Giorno: 7 Giugno 2011

"Nucleare e acqua privata. Ecco tutto quello che la propaganda non dice", di Roberto Brunelli

Esiste il nucleare sicuro? Troppo facile rispondere: chiedete agli abitanti di Fukushima. Però, c’è un aspetto per il quale la lezione nipponica è determinante: ed è l’aspetto umano. Tecnici che non avvertono dei rischi segnalati per tempo, l’immensa difficolta di uno dei paesi più tecnologici al mondo di affrontare l’emergenza, omissioni e omertà ad altissimo livello, scientifico e aziendale. E allora, la risposta potrebbe suonare così: anche se esistesse il nucleare sicuro (e non esiste), è l’umanità che è troppo «insicura » per poterselo permettere. Ma sono tante le domande che i referendum del 12 e 13 giugno portano con sé, dall’acqua privata o pubblica al legittimo impedimento. E meritano risposte precise. Proviamo a vedere, al di là di stereotipi e posizioni preconcette.E così torniamo alla nostra prima domanda. Esiste un nucleare sicuro? No, oggi sicuramente no. È di ieri la notizia che per la prima volta sono state rinvenute tracce di plutonio fuori dalla centrale di Fukushima. Probabilmente il territorio colpito non potrà essere abitato per almeno altri cinquant’anni. Si fa un gran parlare …

"Il calcio e l´omertà del potere", di Tito Boeri

Non possiamo permetterci di sottovalutare questo ennesimo scandalo. Il calcio è in grado di catturare l´attenzione di milioni di persone (un italiano su due si dice interessato o molto interessato al pallone), condizionando profondamente norme sociali e comportamenti. Gli studi epidemiologici documentano addirittura una riduzione dei suicidi nei Paesi le cui nazionali si qualificano per la fase finale della Coppa del Mondo nell´anno in cui tiene la competizione planetaria. I giovani sognano e si identificano nei campioni. E la sanzione sociale contro chi viola le regole, soprattutto fra le persone meno istruite, si plasma anche sulla fermezza con cui si risponde agli illeciti sportivi. Quello scoperto in questi giorni è solo un nuovo episodio di una serie infinita di partite truccate in Italia (il primo episodio documentato risale addirittura al 1927 e portò alla revoca dello scudetto al Torino), avviene solo cinque anni dopo Calciopoli e mostra come il mondo del calcio non abbia saputo affatto crearsi degli anticorpi. La differenza rispetto al Campionato 2004-2005 è che questa volta sono i calciatori, più che gli …

"Terza media, tregua sull'esame", di Alessandra Ricciardi

Tanto rumore per nulla. Viale Trastevere prova a stemperare le tensioni che ha sortito la recente circolare sugli esami di terza media. Si tratta della nota n. 46, con la quale il ministero dell’istruzione, in merito agli esami che inizieranno la prossima settimana, ha sottolineato «l’opportunità» di prevedere una prova scritta anche per la seconda lingua straniera. Un coro di polemiche si è levato dalle scuole che hanno lamentato l’eccesso di prove per gli studenti e soprattutto i tempi troppo stretti della comunicazione, tanto che l’associazione nazionale presidi ha chiesto che la circolare venga ritirata. «Ma oggi il 90% delle scuole medie già fa di propria sponte uno scritto per valutare la seconda lingua straniera», precisa Carmela Palumbo, direttore agli ordinamenti, firmataria della nota ministeriale finita nel polverone, «con la circolare si sottolinea solo l’opportunità di uniformare i comportamenti valutativi delle scuole, non c’è nulla di prescrittivo». Del resto, aggiunge il capo dipartimento Giovanni Biondi, «la seconda lingua comunque già fa media al pari di tutte le altre discipline, quello che può cambiare è la …

"Missione compiuta", di Curzio Maltese

Fine della telenovela, ma non lieto. Santoro lascia la Rai per La Sette. Accordo consensuale, con la firma di Lorenza Lei, che in un mese è riuscita dove l´incapace Mauro Masi aveva fallito. Berlusconi l´aveva anticipato, anzi ordinato, e sarà finalmente contento. In fondo, la chiusura di «Annozero» è il primo obiettivo centrato dal suo governo in tre anni. Gli italiani, popolo lamentoso, avrebbero magari preferito l´occupazione giovanile o la favoleggiata riduzione delle tasse, anche per chi le paga, ma non stiamo a spaccare il capello. Questa è una vittoria politica di Berlusconi, l´unica di questi tempi. Ed è una sconfitta enorme per la Rai, quindi anche una vittoria aziendale. La tv di Stato perde in un colpo uno dei suoi professionisti migliori, il programma d´informazione più seguito, il più ricco di ricavi pubblicitari, sei milioni di spettatori destinati a rimpinguare il boom de La Sette e qualche decina di migliaia di cari abbonati al canone, buoni ma non fessi. D´altra parte, ormai La Sette con il tg di Mentana, la satira popolare di Crozza, …

"Noi, soldati nella guerra dei fatti nostri", di Marco Belpoliti

L’Italia è una Repubblica fondata sull’aggressività e lo psicofarmaco? Sembrerebbe proprio di sì. Negli ultimi cinque anni le minacce e le ingiurie, stando a un rapporto del Censis appena pubblicato, sarebbero aumentate del 35,3%. Detto altrimenti, il controllo delle pulsioni e il rispetto delle regole in Italia sono in pericolo. E questo è l’aspetto out del processo in corso; mentre l’aspetto in riguarda invece l’aumento degli stati di depressione combattuti con l’aiuto di farmaci ora in netto aumento. Possibile? Direi sicuro. Da tempo gli psicologi e i sociologi ci segnalano la fine di quelle che il filosofo tedesco Peter Sloterdijk chiama le «banche dell’ira», ovvero le istituzioni che permettevano di mettere a deposito, in modo fruttifero, le frustrazioni, i risentimenti, gli odi, l’ira, suscitate dalle tensioni sociali e personali che attraversano le società moderne, e non solo quelle. Le fondamentali banche dell’ira erano, da un lato, il cristianesimo, ovvero la Chiesa cattolica, in Italia, e l’ideologia socialista e comunista, dall’altro, in Europa. Rinviando gli individui frustrati al Regno dei Cieli o alla società socialista o …

"Salvare la scuola in due mosse: passione e digitale", intervista a Marc Prensky di Luca Landò

Lasciate ogni computer voi che entrate. Certo, Dante la metteva diversamente ma per un ragazzo cresciuto a internet e twitter, facebook e videogiochi l’inferno, oggi, è un ambiente senza tecnologie digitali. Come la scuola. A dirlo è Marc Prensky, autore di una serie di videogiochi educativi e guru di quel campo, affascinante quanto impronunciabile, chiamato edutainment, dove educazione e divertimento diventano la stessa cosa. «Le scuole di oggi stanno fornendo un pessimo servizio ai nostri ragazzi: che senso ha fornire l’educazione di ieri ai cittadini di domani? È una scuola che viene dal passato e che non è in grado di preparare il futuro. La pedagogia del “prima spiego, poi verifico” non funziona più: molti dei ragazzi di oggi non ascoltano a sufficienza e i risultati sono scadenti. Come non bastasse, i ragazzi a scuola non sono trattati come individui, le loro conoscenze (sono bravissimi come le nuove tecnologie o i giochi elettronici) non vengono rispettate. Ed è un errore perché potrebbero diventare il modo per imparare a creare e a risolvere problemi anche complessi. …