Giorno: 7 Marzo 2011

"Lega sull’orlo di una crisi di nervi. E Bossi teme di perdere il controllo", di Andrea Carugati

Doveva essere soprattutto la festa per il federalismo municipale approvato, quella di sabato sera a Bergamo, cena “di gala” per 2mila militanti leghisti a base di arrosto e polenta. E invece no. Solo una frasetta di Bossi e una piccata replica di Calderoli, super tecnica e incomprensibile ai più, a una troupe di Annozero che girava per la sala facendo domande “impertinenti” sull’aumento delle tasse comunali. Il “succo” della serata, invece, è stato il continuo riferimento dei big ai rapporti interni al movimento, con Maroni e Calderoli a premiarsi reciprocamente sul palco con medagliette d’oro, sorrisi di circostanza, «sfatiamo il mito sui nostri litigi», e Bossi a sgolarsi che «noi siamo amici, nella Lega non si viene per fare carriera, se uno ambisce troppo al potere io lo mando via» e avanti così, tra il sorriso e la minaccia.E ancora: «I giornali scrivono che Bobo mi vuole accoltellare, ma io non li leggo». E in riferimento ai file di Wikileaks che parlavano di Giancarlo Giorgetti come successore del Capo: «Ma se quello non è capace …

Gheddafi/Berlusconi, affari in comune e conflitto d'interessi con la Quinta Comunication

Fiano e Orfini:”Italia e Berlusconi recidano i legami con i fondi libici. Di fronte alle stragi del dittatore nessuna connivenza può essere tollerata”. Caos in Libia, Gheddafi annuncia la tregua, i ribelli continuano a combattere. In Libia il regime annuncia la tregua, ma senza riscontri oggettivi. In Italia il Partito Democratico chiede al governo e alla maggioranza di recidere i legami con i fondi libici che hanno compartecipazioni in numerose banche e aziende italiane, e dove spunta l’ennesimo conflitto d’interessi di Berlusconi, in affari con Gheddafi. In una dichiarazione Emanuele Fiano, presidente del forum Sicurezza del Partito Democratico, chiede al “governo e al mondo dell`economia privata italiana di interrompere qualsiasi tipo di rapporto con le partecipazioni di Gheddafi nelle imprese italiane, compresa ovviamente la Quinta Communication compartecipata dal presidente del Consiglio”. La società a cui si riferisce Fiano è attiva da anni, seppur non visibilissima. Nel settembre 2009 il Guardian, analizzandone le operazioni finanziarie indicava il conflitto d’interessi e avvertiva: i negoziati Italia-Libia sono a rischio d’influenza per gli affari comuni dei due leader. Stessi …

Non faremo passi indietro, il patto con le forze della ricostruzione si farà

La Repubblica intervista Bersani: “Servono tenuta, grinta e progetto per andare oltre Berlusconi. La riforma Alfano della giustizia? E’ solo un diversivo populista”. E sui referendum: “Sì all’abrogazione del legittimo impedimento. Sì all’abrogazione della legge sul nucleare non per ragioni ideologiche ma perché siamo contro il piano del governo” La linea resta uguale: arrivare a un’alleanza “tra moderati e progressisti”, tra il Terzo polo e il centrosinistra classico. “Abbiamo delle buone occasioni per realizzare questo incontro – spiega Pier Luigi Bersani -. Alle amministrative, nel passaggio dal primo al secondo turno. In Parlamento, con le battaglie sui temi costituzionali”. E se nel Partito democratico qualcuno mette in dubbio la strategia, in vista di tempi lunghi per il voto, “deve con precisione indicare un’altra strada. I semplici dubbi non è che non aiutino me, non aiutano l’alternativa a Berlusconi”. Il segretario del Pd parla anche della contestata raccolta di firme per le dimissioni del premier, costellata di sostenitori fasulli online, da Stalin a Hitler a Ruby. “Sono contento che abbia firmato Paperino. Credo invece che contro …

«L’istruzione pubblica è l’architrave dell’unità d’Italia», di Luigi Berlinguer

La scuola è un bene ad altissima rilevanza sociale per il Paese le dichiarazioni del premier sono un’offesa agli insegnanti. Si delegittimano così i docenti e la libertà di insegnamento L’esplosione della polemica sulle dichiarazioni del presidente del consiglio in merito alla “scuola pubblica” sottende una questione più profonda: non riguarda solo alcuni insegnanti, ma configura un’offesa rivolta al mestiere di insegnante. Giustamente l’Unità ha insistito sull’uso perverso del vocabolo inculcare. Viene delegittimata sia la funzione docente sia la libertà di insegnamento, evocando strumentalmente una contrapposizione insegnanti- famiglie nell’attività educativa: tutti ingredienti di un ritorno di barbarie autoritaria contro la stessa civiltà occidentale. Sgomberiamo il campo da ogni possibile equivoco. La Costituzione contiene il dovere-diritto della famiglia di istruire ed educare i figli (art. 30) e, insieme, lo stesso dovere-diritto per lo Stato e per la scuola (art 33): due principi fondamentali che non possono essere messi artatamente in conflitto. Grazie all’autonomia delle scuole, nella nostra concezione educativa possono esistere progetti particolari, ovviamente all’ interno di un comune indirizzo culturale nazionale. Per questo motivo è …

«Ma già oggi è emergenza pochi presidi, classi stipate e insegnanti in fuga», di Salvo Intravaia

Alla fine a pagare sono le famiglie: si moltiplicano le richieste di contributi volontari ROMA – La Gelmini sostiene che la scuola «è in grado di reggere» i tagli. Sì, ma come? Dall´inizio dell´anno ad oggi, l´elenco delle proteste di insegnanti, alunni e genitori è lunghissimo. L´ultima in ordine di tempo è quella delle associazioni dei dirigenti scolastici, che si sono rivolte al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. A settembre saranno almeno 3 mila le scuole italiane senza un dirigente stabile. Il ministero non ha ancora bandito il concorso promesso dalla Gelmini entro il 2010. E un terzo delle scuole italiane verrà governato da un preside “reggente”, che ha già un´altra scuola. Sono già rimasti a casa invece, senza incarico e stipendio, 25 mila precari della scuola migliaia, per effetto delle 87.400 cattedre tagliate in un triennio. E mancano all´appello ancora quelli di quest´anno. Ma i tagli non riguardano soltanto il personale. Ne fanno le spese, è il caso proprio di dirlo, le famiglie ogni giorno. Proprio qualche settimana fa, in occasione dell´iscrizione al nuovo …

«L'8 marzo della Gelmini», di Pippo Frisone

Nel 1908 in una fabbrica di New York, 129 operaie che scioperavano da giorni contro le terribili condizioni di lavoro, venivano dal padrone prima rinchiuse dentro e poi lasciate morire, bruciate vive. Fu Rosa Luxemburg a proporre la data dell’8 marzo, in memoria di quel tragico evento, quale giornata di lotta internazionale delle donne. Da allora in poi le donne hanno sempre lottato per l’uguaglianza e l’emancipazione in ogni parte del mondo. La ministra Gelmini, dopo il pieno appoggio dato al premier contro gli insegnanti della scuola pubblica, inculcatori e seminatori di valori contrari alla famiglia, torna alla carica con le sue colleghe, al chiuso d’un auditorium romano, perché “ qualcosa il Pdl doveva pur fare per l’8 marzo“. E cosi, assieme ad altre parlamentari e ministre del Pdl , prende a pretesto l’8 marzo per scagliarsi contro le donne del 13 febbraio e la manifestazione che portò in piazza oltre un milione di manifestanti. “Strumentalizzate, per attaccare Berlusconi” quelle del 13 febbraio, “donne indignate ma l’indignazione non è l’undicesimo comandamento”, sottolinea la Gelmini. “La …

«I tre "corpi" del Cavaliere», di Ilvo Diamanti

TRA Silvio Berlusconi e i magistrati, ormai, è un corpo a corpo. L´attività del governo e del Parlamento, infatti, ruota intorno a un solo problema. Immunizzare il premier. Impedire che venga indagato, giudicato. Intercettato. D´altronde, oggi l´opposizione è afona e l´attacco portato dall´antico alleato, Gianfranco Fini, in Parlamento, pare neutralizzato. L´unico vero “nemico” sembra essere rimasto il “partito dei Pm”, alla guida della “Repubblica Giudiziaria”. Tuttavia, non è stato sempre così. Anzi. La “discesa in campo” del Cavaliere non sarebbe stata possibile senza Tangentopoli. Senza la “tabula rasa” prodotta da Mani Pulite nel sistema partitico e nella classe politica della Prima Repubblica. È in quel “vuoto” che si è imposto Silvio Berlusconi, insieme al suo “partito personale”, Forza Italia. La magistratura, all´epoca, più che la giustizia rappresenta il Grande Giustiziere, a cui gli italiani affidano il compito di affondare la Prima Repubblica, ormai delegittimata – e, dunque, di fondare la Seconda. In quella fase paga un prezzo pesante. Falcone, Borsellino e la loro scorta cadono vittime dell´attacco della mafia contro l´unica istituzione che ancora rappresenti …