Giorno: 23 Marzo 2011

Libia, Bersani: non voteremo la risoluzione che copre le miserie della maggioranza

Il Partito democratico non voterà una risoluzione sulla Libia che copra le divisioni del centrodestra. A termine della riunione del Coordinamento del PD è stato il segretario Pier Luigi Bersani ha ribadirlo: “Non siamo interessati ad argomentazioni e correzioni di documenti che servano a coprire le miserie di una maggioranza e di un governo non sono in grado di esprimere una posizione univoca e hanno mostrato al mondo di essere in stato confusionale”. Pier Luigi Bersani ha duramente criticato la possibile assenza del premier Silvio Berlusconi in Aula in Senato quando si discuterà della missione in Libia. “Sarebbe vergognoso se il presidente del Consiglio non si presentasse in Parlamento. Chiediamo se Berlusconi intende invocare il legittimo impedimento anche in questo caso”. Il premier “deve dedicarsi al tema se Saverio Romano debba diventare o no ministro del governo”. Sarebbe il caso che “Berlusconi ci metta la faccia su quello che l’Italia ha da dire in una situazione così delicata”. La posizione politica del PD sulla Libia non cambia di una virgola. “La nostra linea è semplice …

Rimpasto, Romano neo-ministro dell'Agricoltura indagato per mafia. Riserve dal Quirinale

Indagato in concorso esterno in associazione mafiosa dopo il giuramento replica a Napolitano. Migliavacca: “Berlusconi sotto ricatto”. Garavini: “A cosa serve il codice antimafia?”. E sul web ci sono ancora i manifesti di Romano che nell’UDC assicurava: “meglio eletto che nominato” Francesco Saverio Romano è il nuovo ministro delle Politiche Agricole. Ministro indagato per concorso esterno in associazione mafiosa così il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, ha reso pubblica una sua nota sulle “riserve politico-istituzionali” sull’incarico al capofila dei “responsabili” indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. Il deputato siciliano prende il posto di Giancarlo Galan, che va a sua volta a sostituire il dimissionario Sandro Bondi ai Beni culturali. Il Capo dello Stato non ha ravvisato “impedimenti giuridico-formali” alla nomina ma auspica “che gli sviluppi del procedimento chiariscano al più presto l’effettiva posizione del ministro”. “La nomina di Romano a ministro dell’Agricoltura dimostra la debolezza del presidente del Consiglio che, per puntellare la sua malandata maggioranza, ha dovuto sottostare ad un vero e proprio ricatto – attacca Maurizio Migliavacca, coordinatore della segreteria PD – …

Beni culturali: Pd, marcia indietro su Fus è vittoria del paese

De Biasi: ”Galan venga in parlamento per illustrare nuova linea governo”. “Il ripristino del Fus è un grande successo del mondo della cultura e di quella politica che ha a cuore il futuro dell’Italia. Il Pd si è battuto in parlamento e nel paese per ottenere la marcia indietro del governo. Al neo ministro Galan, a cui facciamo gli auguri di buon lavoro, chiediamo fin da subito: capacità di decisione, trasparenza, investimento nella cultura e l’abbandono della stagione dei tagli perché la cultura non può continuare ad essere un mero capitolo di spesa ma è una leva fondamentale per lo sviluppo economico e civile del paese. Auspichiamo che Galan venga al più presto in commissione Cultura ad esporre il suo programma. Il ripristino del Fus consente di poter finalmente approvare la legge di riforma dello spettacolo dal vivo per ridare dignità e stabilità al settore” ****** Cultura, fondo Fus torna a 428 milioni Il Colle: «Riserve» su Romano ministro Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha espresso «riserve» sull’opportunità politico-istituzionale di nominare Saverio Romano ministro …

«Mi dispiace, chi manifesta sbaglia», intervista di Mario Lavia a Dario Franceschini

«Anche io sono pacifista, capisco tutte le ragioni del pacifismo, ma domando: sbagliarono gli americani a venire a combattere in Europa? Sbagliarono i partigiani a prendere le armi?». No, non cambia di una virgola la posizione del Pd sull’intervento in Libia, non cambia neppure davanti alla confusione di queste ore, regge la linea della fermezza e cementa nel Pd una coesione non frequentissima. Dice Dario Franceschini: «Noi siamo per l’applicazione della risoluzione dell’Onu. C’è una questione di principio: bisogna impedire i massacri. Il problema non siamo noi. Caso mai è un presidente del consiglio che in questa storia non ha mai avuto un ruolo». Franceschini, però non può negare che l’intervento è partito in modo caotico. Ci arrivo. Prima voglio ribadire un concetto che deve essere chiaro: quando c’è una decisione dell’Onu, questa va rispettata e applicata. Lo pensavamo per l’Afghanistan, lo pensiamo adesso, perché è il livello sovranazionale che ormai determina i principi. E la sovranità dei singoli paesi? Ma ormai ciò che succede in un singolo paese non riguarda solo la sua sovranità. …

La riforma della Giustizia? Il PDL la riduce alla prescrizione breve

Il governo non presenta il testo della riforma Costituzionale, ma in commissione fa passare la prescrizione breve per incensurati. Una norma che il 4 marzo Berlusconi bocciava promettendone il ritiro. Bersani: “Ecco la riforma epocale”. Orlando: “Altra legge ad personam. La Lega che tuonò contro l’indulto la voterà?” La commedia sulla riforma epocale della giustizia è finita ieri, come previsto. I testi delle riforme costituzionali non sono nemmeno stati presentati dal governo. Gli avvocati-parlamentari di Berlusconi hanno impresso una fortissima accelerazione a tutte le iniziative di legge e di voto per salvare Berlusconi dalle condanne ed evitare che il presidente del Consiglio possa finire anche una sola volta a tu per tu con i magistrati di Milano. Ieri, in particolare, l’on. Paniz ha blindato la maggioranza in commissione ed ha ottenuto che passasse la cosiddetta prescrizione breve (per gli incensurati), norma studiata per far fermare quasi subito, per scadenza del tempo trascorso, il processo Mills (David Mills, il corrotto è stato condannato, di conseguenza Berlusconi, accusato di essere il corruttore, sarebbe sicuramente condannato). Maggioranza dalla …

Il «dolore» del premier per il Colonnello E si torna al «sì, però» di Pierluigi Battista

«Addolorato» per Gheddafi. Lo dice il premier di una nazione alleata di nazioni che tuttavia, anziché dispiacersene, vorrebbero procurare al dittatore libico talmente tanto dolore da bombardarne insistentemente la residenza tripolina. Sono le contraddizioni emotive di questa strana guerra condotta dall’Italia «malvolentieri» . Una guerra che non si voleva fare. Un’alleanza subita. Una risoluzione Onu appoggiata «obtorto collo» . Ora il «dolore» per l’ex amico diventato nemico. Siamo alla vigilia del pentimento più fulmineo nella tormentata storia bellica dell’Italia unita? Cambi di alleanze. Giri di valzer. Cambi in corsa di casacche. Brucia sulla pelle di Berlusconi l’oltraggioso epiteto lanciato addosso dal Raìs non domato: «Traditore» . Ora la tentazione del freno. La nostalgia. Le campagne di stampa dei giornali governativi contro Sarkozy «l’anti-italiano» . Le alleanze che vacillano un’altra volta. I distinguo. I malumori. Le impuntature sulla titolarità del comando Nato. Gli aerei che volano ma non sparano. La guerra che non è la guerra. L’intervento, ma «malvolentieri» . Con gli insorti, ma anche contro gli insorti. Contro Gheddafi, ma anche con Gheddafi. I missili …

Nei dipartimenti il futuro dell'università", di Paolo Bertinetti*

Caro direttore, la riforma dell’università prevede che i Dipartimenti, luogo della ricerca, siano anche il luogo della didattica; e che i corsi di laurea facciano capo ai Dipartimenti e non alle Facoltà. Ma queste ultime, magari chiamandole Scuole, potranno (in certi casi dovranno) continuare ad esserci per coordinare la didattica. In alcuni atenei (a Roma in primis, a quanto pare), di fatto i cardini della macchina universitaria continueranno ad essere le Facoltà. Per gattopardismo? Forse. Ma soprattutto perché i corsi di laurea, così come sono previsti dal Ministero, sono stati costruiti (per caratteristiche e per requisiti) con riferimento alle Facoltà. In altre sedi, invece, si vuole cambiare. Le prime vittime del cambiamento rischiano di essere le Facoltà di Lingue. Ci sono voluti decenni perché l’accademia italiana accettasse l’idea che l’insegnamento delle lingue e letterature straniere è cosa di grande importanza. Gli studenti (e le loro famiglie), avendo un punto di riferimento chiaro e dichiarato, cioè le Facoltà di Lingue, hanno risposto in modo massiccio e convinto. Perché veniva proposto un tipo di studio che interessava …