Giorno: 25 Marzo 2011

"La Cina scippa la lana venduta agli italiani", di Paola Guabello

Il tessile ha un peso importante nell’economia italiana, ma l’abilità dei nostri addetti non basta più. Pechino paga le penali e si prende partite già assegnate. Così le aziende nostrane restano senza materia prima. Se a preoccupare gli imprenditori tessili fino a pochi giorni fa era il caro-materie prime, ora la situazione si va complicando: il problema non è più soltanto quello di acquistare il cotone a un prezzo che in dollari è aumentato nell’arco di 12 mesi del 166%, o la lana, che è salita di 56 punti percentuali. Il problema adesso è fermare il mercante cinese. Un mercante sempre più spregiudicato, pronto ad acquistare i quantitativi di lana anche già venduti, accollandosi l’onere della penale che il commerciante deve corrispondere al precedente cliente, con il quale aveva firmato il contratto di vendita. Se un tempo bastava una stretta di mano fra gentiluomini, con il sopravvento cinese il mercato è diventato un Far West, dove vince il più prepotente. E di lana non ce n’è quasi più, mentre il cotone si trova con il …

"Perequazione: chi l'ha vista?", di Alberto Zanardi

La riforma del federalismo fiscale è arrivata finalmente alle questioni di peso con l’approvazione del decreto sulla finanza regionale, dopo quello sulla finanza comunale. Colpisce quello che i due decreti mancano di affrontare. Il nodo centrale ancora aperto riguarda la perequazione: come redistribuire tra regioni ricche e regioni povere, e tra enti locali ricchi e poveri, le risorse fiscali loro attribuite mediante le imposte decentrate. Le decisioni su elementi solo apparentemente tecnici sono ancora rimandate a interventi successivi. Con il decreto sulla finanza comunale (approvato dopo tormentate discussioni il 2 marzo scorso) e con quello sulla finanza regionale (che ha ricevuto ieri il parere favorevole della commissione bicamerale) la riforma del federalismo fiscale è arrivata finalmente alle questioni di peso. Più che impressionare per quello che dicono – qualche aggiustamento sui tributi locali, molte conferme degli assetti attuali, tutto comunque assai lontano dai rivolgimenti cosmici annunciati – colpisce quello che i due decreti mancano di affrontare. Il nodo centrale ancora aperto riguarda la perequazione, cioè come redistribuire tra regioni ricche e regioni povere (e così …

Scuola: PD a Gelmini, invece di risarcimenti era meglio stabilizzare

”Quella di oggi e’ solo l’ultima sentenza in ordine di tempo sulle mancate stabilizzazioni dei lavoratori precari della scuola”. Lo dichiara la capogruppo del Pd nella commissione Cultura della Camera, Manuela Ghizzoni, commentando il risarcimento di 500 mila euro che il ministero dovra’ a 15 precari genovesi. ”Queste cause – aggiunge – sono la diretta conseguenza delle scelte politiche della Gelmini e di questo Governo che, pur di fare cassa, non ha voluto portare a termine il piano straordinario di immissione in ruolo previsto dal governo Prodi. Con i risarcimenti di oggi si raggiunge una cifra consistente che ci porta a chiedere pubblicamente al ministro Gelmini di ammettere, una volta per tutte, che per lo Stato sarebbe stato molto meglio investire quelle risorse per la stabilizzazione dei docenti e la qualita’ della didattica piuttosto che pagare questi giusti risarcimenti. Il maxirisarcimento di oggi e’ l’ennesima condanna collezionata dal ministro Gelmini”.

«L'Italia dei nuovi notabili», di Massimo Gramellini

La maggioranza degli storici e dei commentatori ha celebrato i nostri 150 anni dibattendo unicamente intorno alle origini dello Stato: come se alla commemorazione del nonno i nipoti sfogliassero l’album fotografico del suo battesimo, disinteressandosi del seguito. Purtroppo figure gigantesche come Cavour e Garibaldi non hanno molto a che spartire con l’Italia del 2011. Mentre basta spostarsi all’epoca successiva, l’ultimo scorcio del Ottocento, per respirare subito un’aria più familiare. Valori smarriti, partiti ridotti a comitati d’affari, compravendita di parlamentari, corruzione, scandali, cricche, mazzette. L’Italia dei notabili, la battezzò Indro Montanelli. Cessata la spinta ideale, la politica diventa una palude nella quale sguazzano coccodrilli di modesto spessore, ma dotati di un appetito mostruoso. I due partiti «forti» nati dal Risorgimento, la destra cavouriana e la sinistra garibaldina (e qui il parallelismo con la Dc e il Pci forgiati dalla Resistenza è abbastanza impressionante) lasciano il posto a un vuoto morale e a una casta di capibastone legati al territorio, ciascuno titolare di un proprio pacchetto di clienti e di voti. Sono questi uomini, mossi esclusivamente da …

«Un nuovo patriottismo», di Ernesto Galli Della Loggia

Il ruolo della Presidenza della Repubblica L’anniversario dell’Unità ha messo in luce un cambiamento importante dell’Italia di questi anni: il patriottismo è diventato anche di sinistra (mi riferisco, com’è chiaro, a quella sinistra di ascendenza marxista da molto tempo maggioritaria nella sua area; non già all’altra, ultraminoritaria, di ascendenza repubblicana e democratica, che invece patriottica lo è sempre stata). Naturalmente anche prima di oggi moltissimi italiani appartenenti alla sinistra suddetta hanno nutrito un forte sentimento della patria, e in moltissime occasioni lo hanno manifestato con le parole e coi fatti. Tuttavia mai prima d’ora il patriottismo era entrato nel bagaglio ideologico di tale sinistra, nel suo orizzonte emotivo e culturale. Addirittura per gran parte della Prima Repubblica quella sinistra, lo si ricorderà, di patrie non nascondeva di averne due (l’altra essendo, ahimé, l’Unione sovietica). Oggi, invece, le cose per fortuna appaiono (se non altro appaiono) ben diverse. I motivi del cambiamento sono molti. Innanzi tutto il fatto che la tradizionale inquilina dello «spazio patriottico», e cioè la destra, intralciata politicamente dalla presenza della Lega, si …

«Giappone, cresce l'allarme nucleare»

Il livello di crisi dell’impianto di Fukushima potrebbe salire L’Agenzia nipponica per la sicurezza nucleare ha indicato oggi che potrebbe rialzare la valutazione della crisi dell’impianto di Fukushima n.1, colpito duramente dal sisma/tsunami dell’11 marzo, a livello 6 (“o grave incidente”), dopo la raccolta di dati sui livelli di radiazione nelle regioni limitrofe. Lo indicano i media nipponici. L’Agenzia (Nisa) ha assegnato un rating provvisorio di 5 (“incidente con più ampie conseguenze”) lo scorso 18 marzo, a una settimana dal devastante sisma di magnitudo 9 che ha generato un potentissimo tsunami che ha messo fuori uso l’impianto di raffreddamento della centrale e causato gravi danni ad alcuni dei suoi reattori. «Il rating attuale e provvisorio si basa sulle informazioni disponibili al momento della valutazione», ha spiegato Hidehiko Nishiyama, portavoce dell’Agenzia, in una conferenza stampa. «La situazione rimane fluida e per la valutazione finale è necessario attendere che la situazione si stabilizzi e che tutti i dati sulle radiazioni diventino disponibili», ha concluso. I giudizi sulla gravità degli incidenti nucleari sono emessi secondo la International Nuclear …

«Surplace democratica», di Rudy Francesco Calvo

Il Nazareno si unisce e cementa l’asse con i terzopolisti. Di fronte a un paese che «nella sostanza non ha un governo», inevitabilmente «aumentano le responsabilità del Pd». Su questa linea Pier Luigi Bersani si presenterà lunedì alla direzione del partito, in uno dei momenti più favorevoli della sua segreteria. I numeri restano incerti, anche se un’inversione di tendenza nei sondaggi c’è stata. Non sarà facile nemmeno incassare l’atteggiamento responsabile (e unitario) dimostrato in parlamento sull’intervento militare in Libia, visto che proprio su questo tema l’opinione pubblica si dimostra molto tiepida. Anche per questo, Bersani continua a ribadire la necessità di «restare nel solco della risoluzione già adottata», senza arrivare a un intervento di terra e lasciando spazio appena possibile a un’azione diplomatica. Il segretario continua a insistere insomma sull’immagine del «partito di governo temporaneamente all’opposizione» e, almeno fino alle elezioni amministrative di maggio, la minoranza non dovrebbe sollevare troppo i toni. Difficilmente lo farà lunedì, anche perché appena una settimana dopo Movimento democratico si ritroverà a Roma per un incontro nazionale, nel quale si …