Giorno: 25 Ottobre 2010

Fiat, Marchionne minaccia di tagliare. Alt del PD: dialogo con i sindacati, dal governo aspettiamo una politica industriale

Damiano: “Accettare la sfida della competitività ma no alla logica che allude a tagli”. Fassina: “Marchionne faccia chiarezza su ‘Fabbrica Italia’”. Fanno discutere le dichiarazioni dell’amministratore delegato del Lingotto, Sergio Marchionne, sul rapporto tra l’Italia e l’azienda che amministra, rilasciate ier, ospite della trasmissione ‘Che tempo che fa’ condotta da Fabio Fazio: “La Fiat potrebbe fare di più se potesse tagliare l’Italia, perché siamo al 118° posto su 139 Paesi per efficienza del mercato del lavoro. Nemmeno un euro dei 2 miliardi dell’utile operativo dei primi 9 mesi del 2010 è arrivato dal nostro Paese”. Immediata la reazione di Cesare Damiano, capogruppo in Commissione Lavoro del Pd, a difesa dei lavoratori dell’azienda e della loro storia: “Le parole di Marchionne sono ingenerose nei confronti dell’Italia e dei lavoratori che hanno contribuito a fare grande la Fiat. L’azienda è nata e cresciuta nel nostro Paese più di 100 anni fa, e se oggi è una multinazionale di successo è anche grazie a questo inizio”. Marchionne, ha sostenuto il proprio intervento sottolineando che Fiat a differenza di …

Franceschini: "Alleanza costituzionale se si vota pronti a un esecutivo con Fini e Casini", di Goffredo De Marchis

Franceschini: nessuno può mettere veti su questa emergenza. I leader di Udc e Fli non potranno mai essere autosufficienti. E tra di noi non ci devono essere posizioni immodificabili. Dovrebbe formarsi una sorta di “governo delle regole” che ricostruisca un sistema basato sul valore della legalità. «Il Terzo polo di fatto esiste già. Nasce a prescindere dai nostri giudizi». Di ritorno da Cortona, dove si è tenuto il seminario di Area democratica, Dario Franceschini conferma la linea del dialogo con il nuovo soggetto. E l´idea di un´alleanza costituzionale da costituire prima in Parlamento per un governo di transizione, se ci sono i numeri. Altrimenti nelle urne. Per contrastare Berlusconi e vincere. Siamo certi che gli elettori del Pd capiranno questa formula? «Dopo 16 anni di ragionamenti su alleanze che si svolgono solo nel nostro campo capisco le perplessità. Ed è giusto spiegare bene le ragioni di un cambio di prospettiva. Dobbiamo avere il coraggio di guardare ad alleanze più ampie. Basterebbero i numeri. La coalizione più facile, ossia Pd-Idv-Sel, è poco sopra il 35 per …

Torna l'uomo dei (falsi) miracoli

Bertolaso mostra i muscoli per risolvere l’emergenza dei rifiuti nel napoletano. Mancano ancora 8 giorni per ridare lustro ad un miracolo che non c’è mai stato. È il pugno duro la risposta del governo all’emergenza rifiuti nel napoletano. Per garantire il miracolo dei dieci giorni per ripulire la città, Bertolaso mostra i muscoli e non sente ragioni. Attacca tutti, dal Pd all’Unione europea, passando per i sindaci dell’hinterland napoletano. Il Capo della Protezione civile sa bene che non potrebbe permettersi un altro smacco alla sua immagine già duramente oscurata con gli scandali del G8 e degli appalti truccati. Il Pd non ci sta a questo gioco al massacro e mette sul banco degli imputati il governo Berlusconi colpevole di aver fallito su tutti i punti. Morale della favola, l’emergenza è ben lontana da essere risolta. Berlusconi dichiara a vanvera smentendosi di volta in volta. Il primo comandamento è mai ammettere che si tratti di un’emergenza, al massimo di una piccola difficoltà. Bertolaso parla di un accordo siglato sabato con i sindaci su sei punti. In …

"Quando l'Italia sapeva ancora sognare il futuro", di Miguel Gotor

Nell’agosto 1945 Alcide De Gasperi tenne un discorso al Consiglio nazionale della Dc in cui ricordò che, a soli quattro mesi dalla fine della guerra di Liberazione, gli italiani si mostravano «stanchi dei partiti», in preda a una «atarassia dilagante». Negli stessi mesi un protagonista della lotta partigiana come Emilio Lussu notava amareggiato che il «”partito del malcontento” in Italia era sempre esistito sin dai tempi “di Pasquino e Marforio”», e «si sarebbe potuto chiamare movimento o partito “piove, governo ladro!”». Da allora sono trascorsi oltre sessant’anni e oggi molti guardano a quel passato ormai lontano con un sentimento di nostalgia troppo spesso acritico che induce a contrapporre meccanicamente l’età dell’oro della partecipazione e della rappresentanza all’età bronzea dei tempi attuali, caratterizzati dalla disaffezione politica e dalla perdita di autorevolezza dei partiti. Per sfuggire i rischi insiti in ogni processo di idealizzazione, l’altra faccia della rimozione, è utile leggere le memorie dei protagonisti di quella stagione che hanno il merito di restituire le difficoltà di un percorso compiuto e le sfide affrontate per assorbire la …

"I frutti avvelenati del berlusconismo", di Guido Crainz

Non poteva esser peggiore il ritorno sulla scena del premier dopo una brevissima assenza. Aveva posto al centro una forte accelerazione sul terreno della giustizia, preannunciando una riforma già pronta e rispolverando sin la legge-bavaglio, ma nel giro di poche ore ha dovuto registrare una durissima battuta d´arresto. L´ineccepibile intervento del Presidente della Repubblica ha posto in nuova evidenza alcune implicazioni di fondo e al tempo stesso l´arrogante imperizia anticostituzionale del Lodo Alfano. Dal canto suo Gianfranco Fini ha poi ribadito quella posizione di fermezza che per un attimo era sembrata meno limpida e intransigente (e l´incertezza aveva provocato diffuse proteste nella sua stessa area). Una nuova sconfitta per il premier, dunque, che lo frena su un terreno decisivo e che frustra sul nascere il tentativo di stringer le file della maggioranza con una nuova forzatura: tentativo non rimandabile, perché nei giorni precedenti essa era sembrata quasi dissolversi in mille rivoli e tensioni. Non più calamitati dal protagonista del dramma, i riflettori avevano illuminato meglio un confuso agitarsi di spezzoni e gruppi, facendo risaltare per …

Bersani: «Via il Lodo. E un nuovo governo per le emergenze», di Simone Collini

Se sarà crisi, il leader del Pd punta a un esecutivo di transizione che si occupi di legge elettorale e della crisi economica. Via il Lodo Alfano e si discuta di riforma fiscale. Se invece il Parlamento continuerà a essere ostaggio dei problemi giudiziari del premier, sarà difficile per Berlusconi evitare la crisi. E a quel punto ci penserà un governo di transizione ad approvare una nuova legge elettorale ma anche a gestire le emergenze del Paese. Pier Luigi Bersani lancia una proposta al centrodestra ma pianifica anche le possibili mosse in caso di rottura definitiva tra finiani e Pdl. Il giorno dopo l’altolà di Gianfranco Fini sullo scudo processuale e due giorni prima che la commissione Affari costituzionali del Senato riprenda la discussione con sul tavolo i rilievi del Quirinale, il segretario del Pd dice davanti alle telecamere di SkyTg24 che il Lodo Alfano verrebbe «spazzato via» da un referendum e che se Berlusconi ritirasse tutti i provvedimenti “ad personam” sulla giustizia dicendo «ai problemi miei ghe pensi mi» darebbe alla politica italiana «un …

"Tv , la "vita indiretta" degli italiani", di Ilvo Diamanti

Sondaggio Demos-Coop: crolla la fiducia nel Tg1, bene Sky e La7. “Ballarò” il talk più affidabile. Ormai è difficile distinguere fra media, politica e vita reale. È quasi un luogo comune. Tuttavia, è inevitabile, soprattutto in questi giorni. Mentre infuria il dibattito sulla censura ai programmi e ai giornalisti in televisione. Sui giornali-partito oppure al servizio dei partiti (personali). Mentre imperversa lo spettacolo quotidiano del dolore. Il sondaggio annuale sugli “italiani e l´informazione”, condotto dall´Osservatorio Demos-Coop, d´altronde, offre una raffigurazione perfino “spettacolare” di questo Paese sospeso tra realtà e rappresentazione. Ne isoliamo gli aspetti, a nostro avviso, più significativi. 1. Il primo riguarda, non a caso, il ruolo (ancora) dominante della televisione. Oltre 8 italiani su 10 continuano, infatti, a informarsi quotidianamente in tivù, attraverso i canali nazionali. È stabile, rispetto all´anno scorso, la quota di persone – una su tre – che ricorre regolarmente ai quotidiani. Lo stesso discorso vale per internet. Mentre gli ascoltatori assidui della radio non solo tengono, ma crescono perfino un poco (43%: tre punti in più). Dunque, si profila …