Giorno: 11 Marzo 2011

"Signori si chiude lo spettacolo è finito", di Michele Serra

Duecentotrentuno milioni di euro è la cifra che lo Stato italiano intende spendere per cinema, teatro e lirica nell´anno corrente. Lo stanziamento è talmente esiguo da avere spinto la Consulta ministeriale a rifiutarsi di decidere: si può spartire una torta, non si può spartire un mucchio di briciole. Che arte e cultura possano e debbano vivere solo dei loro incassi è un concetto palesemente truffaldino. Perché senza mecenatismo privato e pubblico nessuna arte, in nessuna epoca, in nessun paese avrebbe mai potuto attecchire e svilupparsi: progettualità, pensiero, creazione, sperimentazione non sono “beni” immediatamente misurabili in termini di rendimento economico. Sarebbe come pretendere che i ricercatori scientifici portassero a incasso, ogni anno, più di quanto hanno speso per ricercare. Morirebbe la ricerca scientifica. Il bilancio delle arti non è mai calcolabile nel breve periodo. Al botteghino si contano i proventi immediati, ma il prestigio culturale e la crescita intellettuale di un paese, specie di un paese come il nostro che ha tra i suoi pochi punti di eccellenza un patrimonio artistico e culturale unico al mondo, …

"Noi prof, nemici come i magistrati e i giornalisti liberi", di Annamaria Palmieri*

Per «non inculcare…» ci hanno tagliato le ore di lezione hanno costretto i ragazzi a stare in 30 per classe, hanno tolto il sostegno a chi ne aveva bisogno. Facciamo proprio paura!. Di appartenere alla categoria dei “nemici” di Berlusconi, noi, insegnanti della scuola pubblica, ce ne eravamo accorti da tempo: almeno da quando, nel 2005, scoprimmo che la scuola era stata inserita dal premier, ispirato dagli irrinunciabili sondaggi, tra i luoghi del potere occulto organizzato contro di lui. Ci trovammo dalla sera alla mattina in nobile compagnia, insieme alla magistratura, le televisioni, l’università, i giornalisti. Non sembra trascorso tanto tempo: anche senza andare tanto indietro, chiunque abbia osservato, negli ultimi anni, pur con occhio distratto, i provvedimenti adottati dall’attuale compagine governativa, le mosse del magico trio Gelmini- Tremonti-Brunetta, nonpuò che concludere che la scuola pubblica italiana, a Berlusconi e ai suoi fedelissimi, sta decisamente antipatica. Un covo eversivo, abitato da una manica di fannulloni e disfattisti, privi di autorevolezza e preoccupati solo di difendere se stessi; contro questa scuola è stata imbastita una “riforma …

"Scuola pubblica e Costituzione. Due valori sacri", di Marco Rossi Doria

Andiamo nelle piazze per difendere la Costituzione e la scuola pubblica. Perché pensiamo che l’Italia, che noi tutti, non ne possiamo fare proprio a meno. E non ne possiamo fare a meno perché sono due cose che hanno la rara qualità di essere, ad un tempo, vitali e sacre. Vitali perché consentono a un organismo complessissimo – quale è la società – di regolarsi e di continuare a vivere nel tempo, generazione dopo generazione. Sacre perché contengono le qualità simboliche che permettono di tenere insieme una comunità fatta di milioni di persone diverse secondo un diritto che è uguale. La nostra Carta sa mettere insieme, in modo chiaro, non solo i diritti e i doveri ma «quegli organi attraverso i quali la politica si trasforma in diritto, le vitali e sane lotte della politica si trasformano in leggi» – come scriveva Piero Calamandrei. In questi anni abbiamo vissuto e stiamo vivendo un tempo grave non perché si è pensato o si pensi di cambiare questa o quella parte della Costituzione, cosa del tutto prevista dalla …

"Il disegnino del cavaliere", di Filippo Ceccarelli

La chiamano ancora conferenza stampa, ma è qualcosa di più e un po´ anche di peggio. Così anche ieri, fra il cerottone e le bilancette, nella sala stampa di Palazzo Chigi l´agenda riformatrice del quarto governo Berlusconi si è concessa uno spettacolino d´inedita creatività, e dimostrativa. È andato in scena, il muto siparietto, quando il presidente del Consiglio, ha estratto a sorpresa da una delle sue cartelline il disegno di due bilance e con studiata lentezza, a beneficio delle telecamere, con la faccia seria e quasi per metà occupata dall´immensa benda adesiva, ha mostrato questo assai semplice bozzetto agli italiani. Ad assoluta e definitiva riprova della bontà del suo provvedimento sulla giustizia, oggi senz´altro – come da illustrazione – sbilanciata. Il Guardasigilli Alfano, che al suo fianco svolgeva la parte del giovane promettente, perché disponibile e assennato, ha accolto con un segno del capo il numero dell´arzillo presidente. La condizione permanente dell´allievo prevede infatti un caloroso, ma discreto assenso rispetto a una delle più celebrate massime berlusconiane, sul cui cinismo non si starà qui a …

"La rivincita della politica sui giudici", di Luigi La Spina

Di simboli vive anche la politica. In tutto il mondo, ma soprattutto in Italia, dove la realtà sfuma spesso nella rappresentazione e le parole sono gli strumenti di una recita. I modi, i tempi, le circostanze con i quali è stata presentata ed è stata accolta l’«epocale» riforma della giustizia ne sono un ulteriore e chiarissimo esempio. Simbolica è la vistosità del cerotto sulla guancia esibito da un presidente del Consiglio ferito, come l’apparizione dei disuguali piatti di una bilancia da equilibrare. Simbolica è la decisione di avviare un così grande cambiamento nella giustizia del nostro Paese, proprio quando Berlusconi è in procinto di affrontare una raffica di udienze in processi di grande impatto mediatico. Simbolica è, soprattutto, la scelta di procedere con una riforma costituzionale. Una via che alla radicalità del mutamento, addirittura intrepido sfidante di un tabù sacrale, quello della carta fondativa della nostra Repubblica, associa previsioni di scadenze attuative lunghe e molto incerte. Legate, molto probabilmente, alla suprema prova finale, quella di un referendum popolare. Nonostante le prudenze dialettiche del ministro Alfano, …

SOS Rinnovabili, le imprese chiedono di cambiare il decreto incentivi. Il PD le ascolta, il governo no

Assemblea degli operatori, partecipano anche Bersani e Franceschini. Bianchi: “mettono a rischio migliaia di posti di lavoro”. Realacci: “Il settore vale già l’1% del PIL, il decreto va subito cambiato”. IL PD si impegna in parlamento per cambiare il decreto. Pannelli solari in panne grazie a Romani e Berlusconi. Le banche estere hanno sospeso i finanziamenti e scritto al governo. Gli operatori sono rimasti con gli investimenti in sospeso. E nessuno sa più che cosa deve fare in un settore, quello delle rinnovabili, dove la politica industriale varata da Bersani durante il governo Prodi ha fatto crescere attività, produzione, servizi, occupazione, oltre che un intervento interessante ai fini ambientali: è il risultato strabiliante del “governo del fare” nel settore delle energie rinnovabili. “Solo pochi mesi fa il governo aveva fissato gli incentivi al fotovoltaico valevoli fino al 2013” ha detto ieri il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani. Poi, improvvisamente, in corso d’opera, mentre già erano partiti investimenti, finanziamenti e progetti, con un provvedimento d’urgenza il governo ha sospeso tutto, rinviando la definizione degli incentivi …

"Una legge ad castam", di Massimo Giannini

La giustizia italiana, per poter esser davvero utile ai cittadini, aveva bisogno di tutto. Ma non certo di questa «rivoluzione» celebrata con un evviva dal capo del governo. Quella approvata ieri a Palazzo Chigi non è una «riforma epocale», ma una «contro-riforma incostituzionale». Un manifesto ideologico, che riscrive tredici articoli della Carta del ´48, stravolge i principi che hanno retto le istituzioni della Repubblica, ribalta gli equilibri che hanno garantito il bilanciamento tra i poteri dello Stato. È vero. Almeno per il momento, nel pacchetto-giustizia licenziato ieri a Palazzo Chigi c´è una rottura significativa con il passato: non contiene norme «ad personam», con le quali il presidente del Consiglio si cuce addosso un salvacondotto personale. Ma non per questo è meno dirompente. Al contrario: questa è una riforma «ad castam», con la quale un´intera classe politica pretende di cucirsi addosso un salvacondotto collettivo. Lo dice lo stesso Berlusconi, una volta tanto sincero, nella conferenza stampa con la quale cerca di spiegare la «filosofia» di questo «punto di svolta», come l´ha chiamato: «Questo cambiamento, se fosse …