Giorno: 24 Ottobre 2010

"Damiano: la sfida di Marchionne va accettata, ma non alle sue condizioni", di Celestina Dominelli

La direzione l’aveva indicata ieri Dario Franceschini aprendo il terzo appuntamento, a Cortona, di Area democratica, riunita qui per la prima volta senza Walter Veltroni. «Bisogna accogliere la sfida lanciata da Sergio Marchionne». E oggi, dal piccolo centro immerso nelle montagne aretine, la minoranza rimasta orfana dei 75 firmatari del manifesto veltroniano ha cominciato a tratteggiare quella strada. L’ha fatto, nel corso di un seminario su Pomigliano e dintorni, l’ex ministro del Lavoro, Cesare Damiano, che riprende da dove Franceschini aveva concluso. «La sfida di Marchionne va accettata, ma non alle sue condizioni che sono sbagliate». Perché certo, ammette l’ex ministro, «non si può accogliere la sfida del cambiamento se si prova a dividere o a licenziare il sindacato o non si applicano le sentenze del tribunale (il riferimento è alla vicenda dei tre operai di Melfi, ndr), ma la partita in gioco è enorme: il raddoppio della produzione industriale dell’auto e la sopravvivenza stessa del settore» e il Pd, è il suo ragionamento, deve battere un colpo. Damiano bacchetta poi il suo partito, diviso …

Giochi della gioventù solo per i ragazzi con tutti «6» a scuola

Andrea ha 12 anni e una grande passione per la corsa. Un ragazzo di talento, dice il suo professore di educazione fisica che lo vorrebbe portare ai Giochi della gioventù. Solo che a scuola va così così, ha preso 4 in matematica e 5 in italiano. E senza la sufficienza in tutte le materie a quelle gare non può partecipare. Si ispira al modello dei college americani il disegno di legge presentato dalla Lega, in discussione al Senato, che vuole riportare agli antichi splendori i Giochi della gioventù. In generale, sulla proposta sono tutti d’accordo. E per fortuna perché gli italiani di sport ne fanno poco e il vizio lo prendono da piccoli visto che quattro volte su dieci le nostre scuole non hanno nemmeno la palestra. Ma su quel punto – niente gare senza buoni voti – la discussione si è animata. Dice l’articolo 2 del disegno di legge presentato dalla Lega: «Non possono partecipare ai Giochi gli studenti che non abbiano conseguito la sufficienza in tutte le materie nel semestre scolastico precedente a …

"Esportare l’ inciviltà", di Vittorio Zucconi

La nuova emorragia di documenti segreti o riservati o inediti riversata da Wikileaks, l’organizzazione che si dedica allo scoperchiamento delle pentole, non rivela niente che non sapessimo o che non sospettassimo fortemente. Dice quello che alcuni di noi, quelli persuasi che le guerre siano amarissime, dolorosissime avventure nelle quali è lecito addentrarsi senza fette di salame retorico, ideologico o, peggio, manicheo sugli occhi, soltanto quando è inevitabile difendersi e dopo che la diplomazia, la ragione, le pressioni non militari abbiano esaurito tutte le loro possibilità. Chi ancora sostiene che la Seconda Guerra Mondiale scoppiò perchè Chamberlain piegò le gambe di fronte a Hitler, nella Monaco del 1938, crede, o finge di credere, che se Inghilterra e Francia avessero fatto la voce grossa, quel lucido demente criminale che si era impadronito dell’anima tedesca per un decennio avrebbe alzato le spalle e si sarebbe ritirato in buon ordine nella sua graziosa villa nelle Alpi Bavaresi con la cagna Blondi ed Eva Braun a godersi il panorama. Ma la insensata invasione dell’Iraq, quella nazione che ora fingiamo di …

"Se il laboratorio diventa un ministero", di Rino Falcone

Un vero salto di qualità, di questo si tratta. In queste settimane si sta approntando un grave cambiamento strutturale degli enti pubblici di ricerca. Avevamo scritto come l’applicazione della legge delega per l’autonomia statutaria si fosse tradotta in un’irridente messa in scena. Come fosse stata negata ogni possibilità di reale auto-governo (previsto dalla Costituzione per le istituzioni di alta cultura e ricerca). Lo stesso presidente Napolitano aveva sollecitato il ministro su questo punto (con lettera dello scorso agosto). Non era ovvio perché il ministro Gelmini si fosse impegnata nell’applicazione della delega voluta dal Governo Prodi. Oggi è più chiaro. Da una parte le coercitive restrizioni sull’autonomia introdotte dal suo decreto delegato e il controllo stringente sui CdA attraverso gli esperti (aggiunti per definire gli “statuti autonomi”), hanno spento ogni capacità propulsiva dell’autonomia. Dall’altra, i rilievi agli statuti rispediti indietro dal Miur agli Enti hanno indicato il vero obiettivo del ministro. Il passaggio è storico: nei futuri enti di ricerca ci sarà un ruolo determinante (predominante, nel caso Cnr) dei direttori generali rispetto ai presidenti: in …

L'idea della Lega a Udine «Classi separate per disabili»

Il Pdl prende le distanze: una posizione che è da respingere. Implacabilmente muto, esempio di coerenza padana, quando nelle pubbliche cerimonie è il momento di intonare l’Inno di Mameli («Ma quale schiavo di Roma e pronto alla morte! A me queste cose non piacciono per niente, molto meglio il Va’ pensiero…»), Pietro Fontanini, 58 anni, leader del Carroccio friulano, nonché presidente della Provincia di Udine, ha trovato invece le parole giuste per farsi mandare a quel paese da un’intera platea di operatori socio-sanitari della Bassa friulana che, in un crescendo di fischi e boati, hanno letteralmente fatto a pezzi l’altro giorno ciò che il Fontanini, ex insegnante di scuola media con laurea in sociologia, ha teorizzato dal palco in materia di disabilità e integrazione scolastica, sostenendo che «in Germania, dove ci sono percorsi differenziati per ragazzi con problemi, le cose funzionano meglio: è un buon modello» e che «le persone disabili ritardano lo svolgimento dei programmi scolastici». A sostegno della sua tesi, e incurante dell’ostile brusio che cominciava ad alzarsi dalla platea, il presidente leghista …

Le nuove regole per i presidi: "Vietato criticare la riforma Gelmini", di Salvo Intravaia

Il “codice disciplinare per i dirigenti scolastici” è pienamente operativo. Se le dichiarazioni possono essere “lesive dell’immagine dell’amministrazione”, si rischia la sospensione dal servizio e dello stipendio. Il “Codice Brunetta” non ammette scivoloni. Criticare pubblicamente la riforma Gelmini può costare ai dirigenti scolastici fino a tre mesi di stipendio. E alzare la voce nei confronti di un genitore una multa, fino a 350 euro. Stessa sanzione, da 150 a 350 euro di multa, per i capi d’istituto che andassero in giro senza cartellino di riconoscimento o che non avessero provveduto ad apporre una targa con nome e cognome davanti alla porta della propria stanza. Con la pubblicazione sul sito del ministero dell’Istruzione, avvenuta il 21 ottobre, il Codice disciplinare per i dirigenti scolastici è pienamente operativo. Da oggi, i capi d’istituto dovranno stare attenti a esprimere la propria opinione in pubblico o sui media. Se infatti le loro dichiarazioni dovessero essere considerate lesive dell’immagine dell’amministrazione potrebbe scattare la “sospensione dal servizio con privazione della retribuzione da un minimo di tre giorni fino a un massimo …

Serracchiani ad AreaDem: «Andrò dai 'rottamatori'», di Maria Zegarelli

Cortona 3 è la Cortona senza Veltroni, Fioroni, Gentiloni e tutti i firmatari del Documento dei 75: è la Convention di Areadem dopo la svolta, la separazione «consensuale» con un pezzo importante del partito che sostenne Dario Franceschini alle primarie e tutto questo si respira a pieni polmoni nell’ex convento di Sant’Agostino. C’è voglia di dirsi che qui oggi bisognava starci tutti insieme, perché «mai come ora il partito ha bisogno di essere unito», c’è voglia di guardare avanti e lasciarsi alle spalle le polemiche, ma la ferita è ancora fresca. Il botta e risposta Soro-Marini E’ Antonello Soro, nel suo intervento, a prendere di petto il problema: «Walter ha sbagliato a spaccare Area Democratica, ma non può diventare il nostro nemico», così come non si può dire che il partito «va bene così come è». Non vanno bene i «Giovani Turchi», incalza Soro, che con il loro documento, poi ritirato, hanno fatto fare un passo indietro di quarant’anni all’idea di partito. «Vanno cambiati gli organismi del partito», a cominciare proprio dalla segreteria politica, aggiunge. …