economia, politica italiana

«Dal federalismo all’illusionismo verde», di Raffaella Cascioli

Altri pasticci sulla riforma federale, super-Giulio ricorre ai soliti trucchetti

Che il federalismo post estivo non sarebbe stato lo stesso d’inizio legislatura era largamente atteso. Che il ministro Calderoli, annusando aria di ricorso alle urne, gettasse la maschera di riformatore pronto a condividere con l’opposizione il processo federalista pure.
Che la Lega, alla luce delle difficoltà di legislatura, si prestasse ai giochetti illusionistici del ministro Tremonti anche.
Tuttavia, che il conto per i cittadini potesse risultare così salato nessuno finora era in grado di immaginarlo. Stante il testo dell’ultimo maxi decreto attuativo relativo al fisco regionale, le addizionali Irpef potrebbero aumentare fino al 300% nelle regioni in rosso a partire dal 2013. A fare i conti con gli esigui dati diffusi dal governo è stato ieri Il Sole 24 Ore. Il quotidiano di Confindustria ha anche ricordato come, se nel testo del provvedimento si legge che «la pressione fiscale non potrà superare i tetti fissati nella Dfp», si deve tener conto anche del fatto che «ciò che succederà nelle singole regioni dipende invece dalla salute dei conti locali». Il che tradotto in cifre può rappresentare un vero e proprio salasso per chi vive nelle regioni colpite dall’extradeficit. Altro che federalismo solidale e perequazione regionale.
E così se l’opposizione non ci sta, anche nella maggioranza c’è chi prende coscienza del cambio di passo. È capitato ieri al presidente della Regione Campania, il pidiellino Stefano Caldoro, che ha preso le distanze da questa impostazione del federalismo. «Risponderemo colpo su colpo ai tentativi di arroganza e prepotenza contro il Mezzogiorno – ha spiegato il Governatore – E se questa arroganza viene dalla Lega, allora risponderemo alla Lega colpo su colpo». In attesa che la Conferenza unificata valuti i provvedimenti, in Bicameralina l’opposizione ritiene che l’impostazione data al provvedimento sia da rifare.
Per il senatore del Pd Marco Stradiotto, componente della Bicamerale, è impensabile continuare a parlare di federalismo senza numeri e, soprattutto, senza obiettivi. Infatti prima ancora di parlare di fabbisogni standard bisognerebbe chiedersi quali siano i livelli standard che quei fabbisogni devono coprire. Dunque prima si fissano gli obiettivi, poi si parla dei costi. E chi decide gli standard? «Per noi può anche essere la Sose, ma non è immaginabile dare senza numeri una delega in bianco alla Sose (la società per gli studi di settore, ndr)». Il problema è che, spiega Stradiotto, finora «sono sempre riusciti a non scoprire i numeri», ma ora si è al redde rationem visto che non è pensabile attuare una riforma tagliando. «Le riforme nel lungo periodo assicurano efficienza e risparmi, ma nel breve c’è necessità di risorse – chiosa Stradiotto – non di tagli». E tagli, molti, sono stati approvati nell’ultima Finanziaria di Tremonti: «La verità è che con il prossimo anno, quando le misure di quella Finanziaria saranno operative, si vedranno gli effetti devastanti di quella manovra». L’obiettivo della Lega è quello di andare al voto a marzo prima dunque che il cittadino percepisca queste difficoltà e, in nome di un falso federalismo, lasciare il posto al federalismo clientelare. Dietro, neanche a dirlo, c’è lo zampino di Tremonti che non solo taglia anche l’intagliabile, ma si spinge oltre, L’ultima trovata riguarda la scuola: obiettivo del governo, finora non smentito, sarebbe la creazione con un apposito provvedimento della scuola Spa per la gestione degli edifici scolastici. L’ennesima cartolarizzazione? Per il responsabile economico del Pd Stefano Fassina si tratta dell’ennesimo trucco contabile per scaricare una parte della spesa pubblica sugli enti locali, a cui nel frattempo taglia le risorse. Altro che federalismo.

da www.europaquotidiano.it