appartiene». Luca Palamara, presidente dell´Associazione nazionale magistrati, ha deciso di rompere il silenzio ieri, dopo l´ultimo affondo del premier contro i magistrati. Palamara, avete taciuto il 10 settembre quando il Cavaliere, dalla Russia, ha affermato che «in Italia c´è oppressione giudiziaria». Perché oggi decidete di passare al contrattacco: cos´è cambiato? «Abbiamo ritenuto la misura colma proprio per l´assurdità delle ultime affermazioni. Il rischio è di alimentare un clima di tensione e, soprattutto, di distogliere l´attenzione dalle reali emergenze del settore giustizia che, come al solito, vengono trascurate …

"Ricercatori mai docenti", di Gilberto Capano

I ricercatori universitari stanno protestando (con diversa compattezza ed intensità) in tutte le università italiane. Protestano contro alcune norme contenute nel ddl di riforma dell’università che mettono a esaurimento il loro ruolo senza modificare il loro stato giuridico (attenzione: la scomparsa del ruolo dei ricercatori è prevista, a partire dal 2013, già dalla legge 230 del 2005). I ricercatori universitari non sono, dal punto di vista normativo (dpr 382/80), professori: a essi spettano compiti didattici di tipo integrativo. Possono però essere titolari di insegnamento (grazie ad una disposizione normativa del 1990) se accettano di farlo. Insomma, i professori debbono insegnare per forza, perché la titolarità di insegnamenti è uno degli elementi del loro status giuridico, i ricercatori no. Il quadro normativo su questo punto è chiarissimo e indiscutibile (almeno agli occhi di un non giurista come chi scrive). Come ho già avuto modo di osservare sulle pagine di questo giornale, non vi è paese al mondo in cui chi ha una posizione a tempo indeterminato nel corpo accademico non debba anche insegnare. Nessun paese al …

Scuola/Ist.Tecnici: Pd: dopo bocciatura Consiglio di Stato, Gelmini venga in parlamento

Ghizzoni: è caos, studenti hanno perso ore di lezione e insegnati il posto di lavoro “Dopo la bocciatura del Tar e del consiglio di Stato il ministro deve venire in parlamento a dire come pensa di sciogliere quella matassa ingarbugliata che lei stessa ha creato tagliando gli orari di lezione degli istituti tecnici e professionali nelle classi successive alla prima cioè in quelle classi estranee alla sua epocale riforma. Il caos che ne è seguito merita un’assunzione di responsabilità: la chiedono gli studenti che si sono visti sottrarre ore alla loro formazione e i docenti che ci hanno rimesso il posto”. Così la capogruppo del Pd nella commissione Cultura della Camera, Manuela Ghizzoni che annuncia di aver presentato una interrogazione parlamentare sul tema.